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Inserita in Cronaca il 29/03/2019 da Direttore

UNIVERSITA’ DELLE GENERAZIONI – Avv. Francesco Tassone di Vibo, una vita lunga ed ineguagliabile.

UNIVERSITA’
L’Università delle Generazioni ha chiesto ad uno stretto collaboratore dell’avv. Francesco Tassone (nato a Spadola nel 1926 e operante da numerosi decenni a Vibo Valentia) un breve scritto “ufficiale” (sulla lunga e significativa attività di questa grande personalità universale, ma più specificatamente euro-mediterranea)  da allegare alla motivazione del Premio “Giganti della Calabria” che Gli verrà assegnato, assieme ad altre 9 personaggi che rendono onore all’universo mondo, in particolare al nostro popolo e al nostro territorio, a volte vivendo in un’altra regione o addirittura all’estero. Ed ecco, qui di seguito, le tre cartelle di cui si compone la comunicazione, che, per la sua importanza,  l’Università delle Generazioni ritiene di dover rendere pubblica, augurando una utile acquisizione da parte di tutti e, in particolare,  dei giovani.

Preg.ma Università delle Generazioni,

mi affretto a inviarvi fotografia ed una scheda per una possibile “motivazione” del Premio, lasciando all’organizzazione le modifiche da apportare, i tagli e le correzioni che ritiene più opportune.

1. “Il punto saliente dell’attività pubblica, di interesse generale, svolta da Francesco Tassone è costituita dalla pubblicazione della rivista “Quaderni del Sud- Quaderni calabresi”, il cui primo numero porta la data del “marzo 1968”. Un lavoro costante protrattosi per oltre cinquant’anni e che di recente ha dato origine all’impostazione di una sua seconda fase, come organico sviluppo della prima, all’insegna del motto “Quaderni, punto e a capo”. La cui peculiarità rispetto alla prima fase, della quale conserva a pieno tutti i principi fondanti e le acquisizioni conseguite, consiste nel porsi come punto di raccordo del lavoro di ricostruzione e riplasmazione della propria identità da parte delle varie e molteplici comunità che costituiscono il pianeta Meridione. Allo stato, al lavoro per l’attuazione di questa seconda fase prendono parte alcuni gruppi del Cilento (Vallo della Lucania); alcune comunità della Basilicata (Brindisi di Montagna, con quella straordinaria organizzazione  di lavoro identitario, condotto sul terreno culturale, occupazionale e produttivo, che è la Grancia); alcune comunità delle Serre Calabresi e del Poro (Vibo Valentia); e della Campania, Caserta-Napoli-Castellammare di Stabia.


2. I primi cinquant’anni di vita della rivista sono contrassegnati:

a) dalla lettura della condizione del Meridione come colonia interna della struttura costruita con lo Stato Nazionale Italiano, asservita attraverso tale struttura ai processi di sviluppo delle popolazioni “tosco-padane”, come li definiva Nicola Zitara, al quale si deve lo splendido saggio apparso nel numero di avvio del marzo 1968 dal titolo “In attesa dell’Avvento”, poi via via sviluppato nell’opera fondante di tutto il processo di ricostruzione, a cui venne dato il titolo “L’Unità d’Italia. Nascita di una colonia”. Un libro nato quindi all’interno del lavoro di partecipazione attiva che la rivista andava conducendo, con suoi diretti interventi in vicende drammatiche, quali la “Rivolta di Reggio”; e di recente la Jaca Book ha provveduto a pubblicare una nuova edizione.

b) Furono infatti la partecipazione, la riflessione e lo studio dei caratteri di quella rivolta urbana, condotti dal e all’interno del Circolo Salvemini di Vibo Valentia, che della rivista era l’editore, fu all’interno di una tale temperie, che Nicola Zitara maturò, dopo una vita di battaglie socialiste deludenti e di studi severi di economia e di storia, quanto da tempo in lui urgeva    e a cui egli diede il nome corretto di “colonia”.

3. La rivista si mosse da allora in modo sempre più chiaro su tale piano, articolato su un doppio binario:

a) la organizzazione politica delle popolazioni meridionali, comprese in esse le popolazioni che, pur dotate di una propria identità quali le popolazioni siciliane e quelle sarde, sono parimenti assoggettate allo stesso ordinamento di sfruttamenti, di cui lo Stato Italiano costituisce l’epicentro. Nacque così il “movimento Meridionale” (formula abbreviata della più corretta dizione, formulata dai circoli sardi: “Movimento dei contadini e dei proletari del Mezzogiorno e delle Isole”) che condusse molte battaglie elettorali, (di cui i Quaderni hanno via via fornito la cronaca e le motivazioni), protrattesi fino ai primi anni di questo nuovo XXI secolo. Durante tale fase la rivista prese correlativamente il nome di “Quaderni del Mezzogiorno e delle Isole”.

b) Il secondo binario è costituito dal suo diretto intervento in alcuni processi di riorganizzazione della vita di talune comunità colpite da gravi calamità naturali.

