Inserita in Economia il 13/01/2018
da Direttore
San Vito lo Capo farà il possibile per acquisire al patrimonio pubblico, dunque fruibile dall’intera collettività, l’antica tonnara del Secco
L’Amministrazione comunale di San Vito lo Capo farà il possibile per acquisire al patrimonio pubblico, dunque fruibile dall’intera collettività, l’antica tonnara del Secco, eletta “Luogo del cuore” in Sicilia dal FAI nel 2017 (settima in tutta Italia). Lo assicura il sindaco Matteo Rizzo alla notizia che nel prossimo mese di marzo si procederà all’asta per la vendita delle proprietà immobiliari della società Valtur, oggi in amministrazione straordinaria, che nel 1999 acquistò la ex tonnara per poi abbandonarla al degrado. “E’ intenzione mia e della maggioranza consiliare fare di tutto per cercare di condurre questo bene storico, patrimonio del nostro territorio, in mani pubbliche – dice il sindaco Rizzo – Le difficoltà certamente ci sono, ma è nostro dovere provare a raggiungere l’obiettivo, che sarebbe un regalo prezioso per il territorio sanvitese e per le generazioni future”. L’asta avverrà al rialzo sulla base di un milione e 250 mila euro, e il Comune in quanto ente pubblico avrebbe diritto di prelazione a parità di prezzo.
La tonnara del Secco ha una storia secolare, ma è dal 1872 con l’acquisizione da parte di Vito Foderà che divenne uno degli impianti più noti dell’isola, operando spesso in sinergia con le tonnare di Scopello e Magazzinazzi (Alcamo marina); nel 1929 ai Foderà subentrarono quali proprietari i fratelli Giovanni e Giuseppe Plaja, e questa famiglia gestì le stagioni di pesca fino al 1970, quando per la sterilità del grande golfo di Castellammare tonni non se ne pescarono più e l’attività industriale dovette cessare del tutto. Dopo l’acquisto da parte della Valtur nessun intervento strutturale è stato compiuto, e la splendida tonnara, già set ideale per apprezzatissimi film e sceneggiati (Viola di mare, Il commissario Montalbano, Maria Maddalena, Cefalonia) è ridotta a miseri resti. “Poter disporre di un polo culturale composito e variegato, composto dalla Tonnara del Secco e dal Centro polifunzionale già operante nell’ex mattatoio – dice Matteo Rizzo – farebbe di San Vito davvero un polo di attrazione internazionale, per la varietà delle possibilità di utilizzazione”. La tonnara del Secco peraltro è il sito archeologico più antico del territorio, con la presenza di sei vasche cetarie del IV secolo a.C. ove si realizzava il prezioso garum, la salsa di pesce oggetto di commercio in tutto il Mare nostrum.
La notizia dell’interesse del Comune per la tonnara è stata accolta con grande favore dalla famiglia Plaja: “In quel luogo è rimasto il nostro cuore - dice Renata Plaja che al Secco trascorse l’infanzia – rivederlo vivo e pulsante sarebbe un regalo meraviglioso. Che si tratti di mano pubblica o privata, basta che l’intervento sia fatto con l’amore che il posto merita”. Recentemente all’impianto del Secco è stato dedicato il volume di Ninni Ravazza “San Vito lo Capo e la sua Tonnara”, che per la prima volta in assoluto ne ripercorre la storia desunta dai diari inediti delle famiglie Foderà e Plaja, messi a disposizione dello scrittore da Ettore Plaja.
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