Home    Politica    Cronaca    Salute    Un caffè con...    Sport    Nera    Economia    Cultura    Tempo libero    Gusto    Turismo    Contatti
 
 
 

Inserita in Cultura il 10/12/2015 da REDAZIONE REGIONALE

PALERMO - PRESEPE A PALAZZO BONOCORE

PALERMO
Palazzo Bonocore, piazza Pretoria, PALERMO
14 dicembre – 31 gennaio
Inaugurazione: sabato 12 dicembre alle 19. Dalle 20,30 alle 22 ingresso gratuito
Un viaggio nel tempo attraverso alcuni tra i più originali esempi di arte presepiale di Sicilia: dalle
natività in corallo di scuola trapanese ai presepi in materiali poveri, corde, cime e nodi marinari,
ma anche tessuti, cera, ceramica e terracotta. Arte antica spesso tramandata da generazioni di
famiglie di artigiani che per la prima volta si ritrovano riuniti in un unico spazio: Palazzo Bonocore,
nuovo museo della cultura immateriale siciliana appena aperto a Palermo, realizzato nell’ambito
del progetto omonimo, ideato e diretto da Lucio Tambuzzo, per I WORLD, finanziato dal PO FESR
Linea di Intervento 312 A.
Si inaugura sabato 12 dicembre alle 19 Nativitas a Bonocore. Arte presepiale in Sicilia e mostra
multimediale sul Patrimonio culturale immateriale, esposizione unica nel suo genere che avvicina
esempi dell’arte artigiana siciliana sui presepi, a Le Oasi dell’Identità, installazioni multimediali
normalmente presenti nel museo, ovvero 1000 foto di Melo Minnella che si sfogliano in chiave di
video arte su enormi video wall. La mostra sarà aperta sabato fino alle 20,30 ad inviti, poi fino alle
22 ad ingresso libero. Da lunedì 14 dicembre e per tutto il mese di gennaio, sarà poi visitabile da
lunedi a venerdi dalle 10 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 17,30, salvo speciali aperture che saranno
comunicate sulla pagina facebook “Palazzo Bonocore – Le Oasi delle Identità” e sul sito internet
“www.palazzobonocore.it”. Biglietti: 4 euro intero, 3 euro ridotto. 5 euro con visita guidata, su
prenotazione.
Un vero e proprio viaggio, a cura di Doresita Marino e Maria Stella Di Trapani, con la supervisione di Lucio
Tambuzzo, che prende le mosse dai preziosissimi presepi in corallo di Platimiro Fiorenza, l’ultimo
dei corallari di Trapani, “tesoro umano vivente” iscritto al Registro delle Eredità Immateriali di
Sicilia (REIS); e prosegue con i paesaggi e figure semoventi in legno, tufo, tela e colla di Giacomo
Randazzo (iscritto nel Libro delle Espressioni del REIS), i personaggi in argilla e stoffa
minuziosamente curati da Angela Tripi, i bambinelli in ceroplastica di Italo Giannola, la collezione
ottocentesca di presepi di Antonino Indovina, raccolta da Michele Lo Presti, i presepi in corde
marinare e gomene di Agostino Prestigiacomo, fino ad arrivare alle reinterpretazioni
contemporanee dell’arte del presepe di Adriano Ferrante con i suoi angeli in stucco finemente
raffigurati in un’ottica contemporanea. Accanto ai presepi sono esposti abiti d’epoca della preziosa
collezione di Raffaello Piraino, tra cui un abito da mattino del 1840, appartenuto proprio ai
Bonocore.
“Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l´asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la
povertà, si loda l´umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme”. Così Tommaso da Celano
nella Legenda secunda descrive la Natività rappresentata a Greccio da San Francesco nel 1223. Da allora i
presepi hanno sempre attraversato prepotentemente l’arte di ogni tempo e, a partire dal ‘600 proprio in
Sicilia, si assiste alla fioritura di un’abbondante produzione presepiale che irrompe nell’universo delle arti
decorative. Su questa scia si muove Nativitas a Bonocore che vuole fornire un continuum tra passato e
presente, valorizzando le varietà tipologiche proprie delle diverse scuole presepi ali, tutte considerate a
livello artistico e non soltanto come espressione artigianale. Saperi e tecniche originali vengono qui
applicate al corallo, alle sculture miste al legno tela e colla, agli argenti sbalzati, alla corda, alla ceroplastica
e allo stucco, e ancora alla cartapesta e tessuti, tutti materiali sapientemente lavorati da artisti
contemporanei. Sette artisti, custodi di tecniche e pratiche dell’artigianato o, come ricorda il Vasari, delle
“arti congeneri” più comunemente definite arti decorative: tutti contribuiscono a conservare la memoria di
