Inserita in Cronaca il 29/07/2020
da Rossana Battaglia
37° anniversario della strage di via Pipitone Federico
Oggi, mercoledì 29 luglio, ricorre il 37° anniversario della strage che, nel 1983, scosse profondamente Palermo e l’Italia intera con l’uccisione del Giudice Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo. Con lui morirono anche due carabinieri della scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, ed il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Sig. Stefano Li Sacchi. Queste le iniziative previste: alle ore 9.30 deposizione di corone di fiori a Palermo nel luogo della strage, in via Pipitone Federico davanti al civico 59; subito dopo, alle ore 9.45 sempre a Palermo, sarà celebrata la S. Messa in ricordo delle vittime della strage presso la Chiesa di San Michele Arcangelo (largo San Michele Arcangelo, in corrispondenza dell’incrocio tra via Pipitone Federico e via Nunzio Morello). Alle ore 11.30 a Misilmeri (PA), in piazza Rocco Chinnici, e alle ore 19 a Partanna (TP), in piazza Umberto I, saranno deposte corone di fiori.
Seguici online Quest’anno, considerata l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, che ha imposto la limitazione delle manifestazioni “in presenza”, nel giorno dell’anniversario verrà reso disponibile sul canale Youtube della Fondazione Rocco Chinnici (https://bit.ly/331LK26) un documento in cui i magistrati Antonio Balsamo, Matteo Frasca e Roberto Scarpinato, il Generale dei Carabinieri Giovanni Cataldo, il sociologo Antonio La Spina e il giornalista Rino Cascio parlano del Giudice Chinnici, del significato del suo impegno professionale e sociale e del contesto in cui lavorò.
* * * * * Rocco Chinnici nasce a Misilmeri (PA) il 19 gennaio del 1925. Entra in magistratura nel 1952. Dopo un lungo periodo di permanenza a Partanna come pretore, nell’aprile del 1966 si trasferisce a Palermo, giudice dell’ottava sezione dell’Ufficio Istruzione del Tribunale. Dai primi anni Settanta inizia ad occuparsi di delicati processi di mafia. Nel 1975 diviene Consigliere Istruttore Aggiunto. Quattro anni dopo, nel 1979, è nominato Consigliere Istruttore, proprio negli anni in cui la mafia sferrava un terribile attacco allo Stato. Chinnici ha allora una intuizione che fa di lui un magistrato particolarmente moderno: progetta e crea, nel suo ufficio, un gruppo di lavoro, una scelta per allora rivoluzionaria e non ancora supportata da un apposito sostegno legislativo, dando forma a quello che sarà poi definito “pool antimafia”. Accanto a sé, Chinnici chiama due giovani magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ed è proprio con loro che mette in cantiere i primi atti d’indagine di quelli che si caratterizzeranno come i più importanti processi di mafia degli anni Ottanta. L’attività del Giudice Chinnici non si esaurisce, però, all’interno delle aule giudiziarie: è un magistrato impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, rivolgendosi, particolarmente, alle giovani generazioni. Rocco Chinnici viene ucciso il 29 luglio del 1983 all’età di cinquantotto anni, con il primo attentato che utilizza la tecnica dell’esplosivo comandato a distanza.
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