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Inserita in Salute il 29/08/2013
da redazione
Il popolo degli sportivi alle prese con il caos certificati
Il popolo degli appassionati di fitness è pronto a tornare ad allenarsi e da quest´anno senza nessun obbligo di presentare il certificato medico. Ma non è detto che questo si traduca in un addio al pezzo di carta. «Molti titolari di strutture e centri sportivi continueranno a richiedere quello di sana e robusta costituzione del medico di base, soprattutto per tutelarsi».
A fare il punto della situazione è Paolo Adami, presidente della Federazione italiana aerobica e fitness (Fiaf), che interviene chiarendo la posizione dei titolari di palestra sulle polemiche che hanno accompagnato l´approvazione del decreto che rivede il sistema di certificazione medico sportiva voluto dall´ex ministro della Salute Balduzzi.
Quella delle nuove norme sui certificati medici è una questione su cui in questi giorni anche i medici e i pediatri hanno chiesto chiarezza.
«L´orientamento dei titolari delle palestre, a poche settimane dalla riapertura delle strutture - dice Adami - è quello di richiedere il certificato, loro perchè sono responsabili di ciò che accade e in caso di fatalità potrebbero risponderne».
Rimane invece l´obbligo del certificato per chi svolge un´attività non agonistica (gli alunni che seguono attività parascolastiche organizzate dagli istituti, dal Coni o società affiliate e chi partecipa ai Giochi della gioventù); inoltre «i medici o i pediatri di base dovranno annualmente stabilire, dopo anamnesi e visita, se questi ultimi necessitano di ulteriori accertamenti come l´elettrocardiogramma», come riporta l´emendamento introdotto in Senato ad agosto che ha abrogato l´obbligo di certificazione per l´attività ludico-motoria e amatoriale previsto dall´art.7 del Dl Balduzzi sullo sport inserito nel ´Decreto del farè.
«I dati più recenti stimano in 6 mln gli iscritti nelle palestre - ricorda Adami - anche se al riguardo non ci sono dati certi. E il 90% dell´attività sportiva praticata rientra in quella definizione di ludico-motoria amatoriale che, insieme a quella non agonistica e agonistica, classifica gli utenti del settore. Il legislatore - sottolinea - non ha mai previsto per chi pratica il tennis, il calcetto o il nuoto in maniera occasionale, di dover dimostrare di essere in buona salute. Sta - conclude - al buon senso della persona non mettere a rischio il proprio fisico e sottoporsi, se fa sport in modo amatoriale ma continuativo, a esami e test per prevenire pericolose fatalità».
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