un esemplare patrimonio presepiale come quello siciliano. Palazzo Bonocore diventa cosi una sorta di
“nuova Greccio” dove tradizione e contemporaneità, materiale e immateriale, spazio e tempo si
intrecciano.
SCHEDA TECNICA
Nativitas a Bonocore
Arte presepiale in Sicilia e mostra multimediale sul Patrimonio culturale immateriale
PALERMO, PALAZZO BONOCORE – piazza Pretoria
ideazione e direzione di Lucio Tambuzzo
in collaborazione con: Dino Favuzza, Doresita Marino e Maria Stella Di Trapani, Nicoletta Fersini, Giovanna
Biondo, Sabrina Di Maio, Fabio Bagnasco
14 dicembre – 31 gennaio
Inaugurazione: sabato 12 dicembre alle 19. Fino alle 20,30 ingresso ad inviti
Dalle 20,30 alle 22 ingresso libero.
Orari: da lunedi a venerdi 10-13,30 e 14,30-17,30, salvo speciali aperture che saranno comunicate sulla
pagina facebook “Palazzo Bonocore – Le Oasi delle Identità” e sul sito internet
“www.palazzobonocore.it”.
Biglietti: 4 euro intero, 3 euro ridotto. 5 euro con visita guidata
Ufficio stampa
Simonetta Trovato mob. 333.52.89.457 – simonettatrovato@libero.it
Carmela Grasso – mob. 349.26.84.564 – melagrasso@gmail.com
GLI ARTISTI
Platimiro Fiorenza
Presepi in corallo
Trapanese, classe ’44, il piccolo Platimiro si forma nella bottega del padre Pasquale Fiorenza, artigiano
orafo e corallaio, da cui apprende la lavorazione di pietre e materiali preziosi, oro, argento e corallo. E
proprio per quest’ultimo scatterà un vero innamoramento che lo porterà ad affinarne la lavorazione,
sperimentando anche altri campi, pittura, scultura e poesia, anche sotto la guida a Milano di Giò Pomodoro.
Ma è Trapani l’ humus ideale in cui Fiorenza trova la sua migliore espressione artistica legata ai grandi
maestri corallai trapanesi del XVI-XVII secolo. Riconosciuto, stimato e apprezzato per l’eccellenza della sua
tradizione, il mastro corallaro è stato celebrato più volte, più recentemente nelle mostre “I grandi
capolavori del corallo” alla Fondazione Puglisi Cosentino di Catania e al Museo Pepoli di Trapani (2013).
Impegnato su diversi fronti, Fiorenza collabora con famosi antiquari di Palermo, Roma, Firenze, Londra e
New York e contribuisce a importanti restauri per le principali chiese trapanesi, per il più importante
gruppo scultoreo dei Misteri. Una sua acquasantiera in oro, corallo e pietre preziose e una Madonna state
eseguite per Sua Santità Giovanni Paolo II e sono esposte ai Musei Vaticani, a Roma.
Straordinario è il suo presepe in corallo e argento protagonista, nel 1994 e nel 2001, nella mostra dei
“Cento Presepi” di Roma: qui il corallo si fa materia plasmabile nelle dettagliate architetture di sfondo di
stampo classico (ma anche nei mulini a vento delle Saline), nella minuzia espressiva di Maria, Giuseppe e il
Bambin Gesù, di pastori e zampognari.
“Tesoro umano vivente”, è iscritto al Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia (REIS).
Adriano Ferrante
Angeli in stucco
Adriano Ferrante, palermitano, classe ’86, recupera l’arte antica degli stuccatori di scuola serpottiana. I suoi
angeli sono molto naturalistici, si distinguono dalla scuola storica solo per il loro utilizzo: se gli angeli
serpottiani erano spettatori muti degli oratori, quelli di Ferrante sono protagonisti giocosi, ingenui, paffuti
che sdrammatizzano ciò che può esservi stato di doloroso nel viaggio che ha condotto attraverso il sacrificio
di Cristo alla salvezza dell’uomo. Spensierati puttini, trovano un proprio ruolo centrale nella poetica
dell’artista. Sono attori, soggetti nella scena. Teneri, paffuti, ingenuamente consapevoli, sembrano giocare
interpretando a loro modo gli episodi evangelici dei Misteri. È un mondo che si rinnova, che esce dalle
tenebre e gioisce del magnifico Creato.
Italo Giannola
Bambinelli e presepi in ceroplastica
laureato e professore di Chimica farmaceutica, Italo Giannola si è sempre mosso tra scienza e arte, da oltre
30 anni si occupa di ceroplastica. Il suo bagaglio scientifico, lo studio analitico-strumentale, la ricerca e la
passione per il recupero di antichi manufatti in cera gli hanno consentito di risalire alle antiche tecniche di
manipolazione e lavorazione della cera d’api. Materiale duttile per le sue proprietà organiche, la cera si