       Il piccolo gruppo, costituito dalla redazione della rivista, con sede a Vibo Valentia, divenne il gruppo promotore e organizzatore di tali processi sviluppatisi a Fabrizia, comunità delle montagne calabresi colpita dalla disastrosa alluvione che colpì Calabria e Basilicata nella notte del 1° gennaio 1973; e successivamente sviluppatisi in numerosi paesi della Basilicata e dell’Irpinia, regioni e province pressoché interamente devastate dal terremoto del 20 novembre 1980.

 Nell’uno e nell’altro caso il lavoro fu inteso alla riorganizzazione delle strutture e delle forze produttive  e lavorative che in ogni comunità, per quanto impoverita dal “sottosviluppo” ha comunque in sé finché esiste   come comunità. A rifletterci bene, si tratta di un indirizzo di lavoro non molto dissimile da quello che oggi la rivista lavora   a realizzare sotto la formula “Punto e a capo”

Questo sembra all’organizzazione il dato rilevante del lavoro sociale e culturale di Francesco Tassone, suscettibile di essere segnalato con l’attribuzione del “Premio”; un’attribuzione volta non solo ad un riconoscimento, ma anche all’indicazione di una direzione di lavoro di promozione umana, civile, produttiva, democratica che costituisce la più solida base per la riconquista della propria soggettività politico-istituzionale.

      A questo proposito va segnalato anche il cammino che la Rivista va percorrendo attraverso le note e gli scritti di Francesco Tassone, quale suo direttore: quello per il quale la “identità” storico-culturale-produttiva delle popolazioni   meridionali va ricostruita, non come identità “separata” e tantomeno  identità “contrapposta” ad altre; ma come elemento del processo di democratizzazione dei rapporti sussistenti tra tutte le comunità  e tutti gli uomini che componiamo questo nostro piccolo e sempre più ravvicinato pianeta. Nella convinzione che o dai disastri e dalle follie ci salviamo tutti o non si salva nessuno.  E, meglio ancora che la felicità, tutto ciò che è degno e quindi necessario alla vita, sarà per tutti o non sarà.

4. Va ricordato il lavoro editoriale svolto attraverso la casa editrice Qualecultura, fondata da Francesco Tassone insieme al gruppo che si era raccolto intorno al Circolo Salvemini e alla Rivista con l’intento di condurre, sulla condizione del Meridione, una riflessione dall’interno, quale espressa dagli uomini che tale condizione vivono dall’interno.  Facevano parte di tale gruppo uomini come Luigi Lombardi Satriani, Mariano Meligrana, Nicola Zitara, Rocco Brienza, Domenico Scafoglio. Per questo suo carattere, per il fatto di costituire un’iniziativa di animazione interna ad una condizione tutta propria, l’editrice godette della possibilità di vedere distribuiti i suoi libri dalla casa editrice Jaca Book  - la stessa che poi pubblicò il libro “L’Unità d’Italia-nascita di una colonia” di Nicola Zitara e che da anni svolgeva un lavoro fondamentale sullo stretto nesso funzionale che intercorre  tra “sviluppo” e “sottosviluppo”, pubblicando sul tema opere fondamentali.

 Fu così che videro la luce “Il canto dei nuovi emigranti, di Franco Costabile; “Storia della gente in Calabria, di Domenico Minuto; “Enotrio”; l’ampia ed accurata ricerca su “La poesia delle Calabrie dal duecento ad oggi” di Franco Grasso, di cui sono stati pubblicati i primi due volumi ed il terzo è pronto per la pubblicazione; “L’acqua di Gangà” ampia documentazione sulla tradizione popolare orale di Curinga; un gruppo di lavoro di opere in Grecanico, di autori quali Salvino Nucera, ovviamente con traduzione in lingua italiana; “Diritto egemone e diritto popolare” di L. Lombardi Satriani e Mariano Meligrana;  per citare solo taluni dei titoli principali all’interno di più di 100 pubblicazioni. ===

Vibo Valentia 28 marzo 2019

 

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