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Inserita in Cronaca il 26/03/2021
da Cinzia Testa
L´Etna ribolle. Ingenti i danni all´agricoltura
Secondo la ricerca, dal titolo “Magma dehydration controls the energy of recent eruptions at Mt. Etna volcano”, pubblicata sulla rivista scientifica Terra Nova, il notevole contenuto di gas nel magma è alla base della cadenza ritmica delle eruzioni e della straordinaria energia dei fenomeni eruttivi. “A Muntagna” così i catanesi chiamano il loro vulcano, infatti, è tornata a farsi sentire e vedere. Il vulcano, da oltre un mese,i ci sta regalando immagini davvero suggestive, colate di lava che dai crateri danno origine a spettacolari “fontane” . Più di quaranta milioni di metri cubi di lava e cenere, sono finora fuoriusciti, creando problemi logistici ma, per fortuna, senza mietere vittime o evacuazioni di massa. In passato sono state molte le eruzioni storiche da ricordare, nel corso egli anni che hanno invaso la Sicilia orientale distruggendo ettari ed ettari di coltivazioni, strade, casolari, sino a minacciare il paese di Zafferana Etnea. "Accelerare le procedure per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per le produzioni agricole danneggiate dalla cenere vulcanica dell´Etna – ha dichiarato - Jose Marano, la deputata all´Ars e membro della commissione Attività produttive." la stima dei danni deve essere velocizzata così da sbloccare in tempi rapidi gli aiuti che il governo nazionale deve erogare tramite il Mipaaf spettanti a Comuni e imprese" Nell’ultimo decennio, il vulcano ha mostrato altri suoi aspetti, eruzioni piroclastiche ma che purtroppo con conseguenti e consistenti ricadute di ceneri che anneriscono l’intero paesaggio etneo, arrecando parecchi danni all’agricoltura. Le ceneri depositate sulle strade sono fonte di pericolo per i ciclomotori, acuiscono i problemi di salute. "Siamo di fronte a dei cambiamenti anche del vulcano - dichiara anche la Coldiretti - e quindi bisogna avviare anche un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc" La salvaguardia del sistema produttivo locale dovrà prevedere il ripristino dell´attività, e sarà necessario attuare interventi mirati al sostegno delle colture danneggiate, dei vivai di piante e fiori, degli ortaggi e degli agrumi. “Per pulire le strutture e le coltivazioni” - spiega Coldiretti – “serve tempo, acqua e quindi l´impiego massiccio di manodopera”. Ma sembrerebbe anche che la cenere possa diventarein futuro una risorsa, in quanto rappresenterebbe un buon fertilizzante naturale per quei terreni vocati ad una agricoltura di qualità. Forse non solo disagi , in conclusione, ma un regalo che a" muntagna”, possa elargire alla sua gente.
Enza Maria Agrusa
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