offre perfettamente per la sua ricca riproduzione di “Bambinelli” nei presepi. Giannola, col suo intenso
desiderio di non cancellare il passato, fa rivivere da artigiano, l’antica rappresentazione popolare di un’arte
poco conosciuta ma che affonda le sue radici nel mondo greco e romano fino alle natività francesi del XVI
secolo e siciliane del XVII. Mirabile maestria anatomica, raffinatezza e squisita fattura caratterizzano i
delicati lineamenti, dei “Bambinelli” ora in adorazione ora dolcemente addormentati, rivestiti da monili in
corallo, simbolo della venuta di Gesù Cristo.
Suo anche il gruppo di presepi in cera, inseriti sotto campane di vetro per consentire una visione completa.
Queste natività nascono su una scenografia rupestre secondo la tradizionale composizione ericina, che fa
da sfondo ai diversi personaggi, alla Sacra Famiglia dall’espressione dolcissima, con gli occhi neri e la
carnagione delicata e rosea dei protagonisti, esaltati dalla cera plasmata in quel soffice candore che si
addice ad una Natività. Si discosta dai modelli iconografici tradizionali, e dal resto del gruppo dei presepi
colorati, il presepe in cera bianca, tra palme, una capanna e soffici nuvole.
Antonino Indovina
Presepi ottocenteschi – collezione di Michele Lo Presti
Nato a Termini Imerese nel 1836, Antonino Indovina soleva definirsi “capo maestro costruttore” ma anche
“dilettante in plastica, pittura e musica”. Pur essendo perito urbano e imprenditore, fin dai 12 anni si
dedicò alla creazione di figure presepiali, per natività allestite ogni anno nelle chiese di termini Imerese e,
durante alcuni soggiorni di inizio ‘900, negli Stati Uniti. Ciascuna statuina era realizzata modellando, con
impasto di gesso e colla, un manichino in fil di ferro che veniva poi rivestito da abiti in stoffa di cotone
bianca (madapolam) bagnata nella colla per rendere stabile il drappeggio. Legno, tela, verga, sughero e
corda erano utilizzati per definire i particolari, gli accessori e gli utensili, fino alla meticolosa colorazione
delle parti scoperte del corpo, delle vesti e dei finimenti. Nella produzione di Indovina rientrano anche
statue a grandezza naturale che componevano i gruppi scultorei della Deposizione, la Rappresentazione
delle Anime del Purgatorio, la Disputa con i dottori nel Tempio, i carri trionfali della Resurrezione e
dell’Immacolata. Le statuine esposte provengono dalla collezione di Michele Lo Presti, che ha sposato la
pronipote dell’artista. Mirabile e minuzioso nei particolari, nell’espressione e nel senso del movimento, è il
gruppo della Vergine che pone il Bambino nelle mani di uno dei Re Magi, che sembra stia per inchinarsi in
segno di rispetto e commozione; da notare, lo scarto tra la semplicità delle vesti di Maria, prive di decoro
ma leggere, e quelle del Re, finemente riprodotte in ogni ornamento, dalla gorgiera – ampio colletto a
forma di corolla fittamente increspato, tipico dell’abbigliamento nobiliare dal XVI al XVIII secolo – alle
bordure in oro delle vesti e del lungo manto, sorretto da un paggio che reca anche un prezioso calice con i
doni. Ogni personaggio è reso con estremo realismo: il vaccaro afferra con foga il bovino per le corna, una
donna traina la carretta del paralitico, il pescatore sta per gettare in acqua la canna da pesca, il contadino,
lasciati da parte bastone, sacca e cesta ricolma dei frutti già raccolti, è intento a gustare un fichidindia. E
ancora, la figura della donna è colta in diverse sfaccettature: dalla vivace espressione della madre
impegnata a rammendare la veste del figlioletto steso sulle sue gambe, alla donna con un canestro di frutta
che stringe per mano il figlio dall’espressione contrariata, sino alla mamma straziata dal dolore che, caduta
per terra, cerca di non farsi portar via il proprio bimbo, nella scena della Strage degli Innocenti. Infine le
figure del pellegrino inginocchiato, dell’orante e del viandante, il tipico personaggio del dormiente e
l’angelo del “Gloria” dalle ali spiegate.
Agostino Prestigiacomo
Presepi in corde marinare
Agostino Prestigiacomo nato a Palermo nel 1930, oggi vive nella borgata palermitana di Vergine Maria, di
fronte al mare, ed è un abile artista delle opere in corda. Ex operaio dei Cantieri navali, è stato imbarcato a
lungo e ha “armato” la nave goletta Palinuro della Marina Militare. Durante la sua lunga carriera,
