Inserita in Sport il 26/01/2015
da Gabriele Li Mandri
Il punto sulla Serie A: la Roma frena ancora, bye bye Juve
La prima giornata del girone di ritorno ha confermato le tendenze di questo gennaio 2015: Roma bloccata, Juventus in fuga perpetua. Con il pareggio per 1-1 a Firenze (gol del redivivo Gomez e pari dell’ex Ljajic), i giallorossi fanno ciao ciao con la manina in via, probabilmente, definitiva: la Juventus, pur non brillando contro il Chievo, ha comunque trovato due reti grazie all’exploit del suo mister 80 milioni, quel Paul Pogba che le big di mezza Europa si contenderanno in estate (Marotta e Agnelli permettendo) e che ha permesso alla Vecchia Signora di allungare a +7 un vantaggio che comincia a diventare imbarazzante.
Era nell’aria già alla luce delle ultime prestazioni dei giocatori romanisti: c’è stanchezza fisica e psicologica, che porta a faticare nella costruzione del gioco ed in zona gol. Due delle caratteristiche che avevano portato la Roma, al massimo del suo splendore, a regalare alla Serie A il miglior gioco sui campi italiani. Gioco che adesso sta cominciando a diventare un caso da portare a “Chi l’ha visto”, un po’ come quell’Osvaldo, doppio ex romanista e juventino, che da giorni non si capisce dove sia finito. In realtà le qualità della Roma non escono ridimensionate da questo probabile, ed ennesimo addio anticipato alle velleità scudettate: una squadra giovane, talentuosa, con le finanze a posto ma che poco può fare se la Juventus non decide di smettere i panni di corazzata e di abdicare.
Poco dietro, invece, la lotta continua ad essere serrata: in attesa del Napoli, che domani dovrà vedersela in casa contro il Genoa, è la Lazio che ha ricominciato a far sentire, e forte, la sua voce. Contro un Milan moribondo, i biancocelesti hanno avuto la forza di rispondere ad un gol flash di Menez, bombardando il povero Diego Lopez e rimontando fino al tragico 3-1, caratterizzato dal grave infortunio subito da Djordjevic (frattura del malleolo) rimediato ciccando un tiro ribattuto poi in rete da Parolo. A pari punti la Sampdoria, fermata sull’1-1 dal solito strepitoso Palermo, orfano tra l’altro di un gol regolarissimo non concesso a Vasquez.
Le milanesi meritano un discorso (o meglio, un epitaffio) a parte. Il Milan oramai non fa più notizia: gettato nel caos più assoluto da una presidenza dimentica delle grandi ambizioni del passato, guidato da un Inzaghi che non può e non potrà mai insegnare calcio a giocatori trentenni demotivati e fisicamente alla frutta, ha già salutato le illusioni di 3 posto dalla notte di capodanno, e adesso rischia di finire anche dietro quel decimo posto che già di suo suona come un meritatissimo sberleffo. Dopo la sconfitta in extremis col Torino l’Inter non sta meglio, ma potrebbe: al contrario dei rossoneri, la dirigenza nerazzurra ha dimostrato in questo mercato di riparazione di avere in mente un progetto di crescita basato su giovani di qualità (Shaqiri e Brozovic) che, gioco forza, avrà bisogno di tempo per dare i suoi frutti.
Nonostante uno scudetto praticamente già finito in archivio, ci sarà insomma da divertirsi. Nel bene e nel male.
Gabriele Li Mandri
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