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Inserita in Politica il 31/08/2015
da REDAZIONE REGIONALE
REPLICA DI NINO IPPOLITO ALLE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI GIBELLINA SALVATORE SUTERA
Leggo una stupefacente dichiarazione del sindaco di Gibellina Salvatore Sutera in cui, dopo avermi manifestato solidarietà, egli afferma che «l´atto» (ovvero l´aggressione da me subita) è da ricondurre «a relazioni private e familiari», quasi fosse un regolamento di conti tra me e la persona che mi ha aggredito. C0m´è noto, e come gli stessi potranno facilmente confermare, non ho mai avuto né con l´aggressore né con la moglie (che è il Vice Sindaco) screzi o ragioni di risentimento. Il sindaco ignora - o fa finta di non sapere - che tutto è nato dai commenti ironici su un manifesto del Comune contenenti errori ortografici, pubblicati su una pagina Facebook da me gestita come amministratore. E dalla pretesa, da parte dell´aggressore, di «finirla» (non voglio qui riportare il florilegio di espressioni colorite utilizzate nei miei confronti) con il pubblicare commenti che facessero riferimento all´attività della moglie Vice Sindaco. Vero, qui non c´entra la mia attività giornalistica, ma più semplicemente un elementare diritto costituzionale: l´espressione del libero pensiero. E che non è, dunque, come maldestramente vorrebbe far credere Sutera, una questione di «relazioni private e familiari», avendo, anzi, io intrattenuto fino a ieri, sia con l´aggressore che con il Vice Sindaco, rapporti cordialissimi. E´, più semplicemente, un problema di civiltà, di confronto democratico, della difesa del diritto a esprimere liberamente le proprie opinioni, spesso con ironia, su fatti più io meno importanti della vita amministrativa, senza per questo subire un´aggressione fisica. Possibile che il sindaco non si renda conto di questo ? Sutera, tra l´altro, omette di dire, eloquentemente, che l´aggressore è stato ed è, oltre che il marito del Vice Sindaco, un militante del suo movimento politico «Gibellina Riparte». Ignorare questi elementi, non so per distrazione o se per malafede, può solo servire a creare confusione e a fornire al sindaco il pretesto per ridurre il tutto a «relazioni private e familiari». La libertà di espressione e il diritto di opinione e critica, non sono una faccenda «privata». Infine, riguardo all´uso dei Social, lasci giudicare ai cittadini la rilevanza o meno di quello che si pubblica o si commenta; è sorprendente che il sindaco metta in discussione l´utilizzo di uno strumento che permette invece a molti cittadini di commentare quel che accade nella propria comunità e di tenersi informato anche sulle azioni dei propri amministratori. Scrivere che dovremmo evitare «l´uso di pagine pubbliche» sembra più una prescrizione medica e non un invito al confronto democratico. Tuttavia, quello che, nel merito della vicenda, dovevo specificare, l´ho già fatto in una circostanziata denuncia all´Autorità Giudiziaria.
Nino Ippolito
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