Inserita in Sport il 11/11/2017
da Direttore
Stasera, palla a due alle 18.30 sempre al “PalaDaVinci” e su di un campo da gioco particolarmente angusto, la Libertas proverà ad impensierire l’Alfa
Nell’aprile del 2016 si sfidarono nella finalissima dei play-off e fu l’Alfa Catania, ma soltanto in gara 3, a ottenere la promozione in serie C. Alcamo, invece, rinviò soltanto di una stagione il salto di categoria. Di quella sfida sono rimasti alcuni protagonisti: fra gli etnei Gottini, Arena, Catotti e Signorello; nelle file alcamesi Andrè, Ajola, Bottiglia, Agrusa e l’allenatore Ferrara. Stasera, palla a due alle 18.30 sempre al “PalaDaVinci” e su di un campo da gioco particolarmente angusto, la Libertas proverà ad impensierire l’Alfa, capolista del campionato ancora imbattuta e con ben quattro lunghezze di vantaggio sugli inseguitori. Un roster, quello di coach Bianca, davvero importante: due stranieri di ottimo livello, Murphy e Kolonicny, il sempieterno Gottini, Riferi, Ferrara e il 21enne Abramo che viaggia a 20 punti di media e che a tratti si è mostrato davvero devastante. Alcamo, però, non intende arrivare a Catania da “vittima sacrificale” e l’intervento in settimana del presidente Paglino ha dato maggiore determinazione alla squadra. Andrè, dopo lo stop di San Filippo del Mela, rientra in squadra e vuole tornare a fare la differenza mentre il resto del gruppo non intende tirarsi indietro. Nel match in casa del Cocuzza si sono visti importanti miglioramenti ma a nessuno è andato giù il “black out” finale che ha consegnato la vittoria ai peloritani. Per questo in settimana si è lavorato tanto sulla capacità di mantenere la giusta tensione per tutti i 40 minuti e di gettare sul parquet fino all’ultima goccia di sudore. Dal canto loro i catanesi stanno volando sulle ali dell’entusiasmo e nell’ultima gara di Agrigento sono stati addirittura capaci di tirare con il 65% da due e il 50% da tre. Cifre da capogiro che invitano Alcamo al massimo rispetto e alla massima attenzione. Nessuno però, in casa Libertas, intende mostrare paura o altri segnali di cedimento. Insomma tutti sono pronti alla battaglia.
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