Prestigiacomo sperimenta in diversi settori come la pittura e la poesia ma è soprattutto nell’abile maestria
di creare opere d’arte attraverso la corda che trova consensi nel mondo dell’artigianato. Riesce a creare
barche in miniatura e presepi lavorati con la piombatura, tecnica possibile grazie ad un lungo e paziente
lavoro di intreccio eseguito con la corda di Manila, abitualmente utilizzata per cime, gomene e funi per le
navi, o per la fabbricazione di reti da pesca. Vincitore di diversi premi di pittura, ha partecipato a diverse
mostre di presepi, tra le quali la "Via Crucis - Opere in corda piombata", e “I Presepi dei cinque continenti”
all’ Orto Botanico di Palermo.
Giacomo Randazzo
Presepi semoventi in legno, tufo, tela e colla
Giacomo Randazzo è sempre rimasto legato alla sua Cinisi. La sua passione per il presepe nasce nel 1955
quando il padre realizzò, lavorando diversi mesi, il primo presepe semovente e miniaturizzato di Cinisi. Il
giovane Giacomo si mette alla prova, e dà vita al suo primo personaggio in movimento, un fabbro che batte
col martello il ferro sull´incudine, mentre il garzone aziona il mantice per ravvivare il fuoco nella forgia.
Seguirà un mulino dove la macina gira su un ripiano e scorre un fiotto di farina. Il mulino è azionato da una
ruota a pale mossa dall´acqua corrente del fiume che scorre adiacente all´edificio. Ma il movimento più
bello e sofisticato a cui l’artista riesce a dar vita, è un forno dove una coppia di panettieri è intenta a
infornare il pane. Lei pone una forma di pane sulla pala e lui la depone nel forno. La pala esce vuota dal
forno e lei torna a riporvi un altro pane. Sotto il pavimento un meccanismo tipo orologio regola questo
perfetto sincronismo.
Sin dal suo primo presepe, Randazzo ha tentato di ricostruire in miniatura un paesino che va scomparendo,
riproducendo tutto in scala, ogni cosa in scala dieci volte più piccola, utilizzando però materiali reali,
persino le casette sono in muratura, fatte con pietre, tufo e calce.
Il primo presepe vede la luce nel Natale 1988. Ogni personaggio è realizzato in un solo braccio di sette
centimetri con cinque snodi dal polso alla spalla, più altri per far piegare la schiena e le gambe. Nascono
il ciabattino, la filatrice, il ricottaro, i pigiatori d´uva e il vasaio, i carrettieri in transito in cui la ruota, per le
asperità del manto stradale, ogni tanto rallentava e sobbalzava insieme a tutto il carro perchè non aveva le
sospensioni, come una volta.
E’ iscritto al Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia (REIS
Angela Tripi
Presepi in terracotta e stoffa
Palermitana, Angela Tripi nasce da una famiglia di artigiani rilegatori, e sviluppa la sua passione per la
tradizione del presepe durante l’infanzia, anche se si dedica all’attività soltanto dopo aver scoperto
casualmente una Sacra Famiglia di Giovanni Antonio Matera, del XVII secolo, custodita all’interno di una
caratteristica campana di vetro. Al posto del legno di tiglio intagliato e della tela in lino bagnata, adoperati
dallo scultore, la Tripi decide di utilizzare la terracotta e la stoffa per reinterpretare la tradizione in maniera
originale. Così inaugura la prima bottega a metà anni ’70 nelle stalle di Palazzo Castrone di Santa Ninfa –
ove è ancora il laboratorio – dedicandosi prima alla creazione dei personaggi caratteristici tradizionali della
Sicilia, poi alle composizioni presepiali. Ciascuna statuina viene plasmata manualmente, essiccata, cotta a
940°, dipinta e rivestita con stoffe e guarnizioni. La sua produzione – caratterizzata da vivace realismo,
spiccata espressività e costante attenzione ai dettagli – è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo: negli
anni l’artista ha esposto in Germania, Spagna, Francia, Stati Uniti e Giappone.
Per Nativitas a Bonocore, Angela Tripi ha scelto di esporre una Natività dentro una campana di vetro ed un
presepe molto grande composto da pochi essenziali elementi.
La prima si richiama in modo diretto alla Sacra Famiglia del Matera: un gruppo formato da Maria, Giuseppe
e Gesù, completato dalla presenza di un angelo. Mentre la Vergine assorta pone il suo sguardo sul
Bambino, creando un’intesa spirituale accentuata dalla corrispondenza gestuale – entrambi i personaggi
