Inserita in Economia il 04/12/2013
da Direttore
LŽAniem firma il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per le Pmi edili. DŽAguanno: ŽIl coraggio di rinnovareŽ
(nella foto da sinistra Dino Piacentini - Presidente Nazionale Aniem; Federico Ruta - Direttore Generale Aniem; Ninni DŽAguanno - Presidente Aniem Sicilia)
Il 28 ottobre scorso Aniem, prima associazione nel settore costruzioni, ha firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per le Pmi edili: una firma che è stata il risultato di un lungo lavoro che le parti hanno messo a punto nellŽultimo anno con uno spirito che ha messo al centro la tutela dellŽesperienza delle aziende e dei lavoratori. Un gesto di responsabilità condiviso da Aniem e dalle organizzazioni sindacali, ancor più forte laddove altri sistemi di rappresentanza, a distanza 11 mesi, hanno interrotto le trattative per il rinnovo, portando i sindacati a proclamare uno sciopero di 8 ore per il 13 dicembre. Abbiamo chiesto a Ninni DAguanno, presidente di Aniem Sicilia aderente a Confimi Impresa, di spiegarci, dal suo punto di vista, le luci e le ombre dellŽandamento dei rinnovi dei differenti contratti nel settore dellŽedilizia.
PerchŽ la scelta controcorrente di Aniem di procedere al rinnovo contrattuale, finora unico sistema di rappresentanza dellŽedilizia? Apprendo proprio in questi giorni che, dopo 11 mesi, si è registrata una rottura nelle trattative tra Ance, Coop e sindacati proprio a causa dellŽindisponibilità della parte datoriale a costruire un progetto di riorganizzazione della bilateralità. Ecco, pur non volendo entrare nel merito delle scelte che riguardano altre organizzazioni, in questa posizione emerge la differenza sostanziale tra Aniem ed Ance: noi vogliamo innovare, voltare pagina, nellŽinteresse anzitutto dei lavoratori, perchŽ se non siamo in grado di rimettere in circuito qualche aumento significativo, tale da riattivare i consumi, non riusciremo a garantire nessuna ripresa economica. Questa è una crisi strutturale che richiede interventi strutturali, gli schemi del passato vanno rimossi.
In che cosa Aniem si distingue dalle posizioni assunte dai sistemi di rappresentanza dellŽedilizia riconducibili a Confindustria e Coop? I fatti dimostrano che questi sistemi non hanno interesse a cambiare, resistono in tutti i modi alle riforme. Noi abbiamo colto la disponibilità dei sindacati a rimettere in discussione lŽattuale sistema della bilateralità al fine di ridurre il numero degli enti, abbassare i costi, costruire finalmente un sistema unico che elimini la frammentazione e la dispersione di risorse. Altri , evidentemente, difendono posizioni di privilegio, ragionano in un contesto anacronistico e conservatore nel quale si pensa a tenere in vita ostinatamente oltre 120 casse edili con meccanismi, apparati e prestazioni che non hanno giustificazione alcuna rispetto alle reali esigenze del sistema. Con i sindacati ci confrontiamo, spesso in modo acceso. Vorremmo accelerare la modernizzazione del sistema, voltare pagina, ma comunque non abbiamo voluto disperdere un segnale di disponibilità volto a razionalizzare il sistema della bilateralità che nella piattaforma sindacale di rinnovo era presente.
Altra questione che sta a cuore ad Aniem riguarda la formazione. Anche qui è arrivato il momento di reagire. Come è possibile e giustificabile che lŽedilizia debba pagare la formazione due volte? Una, prevista dalla legge e gestita dai fondi interprofessionali, lŽaltra di natura contrattuale per il funzionamento delle scuole edili. Alla formazione reale noi teniamo molto, la specializzazione continua e lŽaggiornamento delle maestranze è una esigenza delle imprese, ma non possiamo più mantenere «baracconi» che drenano risorse a danno di imprese e lavoratori. LŽobiettivo è sempre lo stesso: liberare denaro per metterlo nelle tasche dei lavoratori, non chiediamo altro. Si parla tanto di cuneo fiscale, di calmierare la pressione fiscale che grava sul costo del lavoro facendoci perdere competitività con i mercati internazionali, tutto ciò è giusto e condivisibile. Ma, intanto, iniziamo noi sistemi di rappresentanza a dare segnali, a rinnovare certe distorsioni, poichŽ alcune sono direttamente nella nostra disponibilità, mentre su altre possiamo far fronte comune nei confronti delle istituzioni. Aniem la sua scelta lŽha fatta, le nostre imprese ci seguono e anche i nostri lavoratori. Vorremmo chiarezza da parte delle altre parti sociali.
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