Inserita in Politica il 06/05/2016
da REDAZIONE REGIONALE
ALMAVIVA: A PALERMO IL 95% RIFIUTA L’ACCORDO MONTEVAGO: DIFENDIAMO LA DIGNITÀ DEI LAVORATORI
La trattativa sindacale imposta dal Governo ad Almaviva, per scongiurare l’ipotesi dei quasi tremila licenziamenti paventati dall’azienda, si sposterà direttamente sui tavoli del Ministero del Lavoro dopo il secco NO dei lavoratori alle proposte avanzate dai vertici aziendali. Dopo la contrattazione portata avanti presso il Ministero dello Sviluppo Economico, infatti, i lavoratori Almaviva erano stati chiamati tramite referendum ad esprimere il proprio parere sulla proposta di accordo. Il risultato: a Palermo, il 95,26% dei voti ha rigettato al mittente la mozione, ritenuta peggiorativa rispetto alle condizioni attuali. Il segretario provinciale di Cisal Comunicazione Salvo Montevago ha definito «un segnale di dignità verso tutta la classe politica e imprenditoriale quello che i lavoratori palermitani hanno lanciato. Non è più accettabile – spiega Montevago – che sotto la costante paura del licenziamento i lavoratori abbiano negli anni continuato a perdere salario e diritti, il tutto anche a causa di sindacati confederali che non hanno svolto appieno il loro dovere». La questione ora passa al vaglio del ministero del Lavoro. I prossimi trenta giorni saranno decisivi per l’avanzamento di nuove proposte che, comunque, Cisal Comunicazione ritiene sia indispensabile che passino nuovamente dall’approvazione, tramite voto, dei lavoratori. «Sono ormai saltate le vecchie garanzie e i vecchi rigidi inquadramenti – ha spiegato ancora Montevago – bisogna ridefinire, partendo dal dato referendario, tutto l’assetto di relazioni industriali tra aziende e sindacato. I lavoratori hanno detto NO ad una proposta riportata dai sindacati maggiormente rappresentativi (con vecchie logiche) in azienda. Cisal Comunicazione, coerentemente con la propria linea condivisa dal 95% dei lavoratori ha dapprima rifiutato di prendere in considerazione le proposte aziendali e in seguito, dopo essersi fatta promotrice dell´indizione di un referendum tra i lavoratori, ha immediatamente spiegato ai lavoratori stessi, sviluppando dati e ipotesi, il perché votare NO a questo tipo di accordo». Si attendono ora le direttive del Ministero. La situazione è a un punto cruciale, se si pensa che quasi tremila lavoratori rischiano di restare senza lavoro (mettendo in crisi circa cinquemila famiglia, dunque) si può comprendere quanto sia delicata la questione. «Noi di Cisalcom siamo fiduciosi sul fatto che questo impegno possa tradursi nel breve in azioni concrete e risolutive, ma sia chiaro da subito che se la soluzione a portata di mano, continuerà ad avere come unici finanziatori i lavoratori e quindi di fatto continuare a deprimere salari al limite della povertà, Cisal Comunicazione solleverà immediatamente ancora una volta gli scudi con l´unico interesse di proteggere la dignità dei lavoratori». Palermo, 7 aprile maggio 2016.
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