Inserita in Politica il 05/11/2018
da Direttore
Il responsabile provinciale romano del movimento Italia dei Diritti si dice preoccupato per i disagi che potrebbero ripercuotersi sugli utenti se il nuovo ospedale dei Castelli Romani non entrerà da subito a pieno regime.
Roma 05 Novembre 2018: Dal 3 novembre l’ospedale san Giuseppe di Albano ha cessato il ricovero di nuovi pazienti ed entro il 9 del mese in corso per le 14,30 è previsto lo spostamento dell’ultimo paziente ricoverato nella struttura albanense verso altro nosocomio. Genzano di Roma invece cesserà i ricoveri presso il De Santis a partire dal 14 novembre, Il tutto per preparare l’apertura del nuovo ospedale dei castelli prevista per il 18 dicembre. Ma come verranno ripartite le persone che necessiteranno di un ricovero? Carlo Spinelli responsabile provinciale romano del movimento Italia dei Diritti interviene sul tema : “ Sarà un mese e mezzo pieno di disagi per gli utenti del bacino Albano Laziale, Ariccia, Genzano di Roma che si troveranno con i tre ospedali chiusi e dovranno essere dirottati tra Velletri e Anzio per la ginecologia e pediatria con l’aggiunta di Frascati per la medicina e nefrologia e villa delle querce, sant’Anna di Pomezia san Raffaele di Montecompatri e Madonna delle grazie per gli altri reparti. Inoltre – continua Spinelli – dal 3 Novembre sono cessate anche le operazioni di pronto soccorso presso l’ospedale di Albano dove resta in funzione un punto di primo intervento, e questo andrà a congestionare ancor di più i pronto soccorso degli ospedali di Velletri e Frascati a danno dei cittadini che si troveranno a dover usufruire del servizio. Per il 19 invece è prevista la cessazione dei servizi di poliambulatorio e diagnostica di immagini dei tre ospedali il tutto in attesa dell’apertura del nuovo ospedale dei Castelli Romani che verrà inaugurato nella sede di via nettunense ad Ariccia il 18 Dicembre. Capisco i tempi tecnici per lo spostamento dei macchinari e quanto altro dai tre ospedali al centro di via nettunense, ma i disagi che i cittadini si troveranno ad affrontare saranno molteplici. La speranza – prosegue l’esponente IDD – e che a questi disagi, con l’apertura del nuovo ospedale, risponda un servizio efficiente e all’avanguardia come da tempo sbandierato dal presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti che valuta il nuovo ospedale dei Castelli Romani come l’eccellenza della sanità laziale. Ma se questo mese e mezzo di disagi per gli utenti sono necessari per organizzare l’apertura del nuovo polo ospedaliero, la domanda che mi pongo – prosegue Carlo Spinelli – è un’altra; il 18 dicembre il nuovo ospedale sarà operativo al massimo delle potenzialità o, come si vocifera, vedrà un’apertura soltanto parziale? Nel caso di questa seconda ipotesi per gli utenti del territorio si aggraveranno i disagi per la riduzione dei posti letto e dei relativi servizi rispetto a quanto i tre ospedali di Albano, Ariccia e Genzano sono riusciti a fornire fino ad oggi creando maggiori difficoltà anche ai nosocomi dei comuni confinanti e amplificando ancor di più i problemi di un servizio sanitario già di per se stesso carente. Quindi – conclude Spinelli – prima di chiudere le strutture ospedaliere di Albano Laziale, Ariccia e Genzano di Roma non è meglio aspettare che il nuovo ospedale dei Castelli romani sia efficiente appieno e possa soddisfare le esigenze delle circa 85.000 persone che abitano nei tre comuni che l’ospedale dovrà servire?
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