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Inserita in Cultura il 10/07/2015
da REDAZIONE REGIONALE
FAVIGNANA - ALDO CAZZULLO ´Possa il mio sangue servire´ UOMINI E DONNE DELLA RESISTENZA
Un nuovo libro «vero e pieno di vita» ci conduce al cuore della Resistenza. Storie di quotidiano eroismo che ci costringono a interrogarci sul nostro presente. «La Resistenza è un patrimonio che appartiene alla nazione. Forse è arrivato il momento di raccontare la grande storia attraverso le piccole storie». La Resistenza a lungo è stata considerata solo una “cosa di sinistra”: fazzoletto rosso e Bella ciao. Poi, negli ultimi anni, i partigiani sono stati presentati come carnefici sanguinari, che si accanirono su vittime innocenti, i “ragazzi di Salò”. Entrambe queste versioni sono parziali e false. La Resistenza non è il patrimonio di una fazione; è un patrimonio della nazione. Aldo Cazzullo lo dimostra raccontando la Resistenza che non si trova nei libri. Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai, di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai figli. Le storie delle suore di Firenze, Giuste tra le Nazioni per aver salvato centinaia di ebrei; dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che sceglie di morire con i suoi parrocchiani dicendo «vi accompagno io davanti al Signore»; degli alpini della Val Chisone che rifiutano di arrendersi ai nazisti perché «le nostre montagne sono nostre»; dei tre carabinieri di Fiesole che si fanno uccidere per salvare gli ostaggi; dei 600 mila internati in Germania che come Giovanni Guareschi restano nei lager a patire la fame e le botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani. La Resistenza fu fatta dai partigiani comunisti, ma anche da quelli cattolici, monarchici, autonomi. E fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai bersaglieri. La Resistenza ha avuto le sue pagine nere, che vanno raccontate, come fa anche questo libro; così come racconta le atrocità spesso dimenticate dei nazisti e dei fascisti. La storia è scandita dalle voci dal lager e dalle lettere dei condannati a morte, certi che dal loro sacrificio nascerà un’Italia migliore. A 70 anni dalla liberazione, mentre i testimoni se ne stanno andando, è giusto salvarne la memoria e raccontare ai giovani cos’è stata davvero la Resistenza, e di quale forza morale sono stati capaci i nostri padri.
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