Inserita in Un caffè con... il 16/04/2021
da Cinzia Testa
Il flop dell’Italia a colori: attività commerciali al collasso e contagi ancora molto elevati
Da ormai circa 14 mesi l’Italia e il mondo intero vivono l’incubo Coronavirus; fiumi di parole ci hanno inondato e tutti ci sentiamo sempre più confusi. Cercando di semplificare al massimo, possiamo riassumere, concentrare in due punti le conseguenze della tragedia che ha colpito il mondo: il primo è l’aspetto sanitario, il secondo quello economico. Ovviamente i due temi sono strettamente, imprescindibilmente legati ed entrambi presentano risultanze che fanno tremare le vene e i polsi. Milioni di vite spezzate, di famiglie distrutte, di strascichi che la malattia lascia pur dopo la guarigione da un lato; dall’altro, milioni di attività commerciali, produttive chiuse o in ginocchio, famiglie disperate, proteste che montano, insofferenza nei confronti dei divieti.
Probabilmente non è ancora il momento dei processi, ma una domanda dobbiamo porcela: funziona il sistema dell’Italia a colori? La risposta, netta e chiara è no. I contagi sono ancora molto consistenti, il numero dei morti elevatissimo e, nel contempo, la situazione di quella parte di paese che si definisce produttiva è in uno stato di coma profondo, tant’è che la protesta di intere categorie disperate monta giorno dopo giorno. Purtroppo, l’unico lockdown che ha funzionato è stato quello totale imposto circa un anno fa: i noti problemi sull’approvvigionamento dei vaccini e la loro somministrazione hanno contribuito al fallimento del piano “colori”, le aperture e le chiusure “timide e a singhiozzo” hanno fatto il resto. E ora?
Non c’è che una strada: in questo mondo in cui ognuno ha fatto e fa da sé (mentre un vero coordinamento globale avrebbe prodotto solo vantaggi) occorre procurarsi CON OGNI MEZZO e somministrare CON OGNI MEZZO il prodotto che la scienza, il sapere umano ha messo a disposizione in tempi insperati: i vaccini.
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