Inserita in Cultura il 20/03/2013
da redazione
Ventotto anni dopo Pizzolungo “Non ti scordar di me”
Trapani non è immune dai morti innocenti da commemorare. E purtroppo, neppure Erice. Non si tratta di ricordarli una volta l’anno come se si andasse al cimitero per il giorno dei morti a trovare un vecchio parente. Loro non si dimenticano mai. E non è così solo per i familiari che restano. E’ impossibile dimenticarli quando si passa da Lenzi, da Valderice, da Pizzolungo…
Le strade che quelle morti hanno segnato sono altre. Segnano i nostri stessi passi e quelli dei nostri figli. Si tratta di stravolgimenti generazionali. Ieri mattina, presso la scuola “Giuseppe e Salvatore Asta” di via Caruso, durante una conferenza stampa, è stata presentata “Non ti scordar di me” la celebrazione istituita per ricordare Barbara Rizzo, 30 anni, ed i suoi due figli, i gemelli Salvatore e Giuseppe di appena sei anni, colpevoli di viaggiare all’interno di un’utilitaria tra la macchina del magistrato Carlo Palermo, trasferitosi da Trento alla procura della Repubblica di Trapani, e l'autobomba che cosa nostra, il 2 aprile 1985, aveva deciso di far saltare lungo la strada di Pizzolungo.
Ventotto anni dallo scoppio di quella bomba e “Non ti scordar di me” diventa un momento simbolo e metafora della rinascita e del risveglio delle coscienze civili.
Oggi in provincia di Trapani cosa nostra ha smesso di far tuonare bombe o lupare. Matteo Messina Denaro continua ad essere ricercato mentre tutti fingono di credere a questo assordante silenzio. Un silenzio dove da sempre la mafia si rifugia e dentro il quale tutta la gente muore.
E così, mentre a Trapani la mafia come una piovra (nel modo in cui più volte è stata rappresentata), ha allungato i suoi tentacoli su tutti i piani dei palazzi, a Palermo, qualche settimana fa, è iniziata di nuovo una guerra a suon di spari che hanno macchiato le strade fino a ieri. Famiglie che si contendono territori per meglio controllare i loro traffici illegali “all inclusive” (droga, racket, armi, ecc). Basta un cenno del capo, come una volta, e il gioco è fatto. E le distanze si accorciano anche quando per contrastare tutto questo, c’è chi è morto.
Chi s’è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non c’è un perché. C’è solo una lotta che deve continuare prima di tutto per onorare proprio quelle morti. “Non ti scordar di me” con a fianco le forme stilizzate di una donna che tiene per mano due bambini è il logo ed il tema delle manifestazioni innanzitutto dedicate a Barbara Rizzo e ai suoi due gemellini Salvatore e Giuseppe Asta morti nella strage mafiosa del 2 aprile del 1985 di Pizzolungo.
Alla conferenza stampa, che è stata aperta dal Sindaco di Erice Giacomo Tranchida, sono intervenuti i dirigenti scolastici delle scuole del territorio comunale ed i rappresentanti del coordinamento provinciale dell’Associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie, che collaboreranno con il Comune nella realizzazione dell’iniziativa. Il primo appuntamento in programma è per giovedì 21 marzo, presso l’Aula Bunker di San Giuliano, in cui proprio nella giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia, si procederà all’intitolazione dell’Aula alla memoria di Giuseppe Montalto, l’agente di polizia penitenziaria ucciso dalla mafia a Palma, una frazione alle porte di Trapani, nel 1995.
Marina Angelo
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