Ha 81 anni l’uomo che continua a dividere l’opinione pubblica sui rapporti tra pentiti e magistrati,tra chi lotta contro cosa nostra in aula, in politica, in tv e con una divisa tra i vicoli cittadini. Le uniche cose che ad oggi, sul conto di Bruno Contrada, non sono opinabili riguardano la sua carriera e le sentenze che l’hanno visto varcare i cancelli dei carceri militari a volte aperti proprio per fargli spazio.
Due modi diversi di leggere la stessa vita raccontata secondo le regole imposte dalla narrazione pronta a ricordarlo ora a capo della Squadra Mobile di Palermo, ora della Criminalpol siciliana per poi arrivare a riempire le pagine più succulente da “numero tre” del Sisde o di colui che, secondo le sentenze, collaborò con la mafia. Ad accusare di questo lo “007”, come è stato più volte definito, sono pentiti di mafia come Mutolo,Buscetta o Cancemi ma non solo.
Durante il processo è il pm Antonio Ingroia a chiedere ed ottenere la sua dura condanna. Da allora Bruno Contrada,che ha vissuto il carcere e le accuse come un’infamia, non ha mai smesso di proclamare la sua innocenza: «Sono stato incriminato,arrestato, processato, condannato, poi assolto e ancora condannato e incarcerato. Di tutte le accuse che hanno infangato e devastato la mia esistenza, nessuna risponde al vero».
Bruno Contrada,come raccontano le medaglie e le onorificenze che custodisce nella sua casa palermitana, è un uomo di Stato rimasto in “stato” di detenzione dal 24 dicembre del 1992 fino all’età di 81 anni per «fine pena».
Venti lunghi anni prima di poter tornare ad essere un uomo libero. Prima di poter raccontare,attraverso un libro intervista, la sua storia,senza difendersi,senza pretese. Solo un racconto di ciò che ha vissuto e di molto altro ancora. Una vicenda umana e giudiziaria che scrive insieme Letizia Leviti, conduttrice e inviata di SkyTg24: «La mia prigione.Storia vera di un poliziotto a Palermo».
272 pagine editate da Marsilio e presentate per la prima volta,in tutta la provincia trapanese, questa sera alle 21 all’Accademia di Belle Arti Kandinskij di via Cappuccini, 7.
Un appuntamento, moderato dal giornalista Francesco Mennella,che si appresta ad essere ricco di ricordi, considerazioni,fatti,racconti d un uomo che, nell’arco della vita ha conosciuto la mafia e i mafiosi,la politica e i politici,la magistratura e i magistrati ed anche il carcere nelle vesti di poliziotto e di carcerato.
Si affronteranno argomenti caldi che riguardano la sua storia e quella di questo Paese ricco di segreti. «Questo lavoro nasce da un patto di fiducia e verità con il dottor Bruno Contrada – afferma la giornalista Letizia Leviti coautrice del libro-E’una ricerca, una riflessione,un tentativo di far luce su un periodo storico complesso, ancora da capire.Meglio da decifrare»
Dalla presunta trattativa Stato-mafia fino ai risvolti più oscuri della sua vicenda saranno molti i temi che terranno viva l’attenzione del pubblico come i suoi rapporti con Falcone e Borsellino, il suo presunto coinvolgimento nella strage di via d’Amelio,e l’informativa sulla situazione della mafia a Palermo e provincia, che Contrada stilò nel 1982 all’indomani dell’omicidio La Torre, in cui per primo faceva riferimento all’esistenza della cosiddetta “zona grigia”.
Un incontro quello che stasera a partire dalle 21 in via Cappuccini,7 potrà finalmente dare molte risposte ma contemporaneamente generare altrettanti domande.