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Inserita in Sport il 05/02/2015
da Gabriele Li Mandri
Quarti di finale Coppa Italia: dopo il Milan cadono anche Roma e Inter
Altro che “piccola Champions”, come ha avuto l’ardire di chiamarla mister Pippo Inzaghi: questa Coppa Italia è molto, molto italiana. Praticamente speculare al campionato. Accade così che le leggende sulle differenze fra coppe e campionati, scontri secchi e classifiche, vada allegramente a farsi benedire: quando una squadra non è in forma e attraversa un periodo nero, che si tratti di 3 punti o di un passaggio al turno successivo, quest’anno finisce inesorabilmente al tappeto. Niente rivalse, niente stimoli extra dettati da un obiettivo (la finale) oramai ad un tiro di schioppo: niente, non ci può niente. Avanza chi sta meglio, com’è giusto che sia.
Tralasciando la Juventus, unica ad avere un turno più che abbordabile (il Parma è un miracolo se non è ancora finito in tribunale), le altre hanno confermato il trend di queste prime settimane dell´anno: c’è chi naviga, chi naviga a vista e chi affonda come se pesasse una tonnellata. Prima a cadere, fra le big, il Milan contro la Lazio: nulla di che, la scorsa settimana s’è semplicemente realizzato un crimine dalla trama scontata quanto quella di un giallo pubblicato da Harmony. Fra ieri e oggi, ha finito di consumarsi quello che in fondo era nell’aria.
Ieri la Roma, finita kaputt per mano del tedesco gigliato Gomez (doppietta per lui), è stata la solita Roma di questo inizio 2015: impastata, stucchevole a centrocampo, sterile in zona gol ed in palese crisi di identità. Sembra strano dirlo, data l’abnorme quantità di errori sottoporta, ma ai giallorossi è mancato tanto Gervinho, l’unico esterno a disposizione di Garcia davvero in grado di spaccare le partite dal nulla con le sue accelerazioni. È mancato Gervinho e manca Totti, nonostante la sua formale presenza in campo: il capitano non ha più l’età e le forze per caricarsi sulle spalle la Roma ogni maledetta partita. Lo stesso Garcia sembra capirci poco, in questo momento: urge uno scossone, perché uscire dalla Coppa Italia non è un dramma, ma perdere il secondo posto sarebbe una tragedia. Doumbia, intanto, scalpita per esordire: chissà che non possa essere lui il puntero da 20 gol a campionato, un ruolo che alla Roma non ha mai trovato fortuna negli ultimi anni.
L’ultimo quarto da brividi è toccato all’Inter, contro un Napoli in splendida forma e un Higuain che si è confermato killer spietato. Dopo un primo tempo bruttarello ed un secondo un po’ più vivace, l’Inter ha ripetuto quel magnifico gioco di prestigio che in campionato ha già fatto gridare “ooohhh” a migliaia di tifosi nerazzurri: la partita ora c’è, la partita ora non c’è più. Et voilà. Vaccata difensiva e tutti a casa. Come contro il Torino, una papera arrivata al 90esimo che avrebbe stroncato persino un cavallo, figurarsi una squadra orfana di autostima come l’Inter.
Nel weekend si riparte con la Serie A, in attesa delle semifinali Lazio-Napoli e Juventus-Fiorentina. Chissà, forse questa “piccola Champions” può ancora regalare qualche sorpresa.
Gabriele Li Mandri
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