aprono le braccia, per Maria un segno di adorazione, per Gesù la prefigurazione della Croce –, Giuseppe e
l’angelo si rivolgono allo spettatore: quest’ultimo sembra inviti ad avvicinarsi per rendere omaggio al
Redentore, che quasi indica con il braccio teso; l’umile e mite falegname di Nazareth, invece, tende il
braccio verso l’alto e sembra congiungersi idealmente con la creatura celeste a cui sembra rispondere. Nel
grande presepe, la Sacra Famiglia, con il bue e l’asinello, è arricchita dalla presenza di un pastore, che offre
le sue pecore al Bambino, e di uno dei Re Magi dall’aspetto esotico, con le scarpe a punta e una purpurea
veste regale, riccamente decorata con inserti in oro, di cui sembra volersi spogliare per offrirla al Redentore
in segno di sottomissione. Il corno eburneo con l’incenso, lo avvicina a Baldassarre, re degli indiani.
Raffaello Piraneo
Abiti ottocenteschi
Raffaello Piraino inizia a raccogliere abiti e accessori appartenuti all’aristocrazia e alla borghesia siciliana,
quando riceve l’incarico di realizzare scene e costumi dell’opera buffa di Poulenc Les mameles de Tirésias
nel 1977 al Teatro Massimo. Oggi la sua collezione si compone di oltre 3.000 oggetti – realizzati tra il 1700
ed il 1960 – fra abiti, corpini, douillettes, paletots, manteaux, robes volants, accessori, pizzi, tessuti, scarpe,
bastoni da passeggio, cappelli, ventagli e biancheria intima; è arricchita da stampe e riviste ma anche da
capi d’abbigliamento popolare, uniformi civili e militari, abiti etnici e paramenti sacri nonché interi corredi
nuziali. La maggior parte dei reperti proviene da antiche famiglie siciliane; la fattura, invece, si deve spesso
a rinomate sartorie italiane, la fiorentina “La Ville de Lyon”, la torinese Serafina Barberis, la napoletana
“Angelici & Figli”, o a celebri couturier parigini, come Poiret, Fortuny, Worth junior e Doucet.
In occasione della mostra Nativitas a Bonocore, Piraneo ha selezionato alcuni pregiati capi riconducibili al
Palazzo direttamente o in relazione ai suoi periodi di maggior splendore: protagonista assoluto è un abito
da mattino in rasatello di seta pura stampata a fiori di crisantemo, del 1840, che appartenne alla famiglia
Bonocore. Esposte anche marsine della fine del XVIII secolo e un elegante abito da cerimonia appartenuto
alla famiglia catanese Mascatello, in raso di seta damascato rosa e merletto meccanico ecrù, 1880 ca.
Le Oasi dell’identità – Museo di Palazzo Bonocore
“Le oasi dell’identità” sono un vero e proprio museo multimediale sul patrimonio culturale
immateriale siciliano, realizzato nell’ambito del progetto omonimo, ideato e diretto da Lucio
Tambuzzo, per I WORLD, finanziato dal PO FESR Linea di Intervento 312 A.
Il museo in un settecentesco palazzo appena restaurato, è di proprietà della Curia: sullo sfondo dei
soffitti affrescati, dove si rincorrono amorini, putti e fanciulle, scorrono i tesori intangibili della
Sicilia: il ciclo del grano, l’Opera dei pupi, la vita delle tonnare, i colori violenti delle ceramiche
tradizionali, la coltivazione dell’uva Zibibbo. Per ognuno di questi tesori, si susseguono le immagini
che si sfogliano su enormi video wall: punto di partenza sono gli scatti di Melo Minnella e gli studi
dell’antropologo Ignazio Buttitta, qui tradotti in immagini.
La storia del Palazzo. Palazzo Bonocore fu edificato all’inizio del XVI secolo; il primo proprietario fu
Francesco Di Carlo che lo acquista nel 1547. Nel 1593 passa nelle mani del senatore di
Palermo Stefano Conte, poi ai Gastone. Intorno alla metà del ‘700 Francesco Gastone, presidente
del Tribunale, fece ampliare il palazzo per la figlia Margherita che sposa Francesco Antonio Lo
Faso, duca di Serradifalco. I duchi abiteranno Palazzo Bonocore fino al 1829; ed è proprio ai
Serradifalco che si deve la nuova facciata di gusto neoclassico su piazza Pretoria. Nel 1873 un ricco
negoziante, Salvatore Bonocore, acquista il palazzo dall’ultima erede dei Lo Faso, Giuseppina
Fardella. L’edificio oggi è di proprietà di privati, tranne il piano nobile che appartiene alla Curia
Arcivescovile di Palermo che lo ha appena restaurato. La facciata su piazza Pretoria ha un pronao
neoclassico; dallo scalone d’onore si accede ai saloni del piano nobile in parte affrescati

