Inserita in Politica il 03/05/2017
da Direttore
Insieme possiamo vincere sfide e realizzare speranze
Il Ministro dell´’Istruzione, dell’´Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha scritto una lettera ai settemila studenti e insegnanti che parteciperanno al Meeting Nazionale delle Scuole per la pace, la fraternità e il dialogo in programma il 5 e 6 maggio a Roma.
Segue il testo integrale del messaggio.
IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
Carissime ragazze e carissimi ragazzi,
care e cari insegnanti,
care e cari tutti che parteciperete al Meeting nazionale delle scuole per la pace, la fraternità e il dialogo.
L’occasione che vi vedrà riuniti a Roma è importante: fare esperienza di valori condivisi, scoprire, con uno sguardo, una sensazione, una riflessione comune, quanto ogni altra persona possa essere parte indivisibile di noi stessi è un bellissimo modo di riflettere sulla pace e di praticarla, costruendo concretamente un futuro che ne sia pieno.
Se penso a cosa sia oggi un mondo di pace, oltre evidentemente alla costante sfida di eliminare la guerra e la violenza dall’orizzonte delle nostre società, penso ad un mondo fatto di libertà, rispetto, solidarietà, collaborazione, condivisione.
Dobbiamo tutte e tutti assumere la consapevolezza - e la conseguente responsabilità - che è insieme che possiamo vincere sfide, realizzare speranze, ottenere benessere e felicità, trovando in questo il punto di contatto tra quella dimensione globale che ormai condiziona molte delle nostre possibilità, e lo spazio locale dove effettivamente la nostra vita si svolge. Il glocale di cui giustamente parla il vostro percorso.
La strada che avete seguito e che vi porterà a Roma mi appare come un esempio nitido e coinvolgente di questa idea di pace.
Il Ministero che ho l’onore di guidare e io stessa siamo al vostro fianco, al fianco di ogni ragazza e ogni ragazzo che, come voi, sente la voglia di condividere, di rispettare, di sentirsi unito in una comunità, una comunità che sta ovviamente a noi adulti costruire intorno a voi, una comunità educante e una comunità sociale.
Siamo al vostro fianco a supportarvi nel cammino, e siamo al fianco di chi per primo vi accompagna: le insegnanti e gli insegnanti senza i quali nessuna strada si potrebbe percorrere.
La scuola è luogo in cui le nuove generazioni vengono educate al rispetto dei diritti, alla legalità, all’accoglienza, all’inclusione, alle pari opportunità e nel quale si formano donne e uomini dai quali dipenderà il futuro.
Grazie al nostro sistema di istruzione, al lavoro meritorio di insegnanti e dirigenti scolastici, grazie all’impegno di tutta la comunità, voi ragazze e ragazzi imparate cosa vuol dire essere cittadine e cittadini. Venite forniti di chiavi di lettura per interpretare i cambiamenti che avvengono intorno a voi, di conoscenze e competenze per agire con spirito critico, di volontà di intervenire, spinta ad approfondire, curiosità di scoprire, convinzione che sia giusto fare sempre del vostro meglio.
La piena cittadinanza è la base per poter credere nella pace e seguirne le tracce, senza mai cedere alla seduzione facile dell’egoismo e delle esclusioni, rispettando gli altri, le differenze, le peculiarità di ognuna e ognuno, e garantendo a tutte e tutti reali diritti. A tutto questo deve educare la scuola.
E non a caso l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che tutti i Paesi dell’Onu hanno sottoscritto nel 2015, indica, come quarto dei diciassette obiettivi, proprio l’educazione di qualità. Che non è un semplice obiettivo, ma un moltiplicatore di risultati. È uno di quei fattori trasversali, come l’uguaglianza e la parità tra donne e uomini, che se realizzati accelerano l’intero processo di cambiamento del nostro modello di sviluppo.
È allora investendo su voi ragazze e ragazzi che possiamo costruire insieme percorsi di sostenibilità, di uguaglianza, di pace. Dobbiamo far pervadere le società contemporanee, piene di paure, chiusure, emarginazione, da un po’ delle speranze di chi come voi ne ha pieni i polmoni, la testa, il cuore. Perché, come una volta ha detto Nelson Mandela, “La pace non è un sogno, può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare”.
E allora sogniamo, insieme a voi, una società più accogliente, che pensa ai migranti come persone e non numeri. Una società senza violenza, senza bullismo, senza slealtà, ma dove la competizione è fatta di pari opportunità e merito. Sogniamo una società senza discriminazioni, capace di realizzare appieno l’Articolo 3 della nostra Costituzione.
E, sognando, continuiamo a percorrere insieme la faticosa e appagante strada della pace.
Vi saluto con le parole del nostro Presidente Sergio Mattarella. “La pace che nasce dalla coerenza, dalla legalità, dal rispetto dell´altro, dall´amicizia, dal far proprie le speranze e le esigenze degli altri. La pace che nasce dalla fatica di dire no quando è necessario. E di dire sì quando è impegnativo.”
Vi auguro buon viaggio, alla ricerca dei sì e dei no che vi sembreranno più giusti.
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