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Inserita in Cultura il 03/05/2017
da Direttore
"MARE MOSTRO": UN MARE DI PLASTICA?
Pesca illegale ed eccessiva, petrolio, veleni di ogni tipo riversati ogni giorno nel mare, ma non finisce qui, c’è un mostro apparentemente inarrestabile e indistruttibile che si insinua, addirittura, nella catena alimentare dell’uomo: la plastica. Per affrontarlo, Marevivo ha lanciato l’anno scorso a maggio a Venezia, a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, la campagna di informazione, sensibilizzazione e conoscenza “Mare Mostro”, realizzata in collaborazione con la Marina Italiana e il CoNISMa, giungendo poi a New York presso il Palazzo dell’ONU per dilagare il grido d’allarme a livello mondiale. La campagna continua quest’anno e si snoderà tra seminari, incontri con le direzioni marittime di alcune tra le più importanti città italiane, ma anche con tanti studenti, amministratori e politici. Ogni anno nel mondo vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e si stima che nel 2050 diventeranno 400. Su questo scenario, si innesta uno studio della Fondazione “Ellen MacArthur”, che prevede che per quell´anno ci saranno più plastiche che pesci in mare. Secondo alcune ricerche, oltre il 10% di plastica prodotta viene gettato in mare, andando ad alimentare il “Mostro”. Dallo sminuzzamento delle plastiche più piccole di un’unghia e confuse per plancton dai pesci ai grandi vortici oceanici di rifiuti, che formano “isole” più grandi dell´intero Mediterraneo: sono tra i temi che verranno affrontati da esperti e ricercatori, durante gli incontri. Poi vanno prese in considerazione le ripercussioni sulla salute umana: le microplastiche, partendo dal plancton, entrano nella catena alimentare e finiscono all´uomo ultimo consumatore; quanto ne potrà sopportare il nostro corpo? Inoltre per modellare la plastica vengono usati additivi chimici, come gli ftalati: “se li conosci li eviti”, recita uno slogan all´interno della mostra, in quanto si tratta di sostanze tra le più tossiche che agiscono sul sistema endocrino e sul metabolismo. “Non ci è consentito di restare in panchina a guardare cosa sta capitando al nostro mare”, spiega Rosalba Giugni, presidente e fondatrice di Marevivo, “non dimentichiamo che il mare rappresenta il 71% del Pianeta, produce più dell’80% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell’anidride carbonica, quando è in buona salute. Questa benefica funzione viene esercitata non esclusivamente per le sue acque salate, ma perché il mare è un ‘organismo vitale’, composto da vegetali e animali in un equilibrio dinamico raggiunto in milioni di anni”. A causa delle plastiche è a rischio anche il Mediterraneo, mare semichiuso, che impiega 80 anni per il ricambio delle sue acque, solo superficiali. Nel suo bacino sfociano importanti fiumi, che nel loro percorso raccolgono e trasportano un’enorme quantità di rifiuti plastici. Si stima che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica sparsi per tutto il Mare Nostrum, con una concentrazione media di 0,116 frammenti /m2 di superficie fino ad un massimo di oltre 0,36 frammenti/m2.
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