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Inserita in Un caffè con... il 25/09/2013
da Direttore
Niccolò Marcapelli
L’acquisizione del controllo di Telecom da parte degli spagnoli di Telefonica, che per 350 milioni di euro hanno incrementato al 66% la quota in Telco, la holding a cui fa capo Telecom, è talmente nociva per gli interessi presenti e futuri del nostro paese da rasentare l’incredibile. Con questa cessione, infatti, l’Italia rimane definitivamente priva di qualsiasi presenza significativa nel settore delle telecomunicazioni, poich´ Omnitel, poi Infostrada, era da tempo finita alla multinazionale Vodafone, la Wind è in mano ai russi della Vimpelcom, ed H3G appartiene al colosso di Hong Kong Hutchison Whampoa. Ne discende che i destini di tutte le nostre comunicazioni via filo e via etere, interne ed internazionali, dalle più banali alle più importanti e riservate, saranno decisi dai consigli di amministrazione di società straniere, che rispondono a logiche proprie ed estranee agli interessi dell’Italia, ed ai quali, ovviamente, del benessere delle italiche genti non può importare alcunch´. Ora, che un paese come l’Italia, che pretende – e storicamente ha sempre preteso – di rappresentare qualcosa sulla scena internazionale, si pieghi – meglio : acconsenta senza fare una piega – a rinunciare totalmente alla propria presenza non IN UNO tra i principali settori presenti e futuri, ma NEL principale settore presente e futuro, qual’ è quello delle telecomunicazioni, è un patente assurdo, ed appare effettivamente inconcepibile. La cessione sta avvenendo nel totale disinteresse della nostra classe dirigente : le dichiarazioni di alcuni esponenti di tutte le forze politiche sono evidentemente di facciata, e mirano solo a scaricare eventuali responsabilità sugli avversari e/o sul Governo, a fini manifestamente elettorali. Il Presidente del Consiglio, dal canto suo, se l’è cavata con un commento di poche parole che dicono ancor meno, evitando di assumersi il bench´ minimo impegno e con ciò ha confermato che, se nascono pochissimi Cavour, i Ponzio Pilato, per contro, fanno scuola in ogni tempo. In questa desolazione si leva, del tutto isolata, la voce del Presidente del Copasir, che dalla sua posizione non può non rilevare che la scalata di Telefonica in Telco pone ed ancor più porrà "seri problemi di sicurezza nazionale, visto che la rete Telecom è la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani e anche quelle più riservate". Tuttavia la soluzione proposta è che "su questo tema faremo una riflessione come Comitato e chiederemo che venga a riferire in audizione il direttore del Ds, Giampiero Massolo". Attualmente, tuttavia, l’Agenzia Reuters riporta che “non risulta essere stata convocata alcuna riunione sulla questione” . Come si è potuti arrivare a tutto ciò è solo apparentemente molto complesso, nella realtà trova radici nella pura, ma storica incapacità della nostra classe dirigente a perseguire nel tempo, con costanza e lungimiranza, gli interessi effettivi della nazione – i nostri interessi, insomma. Sembra impossibile, ma chi sarebbe deputato a farlo, perch´ investito della fiducia del Paese, non riesce e non è mai riuscito a prevedere come il mutare delle varie situazioni internazionali avrebbe influito sulla quotidianità di noi tutti, in modo da operare in conseguenza, a fini di tutela della collettività. E ciò che accade in Germania, Francia, Inghilterra, ecc… ecc. , ed è quello che tutti i Governi degni di questo nome, in questo mondo, fanno. E se non sarebbe tutelare la nostra collettività il tutelare le nostre telecomunicazioni … Niccolò Marcapelli
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