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Inserita in Cronaca il 17/11/2014 da REDAZIONE REGIONALE

ROTARY - Filippo Iacolino, cittadino di Favara ed VIII° vescovo di Trapani

ROTARY
COMUNICATO STAMPA
Trapani non dimentica un suo santo Vescovo
Filippo Iacolino, cittadino di Favara ed VIII° vescovo di Trapani
Nuova fatica letteraria di mons. Michele Antonino Crociata
Prefazione di S. E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, attuale vescovo di Trapani
Clelia Anania, Presidente del Rotary, ha concluso i lavori



(Castellammare del Golfo / Tp, 15.11. 2014)

Un volume che si annuncia interessante questo sul Vescovo Iacolino, illustre figlio di Favara, quello presentato ufficialmente il 14 Novembre, ieri, nell’Aula Magna del palazzo vescovile di Trapani dal prof. Antonio Bellingreri, ordinario di Storia della Pedagogia nell’Università di Palermo. Un volume dal titolo “Filippo Iacolino, cittadino di Favara ed VIII° vescovo di Trapani”, con la prefazione di S. E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, attuale vescovo di Trapani, edito per i tipi dell’editore Vittorietti di Palermo, presente all’evento.
L’autore è Michele Antonio Crociata, in atto parroco a Castellamare del Golfo (TP), dove è nato nel 1944 e che per 40 anni è stato Ordinario di Storia nei Licei e negli Istituti Tecnici e Magistrali, non nuovo a fatiche storiche di questo genere. Socio onorario del Rotary Club di Castellammare del Golfo Segesta Terre degli Elimi ed erudito eclettico della Terra di Sicilia. Per l’occasione, infatti, numerosi erano i rotariani presenti, guidati proprio dal presidente del Club Clelia Anania a cui è toccato il compito di concludere i lavori.
Clelia Anania, dopo i preamboli di rito ed i sinceri e profondi sensi di stima e ammirazione rivolti al socio onorario e storico Michele Antonino Crociata, ha affermato “Afferma il Nostro amatissimo Vescovo, facendo riferimento al Suo predecessore, “forse per riscoprire questo padre-pedagogo bisogna uscire da sterili schematismi pro o contro le sue scelte e il suo stile. Il rigore spirituale e l’autorevolezza esigente di questo testimone del Risorto rovesciano i nostri luoghi comuni educativi ed evocano quella serietà necessaria (etica della Responsabilità), che ha fatto parlare di elogio della disciplina senza derive ideologiche o falsi pudori – in vari contesti familiari ed ecclesiastici, sociali ed amministrativi. Padre, rigore, serietà: sono tre irrinunciabili qualità per una guida autorevole di una comunità. L’esempio del Vescovo Iacolino possa essere d’esempio per quanti hanno, nei vari livelli e contesti, responsabilità e ruoli”.
La nuova fatica storica di questo studioso “non allineato”… Michele Antonio Crociata che ha voluto concentrare la sua attenzione su un cittadino favarese. Che , seppur per appena trenta mesi, in un ambiente difficile e in un periodo storicamente travagliato, ha speso generosamente le sue energie, come vescovo di Trapani, dal 18 gennaio 1948, giorno del suo ingresso, al 21 luglio 1950, quando si è prematuramente spento in una clinica di Palermo, dove si trovava in cura da qualche settimana.
Una vita preziosa, ricca di virtù e di opere al servizio di Dio e del prossimo, quella di Filippo Iacolino, nato a Favara il 6 giugno 1895. Uomo di profonda spiritualità, straordinariamente preciso nelle cose più ordinarie e di routine, sulla scia della “piccola via” tracciata dalla mistica di Lisieux, Santa Teresina del Bambino Gesù..
Una luminosa figura di uomo, di sacerdote e di apostolo, quella di Mons. Iacolino, sempre animato da grande spirito di sacrificio e di abnegazione. Pare che per il suo rigore fosse spesso chiamato “Rettore di ferro”, inflessibile nell’osservanza del regolamento, che però era il primo lui ad osservare, sempre puntuale e presente in tutti i momenti della giornata da perfetto seminarista. Anche da vescovo, seppur nel breve periodo, il suo fu un apostolato eroico: numerose le lettere pastorali e le parrocchie da lui costituite. Nell’opera di ricostruzione post-bellica a Trapani , oltre che alle chiese, prima pensò a ricostruire il Seminario e, solo dopo, il Palazzo Vescovile, entrambi distrutti dalla guerra. Nella lapide della sua tomba, all’interno della Cattedrale di Trapani, in un latino forbito, vengono sinteticamente ricordate le sue opere e virtù, di cui diede ampiamente prova. Si legge infatti, tra l’altro: “MITIS ET HUMILIS CORDE, XXX MENSES HAN ECCLESIAM SOLLERTIA ADMINISTRAVIT PRUDENTIAE PARI…… RESTITUTO SACRICOLARUM EPHEBEO….AUCTIS PROVISIS PAROECIIS ECCLESIIIS”. Insomma Seminario e Chiese parrocchiali in primo luogo, risvegliando contestualmente la coscienza dei laici nel sociale. Per questo diede impulso alle ACLI trapanesi e pur ammalato continuò sino alla fine la sua instancabile attività apostolica.
Filippo Nobile

LETTERA :

Eccellenza Reverendissima Signor Vescovo di Trapani,
autorità civili, militari e religiose, 
è con buon grado che ho accettato l’invito rivoltomi da Mons. Michele Antonino Crociata, socio onorario del Club Rotary che presiedo, storico, erudito, pietra miliare della cultura siciliana, attento osservatore delle dinamiche socio-culturali-relazionali della Nostra Terra, e, principalmente, amico sincero, di porgere il saluto, a nome del Club Rotary di Castellammare del Golfo Segesta Terre degli Elimi, in questa partecipata plenaria, nella quale ho avuto la fortuna di ascoltare approfondite analisi ed erudite dissertazioni su "FILIPPO IACOLINO, CITTADINO DI FAVARA E VIII VESCOVO  DI TRAPANI".
Vescovo di questa Nostra amata Diocesi, guidata, oggi, in questo tempo del Signore, sapientemente e con grande attenzione a tutti, pur se in un momento difficile e al contempo di impegno della storia della Chiesa, da Sua Eccellenza Reverendissima Pietro Maria Fragnelli.
Non voglio e non mi compete entrare nel merito della ennesima fatica letteraria-socio-teologica di Mons. Crociata, a cui rinnova, se mai ve ne fosse bisogno, stima, apprezzamento ed ammirazione, ma una osservazione vorrei farla.
Afferma il Nostro amatissimo Vescovo, facendo riferimento al Suo predecessore, “forse per riscoprire questo padre-pedagogo bisogna uscire da sterili schematismi pro o contro le sue scelte e il suo stile. Il rigore spirituale e l’autorevolezza esigente di questo testimone del Risorto rovesciano i nostri luoghi comuni educativi ed evocano quella serietà necessaria (etica della Responsabilità), che ha fatto parlare di elogio della disciplina senza derive ideologiche o falsi pudori – in vari contesti familiari ed ecclesiastici, sociali ed amministrativi.
Padre, rigore, serietà: sono tre irrinunciabili qualità per una guida autorevole di una comunità.
L’esempio del Vescovo Iacolino possa essere d’esempio per quanti hanno, nei vari livelli e contesti, responsabilità e ruoli.
A Mons. Crociata un sentito, vero, ed augurale “ad maiora semper”





 

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