Inserita in Politica il 20/01/2019
da Direttore
“Le grandi vie di comunicazione” da Palermo a Parigi se ne parla Torino, 25 febbraio 2019
Nel 1871, il Tunnel del Frejus permise di far passare la velocità di transito delle merci con la Francia dai 5 km/h dei cavalli e muli, ai 40-50 km/h del treno. Collegando l’Italia all’Europa, Cavour e i suoi contemporanei diedero impulso al processo d’indipendenza e di unificazione, coscienti che gli investimenti avrebbero determinato una forte ricaduta sullo sviluppo dei sistemi locali e sostenuto l’emergere di nuove categorie sociali. Oggi per il Nord-Ovest si conferma l’importanza di essere un crocevia dei collegamenti mondiali, vero fattore di crescita per le comunità. Circa undici milioni di mezzi pesanti e circa 130.000 treni dedicati alle merci trasportano ogni anno circa 220 milioni di tonnellate di materiale attraverso l’arco alpino; la gestione di questi flussi è guidata dalle politiche dei singoli Stati, dalla condizione delle infrastrutture, dall’organizzazione logistica delle aziende di produzione. La direttiva “Eurovignette” ha dato gli strumenti per gestire questi flussi e “far pagare a chi inquina” i territori. Qual è il suo stato di applicazione in Italia e le prospettive di armonizzazione? L’ampliamento del Canale di Suez per larghezza (225 m) e profondità (24 m) riporta il Mediterraneo al centro dei traffici marittimi e affida ai porti di Genova, Savona e La Spezia un ruolo strategico. Inoltre, i collegamenti su ferro tra Cina e Spagna si sviluppano sull’asse portante Est-Ovest nell’ambito del progetto di una “Nuova Via della Seta”. Quali e quante sono le economie locali interessate dal più grande investimento economico internazionale della storia moderna? I camion e i treni che ogni anno invadono le valli hanno un forte impatto sui territori non solo montani, ma anche sulle pianure che ne stanno alla base. I comuni e le province ne subiscono il passaggio senza poter far nulla e senza ricavarne benefici. In Svizzera e Austria, ma anche in Francia, alcune politiche locali e nazionali hanno individuato diverse soluzioni, mentre nel nostro Paese si mettono in contrapposizione le manutenzioni ordinarie con le grandi opere, perché gli investimenti pubblici scarseggiano. Come sviluppare una maggiore partecipazione delle comunità e degli amministratori locali e uscire dalla logica di contrapposizione?
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