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Inserita in Cronaca il 28/05/2013
da redazione
Sesso a pagamento al “Bocca di rosa” I carabinieri chiudono il locale
Il locale era molto noto in provincia di Trapani e per anni è stato un punto di riferimento degli inguaribili nottambuli in cerca di forme di divertimento più trasgressive. Adesso però il “Bocca di rosa” ha chiuso i battenti, i carabinieri della compagnia di Marsala hanno scoperto un giro di prostituzione che sarebbe stato messo in atto dagli stessi proprietari. Il blitz è scattato nella notte di domenica quando i militari dell’Arma hanno dato esecuzione a quattro misure cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Marsala.
A farne le spese i due proprietari del night club di contrada Digerbato, il 52enne Francesco Panico, marsalese, e la moglie Oksana Vodyants’ka, 35 anni, cittadina del Tagikistan. Entrambi sono stati ristretti al regime di detenzione domiciliare. Gli altri due provvedimenti hanno riguardato Giovanni Sardo, 48 anni, originario di Parma ma residente a Marsala che lavorava come buttafuori del club, ed il trapanese Salvatore Lo Grasso, 36 anni. Per ambedue è scattato il divieto di dimora nella provincia di Trapani. Le indagini relative al locale di lapdance della periferia marsalese sono state avviate oltre due anni fa.
La notte del 23 gennaio 2011 infatti i carabinieri del nucleo operativo e della stazione di contrada Ciavolo erano stati chiamati ad intervenire al Bocca di rosa per sedare una rissa. Dopo aver identificato i responsabili dei disordini, i militari hanno effettuato un’attenta perqusizione che ha riguardato tutti gli ambienti del locale, compreso un soppalco che era utilizzato per gli spettacoli privati delle spogliarelliste. Tra i cuscini dei divano era stato rinvenuto l’involucro di un preservativo. Presupponendo dunque che nei privee fossero consumati rapporti sessuali tra le ballerine ed i clienti, il locale era stato preventivamente posto sotto sequestro ma in seguito era stato riaperto. In quell’occasione le ragazze che lavoravano all’interno del night club erano state interrogate ma avevano smentito qualunque rapporto sessuale consumato all’interno del Bocca di rosa. Poco convinti da questa versione, i carabinieri hanno proseguito le loro indagini. Un’attività investigativa svolta attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche e riscontri diretti effettuati da un ausiliario di polizia giudiziaria che, dietro autorizzazione del magistrato, si era finto un cliente del locale. Le indagini hanno dunque permesso di confermare tutti i sospetti.
Le ragazze prendevano una percentuale sui soldi pagati alla cassa dal cliente, sia sulle consumazioni al tavolo che sui privee (sugli spettacoli privati era del 50 per cento, costo comune a quasi tutti i locali di lapdance) ma la vera natura degli spettacoli privati non si limitava solo allo striptease. I proprietari del locale impedivano loro di dare ai clienti il numero di telefono e di incontrarli fuori dal Bocca di rosa. Gli eventuali rapporti sessuali infatti dovevano svolgersi tassativamente all’interno del night.
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