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Inserita in Cultura il 08/11/2017
da Direttore
In libreria il volume "Sindrome algodistrofica. Meccanismi fisiopatologici, diagnosi e terapia" del dott. Martino Bussa
È in libreria il volume del dottor Martino Bussa, medico anestesista terapista del dolore, dal titolo "Sindrome algodistrofica. Meccanismi fisiopatologici, diagnosi e terapia", edito per i tipi di Aracne Editrice.
L´opera affronta il tema della sindrome algodistrofica, un disordine doloroso disabilitante che può insorgere come complicanza di un trauma o di un intervento chirurgico a un arto. La sindrome algodistrofica è considerata una malattia da esagerata risposta infiammatoria che evolve in malattia neurologica a causa dell´alterata funzione del sistema nervoso simpatico e della neuroplasticità maladattativa. Nell´opera sono illustrati i meccanismi fisiopatologici centrali e periferici e le diverse soluzioni terapeutiche.
Il volume del dott. Martino Bussa, si pone nel solco della letteratura scientifica tesa a cercare e a trovare un senso nuovo e una consapevolezza profonda al tema della sofferenza da disordine doloroso disabilitante. Tema non più e non solo legato al Cristianesimo ma prepotentemente inserito nella ricerca scientifica volta, questa, anche attraverso questo valido contributo, a dare una risposta adeguata e sensata alla crescente e necessaria, non più rimandabile, educazione culturale al dolore.
Nel "Documento approvato dal Consiglio Nazionale per la Bioetica" si legge «Il dolore accompagna da sempre la vita umana, ha molteplici significati, e, fino a tempi recenti, l´umanità non ha conosciuto mezzi efficaci per eliminarlo o per ridurlo. Nella valutazione etica, il dolore è stato a lungo associato all´idea di castigo. Ad esempio, nell´Antico Testamento Dio si rivolge alla donna che ha peccato con queste parole: "Moltiplicherò le tue pene ed avrai i figli nel dolore", e nel Corano la mancanza di fede è colpita da "castighi dolorosi"».
Rifacendosi al grande tema della filosofia, dunque, così come il filosofo impara a essere "per la morte", tutti gli esseri umani dovrebbero imparare a essere "per il dolore"».
L´opera magistrale del siciliano Martino Bussa si inserisce tra quelle, molto poche, a dire il vero, tese a individuare una nuova frontiera, non tanto per la medicina o la psicologia, ma per «la filosofia di domani»: il nostro essere uomini in grado di trovare risposte. La necessità è far leva su un diverso approccio culturale al dolore.
Il saggio cerca di raggiungere l´assenza di dolore in Aristotele, l´atarassia e l´apatia tra gli stoici ed epicurei. Il dolore è salvifico per i Cristiani e la sua accettazione è un importante strumento di redenzione. La sofferenza è il necessario tramite di conoscenza (Schelling, Nietzsche, Dostoevskij, Proust).
Oggi abbiamo conquistato una nuova sensibilità: non si nega l´esistenza del dolore, ma si è deciso che è indispensabile eliminabile il dolore eccedente. Dunque, questo volume del dott. Martino Bussa, contenente risultati scientifici di rilevante importanza, si inserisce, con un determinante contributo scientifico, in questo nuovo approccio medico-psicologico-filosofico.
Questa ricerca riafferma, con tenacia e suffragata da dati scientifici, che la lotta al dolore, inteso nel senso di malattia del corpo e della mente, rientra nei compiti primari della medicina e della società.
«Il cambiamento di cultura riguardo al controllo del dolore richiede interventi tanto sul versante degli operatori sanitari, quanto sull´insieme della popolazione. I sanitari sono tenuti ad acquisire e a tener conto del punto di vista del paziente - i suoi valori, le sue preferenze, la sua concezione della vita e della salute - nelle decisioni cliniche» si legge nel documento del CN per la Bioetica. La misura dell´impegno antalgico, valutata in rapporto con i confini che può richiedere per la consapevolezza e per lo stesso periodo della vita, va misurata attraverso la "qualità della vita" che ogni individuo ha il diritto di enunciare per sé.
«Favorire la consapevolezza e la responsabilità nei confronti della richiesta della terapia del dolore – ribadisce il CNB - costituisce una dimensione essenziale nella promozione dei diritti umani, anche in condizioni di malattia e di bisogno. La terapia del dolore, in altre parole, fa parte integrante di ciò che una persona può e deve aspettarsi dalla medicina e dai servizi sanitari. In questa prospettiva, il diritto ad avere una terapia antalgica efficace è solo un elemento di una strategia più ampia, che è necessario promuovere. Dare voce al dolore, facendone oggetto di comunicazione nel contesto del rapporto clinico, è una fondamentale strategia antalgica. Anche le spiegazioni religiose e mitiche del dolore, che tutte le culture hanno elaborato, e gli esempi su cui modellare il proprio comportamento col dolore possono completare l´azione dei farmaci».
La risposta medica che propone il dott. Martino Bussa contro il dolore si integra, dunque, in maniera indissolubile, con quella culturale, di cui rappresenta una parte.
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