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Inserita in Cronaca il 24/09/2018 da Direttore

SI SPEGNE NICOLA CARLISI

SI
UN ROTARIANO SINCERO CHE HA ANTICIPATO I TEMPI E HA CERCATO DI PORRE RIMEDI AI FENOMENI CHE MINACCIAVANO IL MONDO E LŽUMANITAŽ
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SI SPEGNE NICOLA CARLISI, PAST GOVERNOR DEL ROTARY DEL DISTRETTO 2110
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Il messaggio di Carlisi «Privilegiare sempre il "fare" rispetto al "dire" perché sono le azioni concrete e non i bei discorsi che possono concorrere a fare del Rotary quella grande organizzazione nota in tutto il mondo per la sua attività in favore di tutti i popoli della terra senza distinzione alcuna di razza, lingua, fede religiosa o politica»
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Si è spento oggi, il prof Nicola Carlisi, già governatore del Rotary International del Distretto 2110 (nel 2008-2009) e presidente, negli anni 1997-98 e 1998-99, del Club Rotary Palermo Monreale del quale era socio. Nicola Carlisi, sposato con Giovanna, due figli, docente universitario, tra il 1969 e il 2000, di diritto commerciale presso la facoltà di Giurisprudenza dellŽUniversità degli studi di Palermo, è stato, per molti siciliani, un uomo e un professionista (così lo ricordano tanti amici) che ha fatto della sua vita lŽesempio più sincero degli ideali umani e rotariani imperniati sul servizio sul darsi senza ricercare appagamenti a interessi personali) e sullŽamicizia tra gli uomini e tra i popoli, in un momento storico nel quale non erano così profonde le spaccature tra il Sud e il Nord del mondo. Era lŽ8 Giugno del 2008 quando Nicola Carlisi riceva presso lŽAtahotel Naxsos Beach Resort, nel corso del XXX Congresso Distrettuale, il collare di Governatore del Rotary del Distretto Sicilia Malta da parte del PDG Salvatore Sarpietro. Nel suo saluto ai rotariani siciliani e maltese, ad apertura dellŽanno a sua guida, scriveva che è necessario «porre in atto tutto quanto sarà nelle nostre possibilità per "concretizzare i sogni", rispondendo così allŽ appello del nostro Presidente Internazionale, Dong Kurn Lee, che ci invita ad adoperarci con ogni mezzo a nostra disposizione per migliorare le condizioni di vita dei bambini nel mondo». Un impegno che, a volerlo leggere oggi, a ventŽanni di distanza, appare non solo profetico ma ancora attuale. E continuando, scriveva «dovremo adottare ogni possibile strategia perché gli ideali del Rotary che ne hanno ispirato lŽazione negli oltre cento anni trascorsi dalla sua fondazione (23 febbraio 1905) possano sempre più diffondersi nel mondo attraverso le azioni ed i comportamenti di tutti gli uomini di buona volontà che sentano la vocazione al servizio in favore degli altri al di sopra di ogni personale interesse. Anche in questo anno continueremo a perseguire le vie dŽazione indicate dai Presidenti Internazionali degli anni scorsi (sanità e fame, risorse idriche, alfabetizzazione, famiglia del Rotary) mirate, però, più specificatamente alla salvaguardia dei bambini per cercare di arginarne lo spaventoso indice di mortalità (trentamila al giorno nel mondo) dovuto, appunto, prevalentemente alla scarsità di acqua o di cibo, alla mancanza di assistenza sanitaria, al totale analfabetismo che non consente di avere cognizione anche delle più elementari norme di autotutela».
La direttrice del suo impegno, per la verità, era risultata chiara e incisiva sin dallŽAssemblea di Portorosa (allora furono relatori, tra gli altri, il ch.mo prof. Gianni Puglisi, presidente della Commissione Italia dellŽUnesco, oggi rettore della Università Kore di Enna, e mons. Antonino Raspanti, preside della Facoltà Teologica, oggi vescovo della Diocesi di Acireale), del maggio dello stesso anno, quando rivolgendosi ai dirigenti che avrebbero guidato i club, nel corso dellŽanno a sua guida, chiese lŽimpegno di «privilegiare sempre il "fare" rispetto al "dire" perché sono le azioni concrete e non i bei discorsi che possono concorrere a fare del Rotary quella grande organizzazione nota in tutto il mondo per la sua attività in favore di tutti i popoli della terra senza distinzione alcuna di razza, lingua, fede religiosa o politica». 
Un messaggio che poteva radicarsi a una sola condizione, quella di camminare sulle gambe di rotariani capaci di essere, nelle proprie professioni e nella propria vita, un modello, un esempio.
