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Inserita in Sport il 18/11/2014
da REDAZIONE REGIONALE
Italia-Croazia 1-1: tutto fumogeni e poco arrosto di Gabriele Li Mandri
Che dire, di questa quarta partita ufficiale targata Conte le uniche tracce che rimangono, dentro e fuori dal campo, hanno i colori della Croazia. Non è la prima volta che la Nazionale del nuovo corso fallisce, non tanto a livello di risultati quanto a livello di gioco: se il pareggio ci consente di strappare un punticino e di rimanere incollati alla Croazia (non fosse per la differenza reti), d’altro canto dimostra ancora una volta che l’Italia non ha un’idea di gioco precisa né i campioni che possano risolvere le partite dal nulla. Niente di nuovo sotto il sole di San Siro, che s’era persino scomodato nel fare capolino dopo due giorni di diluvio universale.
A livello di gioco, diciamocelo, non c’è stata partita: il devastante avvio croato, comprendente 10 minuti di consueta tremarella italiana, viene interrotto solo da un’azione solitaria concretizzata con un bolide da Candreva, al suo primo gol in azzurro. È la legge del calcio, si sente ripetere in telecronaca: una legge ingiusta che dura un solo minuto, dato che una paperaccia di Buffon regala, all’11esimo del primo tempo, il definitivo pareggio dei biancorossi. La prima frazione termina con le due squadre che, elegantemente, decidono di non farsi del male: lo spettacolo, che già di per sé non dimora nelle gambe italiane, finisce per estinguersi del tutto. Nonostante il tentativo fallito di Buffon di regalare un altro gol agli avversari, sventato da un salvataggio di Ranocchia sulla linea.
L’Italia rimane negli spogliatoi, la Croazia rientra in campo e ricomincia a giocare come nei minuti iniziali del primo tempo: da sola. Un possesso palla imbarazzante fa subito intuire come, salvo ulteriori colpi di fortuna, questa partita non interromperà il digiuno di vittorie anti-croate che dura oramai da 72 anni. 20 minuti di puro monologo biancorosso impegnano il telespettatore in pensieri distraenti e filosofici: “Immobile-Zaza? Davvero abbiamo il coraggio di presentarci in Europa con una coppia d’attacco del genere?”. Conte intuisce e manda in campo Pellé ed El Shaarawy: l’italo-egiziano sarà l’unico azzurro a sfiorare la porta avversaria, al 23esimo. Poi la svolta: i tifosi croati, già abbastanza bollenti, decidono di incendiare anche i 22 sul rettangolo verde. A modo loro.
Siamo al 31esimo del secondo tempo ed il campo è costretto a sopportare, oltre allo “spettacolo” calcistico, anche una gragnuola di fumogeni provenienti dal settore degli ultras croati. L’arbitro non ha dubbi: polizia in campo a palleggiare con le “candele” e squadre negli spogliatoi in attesa di riprendere la partita. Poi tutti dentro, giusto il tempo di assistere ad un paio di offensive di El Shaarawy e ad un gol sfiorato dall’autore del pareggio croato, Perisic.
Martedì la Nazionale tornerà in campo in amichevole contro l’Albania: fumo dei candelotti a parte, il rischio è che questa Italia, di arrosto, ne abbia davvero poco da offrire.
Gabriele Li Mandri
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