 

ALTRE NOTIZIE

Il direttore generale Areu, incontra il Presidente ANAS Lombardia e il Presidente della consulta Nazionale per definirà l´offerta formativa sanità 2024
In data odierna il Presidente ANAS Lombardia nella persona della Dott.ssa Anna Lo Bosco e il Presidente della consulta nazionale Giuseppe Coniglio, so...
Leggi tutto
A.N.A.S Nazionale e FITA Sicilia vi invitano all´evento conclusivo del progetto "Fuori dagli Schermi"
Giovedì 16 maggio presso i Teatro Savio di Palermo, a partire dalle ore 10:30,  si terrà l´evento conclusivo del progetto "Fuori d...
Leggi tutto
Cefra: la presidenza regionale Lombardia convoca le associate ANAS
Il presidente ANAS Regionale Lombardia ha convocato  per oggi alle ore 16:00 un´assemblea, alla quale parteciperanno tutte le associate, per pre...
Leggi tutto
Bagheria, Conferenza: Di “donne” e di “miti”. Una storia per immagini
Si terrà sabato 16 marzo 2024 alle ore 17,30 presso la Sede di BCsicilia – Dimora Storica Mineo – Cirrincione in Via Sant’Elia, 5 a Bagheria la...
Leggi tutto
Ecco “Pedagogia Interiore” il rivoluzionario metodo educativo per una scuola nuova, il nuovo libro della prof.ssa Mariangela di Pasquale
“Dicono che il primo amore non si scorda mai. Credo che sia così anche per un insegnante appassionato che conosce la sua prima classe. E&...
Leggi tutto
Parte da Napoli la prima data dello spettacolo “L’infinito dei campi di Grano” di Roberto Michelangelo Giordi, con la regia di Giancarlo Moretti
È edito da Mariù edizioni, il libro scritto da Roberto Michelangelo Giordi da cui è tratto lo spettacolo “L’infinito dei campi di grano”...
Leggi tutto

