Inserita in Politica il 30/06/2019
da Direttore
Altri depistaggi dietro la strage di Via D’Amelio
Apprendiamo dalla stampa dell’udienza, tenutasi giovedì scorso a Catania, per la revisione del processo che portò l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, ad essere condannato per traffico di droga, a seguito delle accuse formulate a suo carico dall’ex pentito Vincenzo Calcara. Calcara aveva accusato l’ex sindaco di essere a capo della famiglia mafiosa di Castelvetrano e, di aver chiesto all’ex pentito di prepararsi ad uccidere il giudice Paolo Borsellino utilizzando un fucile di precisione. Fatti per i quali Vaccarino venne arrestato nel 1992, a seguito della cosiddetta ‘Operazione Palma’ e successivamente assolto. Nel corso dell’udienza di giovedì, la Procura Generale, oltre a chiedere l’annullamento di quella sentenza ritenendo Vincenzo Calcara assolutamente inattendibile – così come sostenuto da altri magistrati in diverse sedi - avrebbe fatto riferimento a un vero e proprio depistaggio messo in atto dal pentito. Un’affermazione che prospetta inquietanti scenari in merito alle ragioni che nell´autunno del 1991, portarono Calcara a collaborare con la giustizia. Infatti, mentre Calcara durante quel periodo muoveva accuse nei confronti di soggetti rivelatisi poi estranei alla consorteria mafiosa, l’attuale boss latitante, Matteo Messina Denaro, a Castelvetrano, incontrava i vertici di “Cosa Nostra” per organizzare le stragi del 1992, nel corso delle quali vennero uccisi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le rispettive scorte. Val la pena di ricordare come Calcara, iniziando la sua collaborazione con la giustizia, si guardò bene dal fare il nome di Matteo Messina Denaro – come dichiarato dai giudici Massimo Russo e Alessandra Camassa, nel corso del processo Borsellino Quater - del quale non poteva non conoscere la caratura criminale, essendo Calcara ‘uomo d’onore riservato’ di Francesco Messina Denaro, al quale venivano affidati importanti incarichi come il traffico di armi, il traffico di droga, il trasporto di esplosivi da utilizzare per le stragi, nonché il commettere delitti eccellenti, quali quello del giudice Borsellino.
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