Inserita in Cronaca il 26/01/2016
da Umberto Crispo
SCUOLA “A. GABELLI” PALERMO - MOSTRA SULLA SHOAH, L’OLOCAUSTO RACCONTATO DAI PICCOLI ALLIEVI
La Shoah raccontata ai ragazzini e poi descritta con “piccoli quaderni” proprio da loro, piccoli studenti di nove anni consapevoli che quello che è successo non deve accadere mai più. Questa la ragione della mostra “La Shoah a scuola: conoscere è necessario” allestita presso la scuola primaria “A. Gabelli” di Palermo, in Via Eugenio l’Emiro n. 30, dove nell’Aula Magna fino al 27 gennaio restano in mostra gli elaborati degli allievi delle classi IV sezione A e B, i pannelli della associazione ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) e le tavole dell’Istituto Superiore di Studi per l’Olocausto dello Yad Vashem di Gerusalemme. Nella stessa giornata dedicata alla memoria anche due seminari, uno rivolto agli alunni e docenti delle scuole limitrofe con inizio ore 10,00 fino alle ore 12,00 e un altro con inizio ore 16,00, rivolto alla comunità. I relatori di quest’ultimo sono: Giovan Battista Puglisi, consigliere dell’ Associazione Scuola e Cultura Antimafia; Francesca Lo Nigro, dirigente scolastica “Aristide Gabelli che parlerà delle donne della Shoah; Carmelo Botta docente Storia e Filosofia Liceo Scientifico “Benedetto Croce”; Michelangelo Ingrassia, docente Storia Contemporanea Ateneo Palermo; Rosa Cuccia, docente “A. Gabelli” e referente del progetto. In apertura e chiusura dei due seminari si esibiranno i giovani allievi della piccola orchestra “Gabelli” classi IV sezione A e B diretti dalle insegnanti Emilia Di Gregoli e Patrizia Miceli. L’argomento smuove punti di vista opposti. I ragazzini devono venire a conoscenza di fatti cosi tragici? Oppure è meglio aspettare che siano più maturi? Secondo Marcello Pezzetti, autore del volume “Il libro della Shoah italiana, i racconti di chi è sopravvissuto” i ragazzi devono sapere tutto attraverso una vera e propria didattica della Shoah adeguata all’età. Il percorso si predispone con laboratori, corsi di formazione, un’ accurata scelta di immagini, alcune occultate da un foglio rimovibile e la mostra sulla Shoah è pronta per essere fruita. Anche lo sguardo meno tragico, ma non per questo meno profondo, del cinema aiuta la formazione della coscienza civica Questo si riconduce alle polemiche scaturite attorno al film “La vita è bella”. Porre gli eventi drammatici in sottofondo non significa edulcorare la violenza, l’analisi dei fatti è terrificante ma bisogna educare i cittadini di domani alla voglia di conoscere questi fatti. “E’ necessario vigilare. - spiega Michelangelo Ingrassia – La storia, infatti, non racconta solo il passato ma insegna ad orientarsi nel presente per non replicare il tempo dell’odio e delle idee assassine. In questo senso è importante comprendere e interpretare il significato dell’annientamento prima civile e poi fisico provocato dalle discriminazioni nazifasciste del passato e da quelle oggi in agguato a causa dell’eterna paura dell’altro, alimentata dalla cultura individualista della competizione, moderna versione del mito della lotta per l’esistenza Carmelo Botta parlerà dell‘infelice destino degli IMI, Internati Militari Italiani, vittime due volte della banalità del male messa in atto dalla follia nazifascista. “Si tratta degli italiani – afferma - che all’indomani dell’armistizio, circa 700 mila soldati, molti dei quali non fascisti, vennero lasciati allo sbando e senza ordini provenienti dallo Stato Maggiore. I tedeschi trucidarono circa 7 mila militari a Cefalonia, per gli altri vi furono deportazioni, violenze e torture, da parte dei tedeschi. Nei mesi a seguire nessuna collocazione giuridica. solo angherie e violenze. Non vennero riconosciuti neanche dalla Convenzione di Ginevra come prigionieri o altro, ma come per gli ebrei, per altre ragioni, solo come dei traditori sia dai tedeschi che dagli italiani del dopoguerra. Tranne quelli che aderirono alla Repubblica di Salò. Una situazione aberrante che deve essere ricordata”. Referente progetto Rosa Cuccia 3408587885 Per info Clara Picciotto 3386747144
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Commenti |
29/01/2016 - Penso sia fondamentale informare e formare gli alunni fin dalla loro tenera età, naturalmente utilizzando strumenti, documenti, immagini, film, documentari. ...calibrati alla loro età al fine di meter un semino nella loro mente per il rispetto di tutti (Rosa Cuccia) |
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