Inserita in Politica il 25/11/2015
da Gaetano Maria Messina
EMERGONO DAI DATI CONFCOMMERCIO-IMPRESE PER L’ITALIA AL TERMINE DELLA SETTIMANA SULL’ILLEGALITÀ NEL NOSTRO PAESE E SU COME I FENOMENI SONO CAMBIATI NEGLI ULTIMI ANNI
La lotta al fenomeno dell’acquisto di prodotti illegali o contraffatti è uno dei maggiori impegni di Confcommercio – Imprese per l’Italia e, sebbene la sua diffusione possa apparire sostanzialmente inalterata rispetto allo scorso anno, nel 2015 si manifestano i primi se pur deboli segnali di miglioramento rispetto al 2014 con un -1,2%. Lo indica l’indagine condotta da Format Research, presentata in occasione della settimana di mobilitazione per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia reale e sulle imprese promossa dalla Confederazione sui social network. Iniziata il 18 Novembre e culminata mercoledì 25 nella Giornata Nazionale “Legalità. Mi piace!”, ha visto coinvolte tutte le Federazioni nazionali e le Associazioni Provinciali e territoriali del sistema confederale. “Anche la nostra categoria” dichiara il presidente di Federpreziosi Giuseppe Aquilino “subisce - come emerso dall’indagine - pesanti ripercussioni, con riduzione dei ricavi e del fatturato e, di conseguenza, ridotte disponibilità per mantenere i livelli occupazionali all’interno delle aziende o per investire in servizi e innovazione. E qui mi riferisco a tutte le forme illegalità, dall’abusivismo, alla contraffazione, ai comportamenti illeciti nel commercio di oro, alla ricettazione, alla violazione delle leggi di Pubblica Sicurezza, alla mancanza dell’obbligo di una corretta denominazione per quanto riguarda i materiali gemmologici.” “Nella sua estrema sintesi" sottolinea Aquilino “lo slogan dell’iniziativa riassume tutta la grave portata dei comportamenti fuori dalle regole: > L´illegalità distrugge il lavoro di tanti imprenditori. Liberiamo le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti dai fenomeni criminali. Per un´economia più sana e più forte, per un Paese più civile <". L’analisi del profilo dei consumatori “illegali”, dei dati relativi ai beni e ai servizi acquistati illegalmente e degli effetti sulle imprese, indica una significativa contrazione per quanto riguarda alcune categorie tra cui i “preziosi”, a fianco di quelle di prodotti potenzialmente pericolosi per la salute, come farmaceutici e alimentari. Al contrario, fra i prodotti contraffatti maggiormente acquistati salgono abbigliamento, calzature e pelletteria. Per quanto riguarda orologi/gioielli/occhiali, la diminuzione è costante: si passa del 29,2% del 2013 al 33% del 2014 al 32,3% del 2015. In generale (71% del campione intervistato), il fattore che spinge il consumatore all’acquisto di prodotti e di servizi illegali è quello economico, anche se, al contempo, cresce la consapevolezza per quanto riguarda i rischi per la salute (80% contro il 71% del 2014) e la sicurezza (66,2% rispetto al 63,3 del 2014). Molto positivo il dato che si riferisce la livello di informazione: sette consumatori su dieci si dichiarano informati del rischio di incorrere in sanzioni amministrative e un consumatore su due ha letto, visto o ascoltato campagne di sensibilizzazione. Presentata anche, nel corso della giornata, un’altra indagine di Confcommercio, svolta in collaborazione con Gfk-Eurisko, che analizza come sono cambiati i fenomeni criminali negli ultimi anni e ne dà una lettura aggiornata su scala nazionale e regionale.
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