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Inserita in Politica il 10/03/2015 da REDAZIONE REGIONALE

Sicilia. Crocetta, appello ai sindacati: Stiamo salvando la Sicilia

Sicilia.
Palermo, 10 mar. “Colgo con sofferenza e amarezza il fatto che le
organizzazioni sindacali abbiano deciso di rompere la trattativa sulla nuova
finanziaria. Il governo si è mostrato dall´inizioo completamente disponibile ad
accettare suggerimenti e proposte. Inspiegabilmente dopo che erano stati aperti
alcuni varchi importanti per possibili mediazioni, oggi è prevalsa l´idea di
respingere in toto le misure che riguardano i lavoratori, ritenendo che tutto
questo vada rinviato a un disegno di legge specifico. Sono già due anni che ci
sentiamo dire a ogni finanziaria che dobbiamo sempre rinviare a un ddl organico
tutte le riforme. Il risultato è che poi tali riforme non vengono fatte, salvo
alcune cose importanti già approvate, con la conseguenza che la Corte dei Conti
ogni anno ci parla di eccesso della spesa corrente e di assenza di interventi.
Abbiamo una partita estremamente importante difronte a noi, quella di salvare
la Sicilia. E questa partita si gioca tutti insieme, governo, parlamento e
sindacati. Nessuno si può tirare indietro perchè non è in gioco il destino di
una categoria, ma della Sicilia, il futuro dell´economia, delle imprese e dei
giovani siciliani. Nessuno si può chiudere in posizioni corporative, ma occorre
farsi carico dei bisogni generali del popolo siciliano e degli interessi della
Regione. Negli oltre due anni di governo ci siamo caratterizzati per aver
portato avanti politiche di riforme e austerità, senza fare massacro sociale.
Nella nuova finanziaria stiamo proponendo lo stesso schema: tagli agli sprechi
e ai privilegi, semplificazione amministrativa, sburocratizzazione, rilancio
delle attività produttive, riforma della burocrazia. Tutto questo per
risparmiare, senza togliere nulla ai lavoratori. Non si può pensare di fare uno
scontro sui prepensionamenti per il semplice motivo che tali prepensionamenti,
sia nel pubblico, sia negli enti collegati, sia nelle partecipate, sia tra i
forestali, non sono obbligatori ma volontari. Perchè i sindacati dovrebbero
opporsi a misure volontarie di fuoriuscita? Sia pure se esse introducono il
principio che in modo progressivo, si debba applicare il sistema di
pensionamento contributivo? Sinceramente non lo comprendiamo. In tanti sono
interessati al prepensionamento, altri non lo sono. Si dia possibilità a quei
lavoratori di poter fuoriuscire. Nel frattempo, solo tra dipendenti diretti
risparmieremmo 40 milioni in tre anni senza considerare le decine di milioni di
risparmio che avremmo negli altri settori. Non possiamo avere un approccio
ideologico per i problemi dei dipendenti. Per quanto riguarda gli altri temi,
mi sembra che siano contenuti elementi di razionalizzazione della spesa
pubblica, garantendo fortemente lo stato sociale in un momento di difficile
quadratura dei conti. Non possiamo presentarci al tavolo romano con una
generico impegno che forse faremo riforme. Abbiamo in corso una trattativa
molto delicata, che per la prima volta pone il rispetto dello Statuto, cioè
della Costituzione repubblicana, il riconoscimento delle prerogative della
Regione in materia di entrate, che risolverebbe definitivamente i problemi
finanziari della Regione. Per aver riconosciuti tali diritti, occorre mostrare
il segno e la volontà che i soldi non continueranno a essere sprecati come in
passato, che la Sicilia ha cambiato logica. Se non lo facciamo, saremo poco
credibili. Non è in gioco un qualsiasi accordo contrattuale, per gli accordi
c´è sempre tempo. Sono in gioco il futuro e stessa salvezza della Sicilia. Non
credo sinceramente che ci siano gli estremi per uno sciopero generale e spero
che questa decisione venga rivista. Occorre che tutti quanti prendano atto del
grande lavoro che si sta facendo e che dobbiamo continuare a fare insieme,
imprese, lavoratori, parlamento, governo. Occorre che tutti vedano che, grazie
alla politica di austerità degli ultimi due anni, per la prima volta dopo 7
anni di perita Pil (circa il 2% l´anno), non abbiamo avuto nessun calo di Pil
nel 2014, registrando un incremento dello 0,5% e, nel 2015, secondo gli
analisti si profila un incremento dell´1,5%. Ciò può determinare una situazione
di crescita, rilancio dell´occupazione, ripresa del lavoro. Tutto ciò grazie
anche al rilancio della spesa comunitaria che abbiamo portato dal 17,5% di
spesa certificata al 60% e dal 25% di spesa impegnata all´85%. L´attuale fase
della storia non è quella dello scontro, sarebbe nocivo per tutti e negativo
per la Sicilia. Invito i sindacati a riprendere il dialogo e il confronto
interrotti, per salvare la Sicilia e scrivere una nuova pagina della sua
storia”.

 

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