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Inserita in Cronaca il 15/09/2013
da Marina Angelo
Trapani - Cie Milo: Prefetto insoddisfatto della gestione, indice nuova gara
Sul Centro di Identificazione ed Espuslione di Milo sono state scritte tante storie. Iniziavano tutte sotto uno stesso cielo, i soliti muri, i medesimi cancelli che ora dopo una rissa, ora aspettando che quel soffitto si riempisse di stelle, qualcuno ha provato a scavalcare.
Storie che hanno avuto diversi protagonisti pronti a raccontare la propria versione di fatti che, tutte le volte però, non aderivano perfettamente con la realtà dell’indomani. Qualcuno per alcuni giorni è diventato anche un “eroe”, ma la vita dentro quel centro, come in tutti i Cie italiani, ha continuato a scorrere secondo altri ritmi guadagnandosi qualche maglia nera non solo rispetto agli altri Centri di Identificazione ed Espuslione. «Non siamo soddisfatti della gestione dei Cie di Milo, stiamo valutando di recidere il contratto con la ditta e procedere ad una nuova gara d´appalto». Tuonavano così le parole del prefetto di Trapani Leopoldo Falco in occasione della visita al centro di accoglienza del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, valutato l’opportunità di indire una nuova gara per l’affidamento del servizio.
A sottolineare le carenze del Cie di Milo erano stati in tanti, abitanti e lavoratori dell’Oasi esclusi si intende. Agli inizi di luglio, infatti, la denuncia era partita proprio da una delegazione dell’Unione Camere Penali Italiane che comparando il Cie di Milo con la Casa Circondariale di Trapani, avevano ritenuto la seconda un posto decisamente migliore. «Gli immigrati sono costretti a vivere in ambienti angusti ed eccessivamente caldi, con una sola bottiglia d’acqua al giorno e cibo scadente. La sera vengono attaccati dalle zanzare e non hanno alcuna assistenza sanitaria» dichiarava Manuela Deorsola, componente della delegazione e continuava attaccando la stessa gestione messa oggi all’angolo dal Prefetto: «Le gare al ribasso per l’aggiudicazione dei servizi consentono ad alcune cooperative una gestione che è al limite della decenza. Riteniamo che la normativa debba essere ripensata, riducendo il tempo di permanenza degli immigrati nelle strutture e modificando le procedure con cui viene assegnata la gestione».
Oggi, una luce di speranza sembra essersi accesa proprio dall’interno. A seguito delle gravi carenze registrate e delle continue denunce, il prefetto di Trapani Leopoldo Falco ha revocato il contratto con la cooperativa Oasi. Ci sarà un mese di tempo per procedere ad una nuova gara ed all´assegnazione del servizio ad un´altra azienda.
Nel frattempo, la ditta uscente dovrà assicurare il servizio per i trenta giorni successivi alla notifica del provvedimento.
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