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Inserita in Sport il 30/03/2015
da Gabriele Li Mandri
Bulgaria-Italia 2-2: Conte e i calci nel Popov
Oramai la Nazionale è ufficialmente diventata un martirio per tutti i protagonisti del calcio italiano, ed un calvario per i tifosi costretti a patire il tanto temuto stop del campionato. Una “sosta” che di riposante ha ben poco, viste le polemiche ed i problemi che oramai gravitano in pianta stabile intorno al nostro sistema calcio: chiedere ad Antonio Conte, accusato di voler battere il record di allenatore degli infortunati, di voler vendicarsi degli juventini convocandoli e stressandoli senza motivo, e di aver perso quel magico tocco di tattica che tanto famoso l’aveva reso in bianconero.
Come se non fossero bastate le atroci polemiche nate in settimana dalla presunta lesione (o sub-lesione) al legamento di Marchisio, inspiegabile frutto di una banale passeggiata ad allenamento appena cominciato, l’allenatore azzurro è stato costretto a chinare il capo anche di fronte alla mostruosa prestazione di Popov, calciatore bulgaro militante nel famosissimo Kuban Krasnodar. L’autore del gol del pareggio e dell’assist del successivo 2-1 ha denudato, senza rispetto, la pochezza di una nazionale priva di talento e di idee, in cui l’unico barlume di calcio è arrivato da Eder. Che italiano non è, e che nonostante questo è stato l’unico a sbattersi per il tricolore appena entrato in campo, firmando il 2-2 finale.
Ma la partita, in fondo, è stato ed è l’ultimo dei problemi: difficile brillare guidando un branco che si vede solo un paio di volte ogni 3 mesi, anche se l’evento meriterebbe ben altro impegno (di qualificazioni europee si tratta), e anche se è arcinoto che chi allena l’Italia deve farci il callo. Il vero problema è che Conte sembra aver bruciato le tappe, e con esse anche il rapporto con l’ambiente: il suo carattere fumantino e le sue contraddizioni non hanno neanche dato il tempo di abituarsi ad una gestione “nuova” della nazionale. Il rapporto coi club è già alla frutta, soprattutto con la sua ex Juve, che da anni fornisce alla nazionale un nucleo di giocatori indispensabile: Marchisio si rompe, la Juve lo accusa, lui risponde piccato e buonanotte alla pace di qualche mese fa. Con le Tv non va meglio: oramai appena il buon Antonio vede una telecamera RAI, borbotta e se ne va lasciandoli con un pugno di mosche in mano. Evitiamo di parlare della FIGC, che lui stesso aveva accusato di lasciarlo solo contro tutti.
Forse è stata sfortuna, forse una nazionale non è esattamente pane per Conte, ma questo Europeo 2016 non è ancora cominciato che sembra già finito malissimo per i colori azzurri. Non è dato sapere quale sarà il futuro del mister, capace di ribaltare uova di dinosauro e farci dei frittatoni colossali in pochi giorni, ma la sensazione è che si sia già arrivati al capolinea. Probabile che Antonio sceglierà di tornare ad allenare in Italia, avendo oramai perso l’ambito treno delle big europee. Per lui c’è sempre il Milan in prima linea: dovesse concretizzarsi questo scenario apocalittico, prepariamoci a viverne delle belle. Contro Allegri sarebbero nuovi calci nel Popov.
Gabriele Li Mandri
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