Fu epocale ed è ancora attuale la sua posizione sullŽeffettivo del Rotary. In un momento storico, come quello odierno, in cui ci si chiede quanto importante sia essere modello e nel quale il numero dei rotariani nel mondo flette, Nicola Carlisi, anche qui di grande attualità e lungimiranza, parlando con autorevolezza e cognizione dellŽincremento dellŽeffettivo diceva ai suoi presidenti siciliani e maltesi «:nel corso degli anni si sono alternate diverse correnti di pensiero, da quella che propende per lŽespansione a tutti i costi a quella che nella espansione stessa intravede un pericolo di deterioramento della qualità dei soci. Ritengo che la soluzione vada ricercata nella capacità dei dirigenti dei nostri Club di individuare, nellŽambito del proprio territorio, persone di buona volontà e buon carattere emergenti nellŽambito della propria attività o professione, che abbiano una notevole propensione al servizio al di sopra del personale interesse e che siano disposte a dedicare il proprio tempo al perseguimento delle finalità del Rotary. A queste condizioni ben venga lŽespansione così come la creazione di nuovi club in aree capaci di dare nuovi rotariani veri».
Le sue, possiamo dirlo, non per piaggeria o per circostanza, furono delle campagne di grande impatto e lo sarebbero ancora oggi, ne ricordiamo tre per tutte; due di queste con le sue stesse parole, quelle rivolte ai rotariani siciliani alla fine del suo mandato annuale (era il giugno del 2009) «abbiamo cercato di diffondere il più possibile, anche con il prezioso ausilio delle Autorità scolastiche che ci sono state molto vicine e ci hanno supportato con la partecipazione diretta dei loro massimi dirigenti, due importanti campagne, una rivolta a combattere lŽuso di alcol e di droghe e lŽaltra per la vaccinazione contro il papilloma virus». 
E quellŽaltro, sullŽambiente, che vide protagonista, non solo distretto Sicilia Malta. Il concorso "Rotary Enfasi 2009" fu promosso, infatti, dai Distretti dellŽItalia, di San Marino, dellŽAlbania e di Malta, nato proprio per finanziare la ricerca e lo sviluppo di prototipi di progetti originali che avessero lŽobiettivo di produrre energia destinata ai Paesi in via di sviluppo.
Disse Nicola Carlisi, durante la conferenza stampa di presentazione, che era necessario «sensibilizzare i soci a un rapporto più virtuoso con lŽambiente. Il tutto, in considerazione del fatto che spesso si registra un eccesso dŽinformazione e di retorica che non induce il cittadino e le istituzioni ad agire con quella prontezza che sarebbe invece necessaria».
Gli uomini che fanno storia, che restano nella storia, sono quelli capaci di anticipare i grandi fenomeni e i grandi temi del dibattito mondiale. Nicola Carlisi fu pienamente un anticipatore dei tempi e, lo fu di più, nel momento in cui al semplice dibattito fece seguire lŽazione, non solo la sua personale ma anche quella di una organizzazione mondiale tanto radicata quanto importante come il Rotary.
Il suo, possiamo dirlo senza paura dŽessere smentiti, fu un messaggio che, a distanza di anni, non è solo attuale, ma è ancora profetico.
Commuovono le parole del suo messaggio conclusivo ai rotariani, destinate non a auto elogiarsi, non a fare la sintesi del suo impegno, ma ad invitare tutti, in un momento triste per il nostro Paese, ad un nuovo impegno umano, sociale e rotariano «non mi sento, tuttavia, di chiudere la presente senza ricordare ancora una volta i nostri fratelli dŽAbruzzo nei confronti dei quali abbiamo tutti lŽobbligo morale di intervenire con ogni mezzo possibile, primo fra tutti quello di destinare gli interventi in favore dei terremotati e della loro terra, tutte le possibili economie che riusciremo a fare nella gestione dei nostri Club con la rinuncia a qualche cena o la trasformazione in caminetto di qualche serata di gala».
Degli uomini restano gli esempi, oltre che le parole. I suoi esempi sono le orme sulle quali cammineranno molti siciliani e molti rotariani.
Molti, oggi, dicono «Addio Nicola».
«Ti vogliamo salutare - affermano i rotariani -  con il saluto che desti, ai rotariani siciliani e maltesi, nellŽeditoriale della rivista "Rotary 2110 - Bollettino del Distretto 2110 Sicilia e Malta del R. I." del giugno del 2009».
Scrisse nel congedarsi da essi: «Assolto anche a questo ultimo compito, non mi resta che ringraziarVi ancora una volta ed abbracciarVi calorosamente in nome di quei principi nei quali tutti noi crediamo».
E quellŽabbraccio, oggi, è ancora attuale e lo vogliamo fare nostro con tutte le forze. 

Antonio Fundarò

 

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