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Inserita in Cronaca il 30/10/2014
da redazione
LEGA DIFESA DEL CANE - Prima udienza del processo Green Hill: il giudice ammette come parte civile Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Lav, Enpa e Leal.
Si è aperto stamani a Brescia, l´atteso processo contro Green Hill, l´allevamento dell´orrore di animali destinati alla sperimentazione chiuso nel luglio 2012. Nel procedimento che vede imputati per maltrattamento e uccisione di animali, Bernard Gotti e Ghislane Rondot, co-gestori di “Green Hill 2001 srl”, della “Marshall Bioresources” e della “Marshall Farms Group”, citati in giudizio con Roberto Bravi e Renzo Graziosi, rispettivamente direttore e veterinario della “fabbrica di beagle” di Montichiari, sono state ammesse come parti civili le associazioni Lega del Cane, Lav, Enpa e Leal.
“Siamo molto soddisfatti della decisione del giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Brescia Roberto Gurini. E´ un riconoscimento molto importante e per nulla scontato, anche perché si tratta di un processo molto sentito dall´opinione pubblica e dai media e la difesa aveva chiesto l´esclusione di tutte le parti civili”.Tra l´altro, un altro elemento molto significato è che sia stato fissato un calendario a tempi stretti con udienze a cadenza praticamente settimanale durante le quali verranno ascoltati gli esperti e e i testimoni di questa vicenda” - dichiara l´avvocato Michele Pezone, Responsabile Diritti Animali LNDC.
Si spera dunque che nel più breve tempo possibile si arrivi a una sentenza che faccia luce su quanto avveniva a Green Hill e che possa confermare le ipotesi accusatorie fatte dal PM in ordine al reato di maltrattamento.
“Le prove a carico degli imputati sono circostanziate e precise. I cani erano sottoposti ad autentiche sevizie che ne hanno segnato la vita e il comportamento. Tanti, troppi, gli animali detenuti in quella sorta di campo di concentramento: 2639 Beagle lasciati vivere – e morire – in condizioni insopportabili per raggiungere un continuo abbattimento di costi e spese. Un chiaro esempio di come il benessere animale si sottometta all’ansia di guadagno e alle logiche perverse di attività imprenditoriali che hanno nella tortura e nella sofferenza il loro comune denominatore” – afferma Piera Rosati, Presidente Nazionale LNDC.
Ora è giunto il tempo che quelle infelici creature trovino finalmente giustizia.
29 ottobre 2014
Lega Nazionale per la Difesa del Cane Ufficio Stampa
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