Inserita in Un caffè con... il 10/12/2014
da Direttore
Antonio Pasquale Lufrano
Tra il dire ed il fare c´è di mezzo il mare
Siamo sconcertati nell’apprendere i fatti di corruzione di Roma Capitale che si assommano ai recentissimi scandali dell’Expo, del Mose ed oggi dell’Umbria. Disgustati e preoccupati per le sorti della nostra società, per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti ai quali giornalmente pervengono questi continui esempi. E si, perché mentre da un lato abbiamo una Italia che è avvolta da un sistema di potere corrotto che coinvolge nel suo marciume tanto la politica quanto la “cosiddetta” società civile, dall’altra c’è un Italia (sempre politica e civile) che non vede, non sente, non parla come le famose tre scimmiette. Come si può giustificare che nessun amministratore si fosse reso conto dei disfatti di Roma Capitale prima che intervenisse la magistratura? E come si può giustificare che mai nessuno si fosse preoccupato di cambiare la struttura delle varie cooperative rosse da sempre coinvolte negli scandali? Tutto tace fino a quando non assistiamo alla solita reazione all’italiana dove politici, moralizzatori e predicatori di ogni genere fanno capolino dettando soluzioni di pronto intervento. E così ad una norma se ne aggiunge un’altra e poi ancora un’altra fino all’infinito per non risolvere nulla, ma solo per dire che io sono intervenuto subito e duramente e dare un contentino all’opinione pubblica. Allora, il nostro Premier Renzi, ieri sera, in un video messaggio ha annunziato nuove norme restrittive nei confronti dei corrotti, quale il prolungarsi della prescrizione, la restituzione delle somme illecitamente percepite e l’aumento della pena. A proposito di quest’ultimo misura legislativa ci auguriamo che non si faccia un papocchio ma che si tenga conto del principio del “ favor rei” sancito dall’art. 2 c.p. e dall’art. 25.2 della Costituzione. Noi siamo stati sempre per l’inasprimento delle pene e della certezza delle stesse e pertanto siamo fiduciosi che questi provvedimenti annunziati non si arenino nei meandri delle Camere visto che da mesi giace al Parlamento un disegno di legge anticorruzione e non possiamo neppure dimenticare che questo Governo in data 1 Dicembre, in esecuzione alla legge di delega n°67/2014, ha depenalizzato alcuni reati per cui niente galera per chi commette furto, danneggiamento, truffe, violenze private e minacce per costringere a commettere un reato. E dulcis in fundo! Alla luce di quanto è emerso dall’inchiesta di Roma Capitale mi chiedo se dignità e moralità politica non impongano ai politici che hanno accettato finanziamenti dalla cooperativa 29 Giugno di restituire i soldi ricevuti, peraltro pubblici, mettendoli a disposizione dello Stato? Devo proprio concludere con la tipica frase:”Parole e non fatti.”? Mi auguro di no! Antonio Lufrano Portavoce Associazione Nazionale di Azione Sociale www.anasitalia.org
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