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Inserita in Politica il 24/06/2016 da REDAZIONE REGIONALE

IL 30 GIUGNO A PALERMO PRIMA MANIFESTAZIONE DI AMMINISTRATORI E LAVORATORI PER UN PERCORSO DI CERTEZZE NEL RIORDINO DELLA GOVERNANCE DEL TERRITORIO

IL
Il Presidente Orlando: “Subito un percorso per garantire occupazione e continuità di servizi comunali
e per la salvaguardia dei lavoratori degli enti in dissesto e pre-dissesto”

Il 30 giugno si svolgerà a Palermo la manifestazione a sostegno dei lavoratori precari
degli enti locali e del personale delle ex Province.Amministratori
e lavoratori si concentreranno a Piazza Marina alle 9.30 e, intorno alle 10.30,
partirà il corteo che, con in testa i
gonfaloni dei comuni e i sindaci con le fasce tricolore, arriverà in piazza
Indipendenza. “Alla
manifestazione - spiegano Leoluca
Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario
generale dell’AnciSicilia - parteciperanno i precari dei comuni e il personale
a tempo indeterminato e determinato delle ex Province. Tutti insieme per
evitare che nei prossimi mesi si possa dare vita ad una “guerra tra poveri. In
molti, a livello regionale e nazionale,
hanno fatto finta e, nella migliore delle ipotesi,continuano a far finta, di
non sapere che il fenomeno del precariato ha origini molto lontane nel tempo.
Nasce, infatti, molto prima della
legislazione nazionale che negli ultimi anni ha imposto limiti sempre più
stringenti alla spesa per il personale.Nasce
da leggi regionali che hanno previsto contributi finanziari per i comuni e che
hanno consentito che i contratti di lavoro venissero rinnovati di anno in anno.
Ma è bene ricordare che tale meccanismo si è consolidato anche grazie a leggi
nazionali che, anno dopo anno, hanno confermato le peculiarità del precariato
siciliano legittimandone la sua stessa esistenza”. “I
lavoratori a tempo determinato dei comuni siciliani - continuano Orlando e Alvano - sono figli,
quindi, di precise scelte regionali e nazionali
e non si può oggi, dopo decenni in cui si è rafforzata un’aspettativa in
questi lavoratori e su di essi si è al contempo strutturata l’organizzazione
della macchina comunale e l’erogazione dei servizi ai cittadini, pensare che
possano esistere soluzioni diverse da quell’unica soluzione che consenta un
complessivo percorso di stabilizzazione o in alternativa, in relazione agli
anni di servizio, un percorso di accompagnamento alla pensione. Quello che è
mancato negli ultimi anni è una interlocuzione credibile con il governo
nazionale, quello che è mancato ancora di più nell’ultimo periodo, al netto di
slogan e di proposte i cui contorni non sono stati mai definiti, è la capacità
di conciliare col processo di stabilizzazione, l’esigenza di efficienza degli
enti locali.Necessità
ed esigenze che AnciSicilia, in accordo con tutte le rappresentanze dei
lavoratori, ha definito sin dal 16 luglio 2015 attraverso l’unico documento
unitario che contempla anche una disponibilità dei lavoratori a forme di
mobilità sul territorio provinciale e all’assegnazione, anche attraverso percorsi
formativi, di mansioni differenti da quelle in atto svolte in
funzione delle effettive esigenze organizzative”. “Il
30 giugno 2016, a distanza di quasi un anno da quella proposta unitaria, -
concludono il presidente e il segretario generale dell’Associazione dei comuni
siciliani - scenderanno in piazza gli amministratori a
fianco dei precari dei comuni e del personale delle ex province con la prima
manifestazione unitaria che ha come obiettivo quello di chiudere la lunghissima
fase caratterizzata dal “tirare a campare” ed aprire una nuova stagione che
consenta, attraverso una strategia complessiva per il sistema delle autonomie
locali siciliane, di coniugare funzioni esercitate e risorse finanziarie con la
gestione del personale. Per queste ragioni, oltre a chiedere nell’immediato la
modifica dell’art.27 della Legge di Stabilità Regionale 2016 e del termine del
30 giugno per l’approvazione del piano triennale delle assunzioni, chiediamo l’avvio
di un percorso che, garantendo gli attuali livelli occupazionali degli enti
locali, possa dare garanzie a tutela dell’organizzazione dei comuni e
dell’erogazione dei servizi ai cittadini. Vogliamo che gli enti locali non
siano più ingolfati da inutili adempimenti ripetuti più volte in un anno e
finalizzati a stabilizzare solamente poche unità lavorative. Chiediamo, invece,
che gli amministratori locali siano messi nelle condizioni di prevedere un
percorso che dia certezze a tutti i lavoratori attraverso: la storicizzazione
della spesa regionale e le necessarie modifiche alla normativa nazionale in
materia di spesa del personale. E’ necessario che il governo regionale partecipi
ai tavoli con Anci e sindacati presentando proposte concrete in tempi
strettissimi che siano in grado di salvaguardare anche i lavoratori degli enti
in dissesto e in pre-dissesto”.“Non
possiamo non nascondere la nostra delusione - afferma Salvatore Lo Biundo, vice presidente
dell’AnciSicilia con delega alle Politiche del Personale degli enti locali - e la
nostra forte preoccupazione per ciò che sta accadendo non solo in Sicilia, ma
anche a livello nazionale. Il risultato di questa situazione, che si trascina
da decenni, è che, come al solito, ci sentiamo abbandonati al nostro destino,
senza indicazioni chiare e precise che invece dovrebbero arrivare sia dal
governo regionale che da quello nazionale. La manifestazione del 30 giugno
rappresenta la classica goccia che fa traboccare il vaso, un punto di non
ritorno che ci troviamo costretti ad affrontare in virtù del fatto che, in
tanti anni, non siamo mai riusciti a trovare soluzioni condivise con lo Sato e
la Regione. Il confronto è sempre mancato e se continuerà a mancare ci vedremo
costretti a organizzare ulteriori azioni di protesta che non si limiteranno al
nostro territorio ma che ci vedranno protagonisti anche in ambito nazionale".


 

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