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Inserita in Cultura il 19/12/2015
da Giusy Modica
D´IMPROVVISO SCUOLE LAICHE
Arriva il Natale ed è polemica su recite e canti natalizi. È giusto o meno dar spazio a questi? È nel rispetto di tutti? Un’Italia che evidentemente ha del tempo da perdere, un’Italia che tenta a tutti i costi di “farsi bella” mostrandosi al passo con i tempi, comprensiva, rispettosa e ospitale. Mi chiedo.. ma chi vogliono abbindolare? Viviamo in un paese dove il tasso di disoccupazione è alle stelle, il crimine e la violenza padroneggiano e ci si preoccupa di togliere canti e recite dalle scuole. I bambini sono lo specchio della società che sarà, l’educazione tramandata la tramanderanno. Allora se gli adulti insegnassero ai bambini il vero senso della parola “rispetto” saremmo già a metà dell’opera. Eppure son certa, uno scambio dei ruoli si rivelerebbe più efficace: forse il bambino ha molte più cose da insegnare in merito. Al bambino basta anche solo una palla ed un coetaneo per vivere in armonia; che quest’ultimo sia cristiano, musulmano, bianco o di colore non importa. È un bambino e può giocarci insieme. Il senso di privarli di un tassello gioioso, che contribuisce alla formazione di un periodo così importante della loro vita, qual è? Io le ricordo ancora le mie recite di Natale a scuola e le ricordo con gioia. Fare a meno, a casa nostra, dei nostri ideali, dei nostri valori, soltanto per compiacere gli ospiti è davvero necessario? Io da ospite mi sono sempre adeguata. Il nostro resta un paese libero, grazie al cielo, e se è vero che la scuola propone recite e canti cristiani, come ha sempre fatto, è pure vero che non obbliga nessuno a parteciparvi a tutti i costi, come non obbliga nessuno a presenziare all´ora di religione. Se di rispetto si vuol parlare si parla di rispetto unilaterale. Se devo rispettare le credenze altrui, chi rispetta le mie, NEL MIO PAESE, se devo rinunciare a delle usanze e credenze sempre praticate? Il rispetto è tutt´altro! Il Natale è simbolico anche per un agnostico e i simboli non danneggiano nessuno. Rifat Aripen, originario del Bangladesh e coordinatore delle associazioni islamiche in Italia afferma: “è un messaggio negativo e diseducativo proibire in classe le celebrazioni e tradizioni natalizie, le radici vanno tutelate! Inoltre aggiunge: “osservare usi e costumi non rappresenta una minaccia per i non cristiani. C’è una grande ignoranza nel considerare il mondo musulmano un’unità indistinta. L’Islam è composto da tanti paesi e da differenti culture. Ogni nazione ha fatto il proprio percorso. La religione islamica, che è il terreno comune a tutti questi paesi, non ha nulla in contrario al rispetto delle tradizioni altrui”. Il Natale è simbolo di una civiltà, prima che di una religione, e in Italia e in Europa la civiltà cristiana ha radici profonde che vanno rispettate.
Palermo 19 Dicembre 2015
Giusy Modica Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto. Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.
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