Video
Guardali tutti

Oggi al Cinema

Orario voli aeroporto Trapani

Oroscopo giornaliero

LUIGI su Prestiti senza busta paga, alcune opportunità:
OFFERTA DI PRESTITO RAPIDA E AFFIDABILE Indirizzo: WhatsApp: +33754190105 E-mail: financec99@gmail.com Grazie


LUIGI su Prestiti senza busta paga, alcune opportunità:
OFFERTA DI PRESTITO RAPIDA E AFFIDABILE Indirizzo: WhatsApp: +33754190105 E-mail: financec99@gmail.com Grazie


Nicola su Il sindaco di Castellammare del Golfo: "Pronti ad ospitare la seconda stagione di Màkari":
In effetti sono tutti rimasti particolarmente attratti da Castelluzzo del Golfo


clorinda su LE OLIMPIADI: TRA MITO E STORIA:
Grazie per l´articolo, è stato molto utile per integrare le conoscenze dei miei alunni impegnati con la maturità 2020


Gioacchino Lentini su Gorghi Tondi: il villaggio perso nel tempo:
Fino al 1945 il villaggio in questione era abitato dai proprietari dei vari caseggiati, che lo popolavano dalla stagione estiva, durante la vendemmia, fino al termine della raccolta delle olive. I bossoli delle cartucce che affiorano dalla vegetazione risalgono a prima del 1998, anno in cui venne istituita la riserva naturale, e da allora nessun cacciatore si è permesso di esercitare bracconaggio all’interno della stessa in quanto porta alla violazione delle normative vigenti per i pos


raffaela vergine su UNA NUOVA CASA PER I CANI PIÙ BISOGNOSI:
lodevole l´iniziativa ma sarebbe bene finanziare campagne di sterilizzazione di massa sopratutto dalle grandi associazioni nazionali che potrebbero anche spingere sul governo a legiferare l´obbligo della sterilizzazione. Invece la parola sterilizzazione viene usata da pochi o da nessuno .


Claudia Cardinale su Al Giotto Park tutti i giorni giostre a solo un euro:
E aperto


Antonio Lufrano su Oggi il Decreto del Ministero sulla ´Campagna di pesca del tonno rosso – Anno 2019´. A Favignana si torna a pescare:
Se riceveremo altri comunicati li pubblicheremo.


Giorgio pACE su Oggi il Decreto del Ministero sulla ´Campagna di pesca del tonno rosso – Anno 2019´. A Favignana si torna a pescare:
Gradirei essere aggiornato in previsione di condurre Gruppi di Soci CAI (Club Alpino Italiano) ad assistere, come ho già fatto alcuni anni prima della chiusura, alle attività della pesca, dalla calate delle reti, alla lavorazione. Grazie, cordiali saluti e Buona Pasqua. Giorgio Pace


Antonio su VIII GRANFONDO DELLE VALLI SEGESTANE:
Da 3 anni che partecipiamo a questa gara e ogni anno è sempre un´emozione incredibile, la gara è abbastanza dura ma la bellezza del paesaggio e gli innumerevoli single track, sono la ricompensa alla fatica. Una Granfondo diversa che ogni appassionato dovrebbe fare.


TrapaniOk - registrazione Tribunale di Palermo n° 17/2014 - Direttore responsabile Antonio Pasquale Lufrano

Via N. Turrisi, 13 - 90139 Palermo - iscritta al ROC n. 17155 ISSN: 2037-1152 - P.Iva: 05763290821

Tutti i diritti riservati. Le immagini, i video e i contenuti di questo sito web sono di proprietà di TrapaniOk. Ogni utilizzo del materiale on-line senza consenso scritto è assolutamente vietato

Cookie policy | Privacy policy

powered by
First Web