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Inserita in Politica il 22/05/2015 da REDAZIONE REGIONALE

TRAPANI - 163° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA POLIZIA - DISCORSO E PREMIATI

TRAPANI
Autorità, gentili Ospiti,
Benvenuti alle celebrazioni del 163° anniversario della Fondazione della Polizia e grazie a nome di tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato in servizio in questa Provincia, per essere ancora una volta qui con noi oggi in questa giornata di festa, intesa anche e soprattutto come momento di riflessione, partecipazione e condivisione del nostro lavoro.
Quest’anno, come del resto già in passato, in ossequio al principio di sobrietà che ormai caratterizza tutte le cerimonie celebrative, abbiamo deciso di ritrovarci tutti quanti assieme qui,…. in questo luogo simbolo della cultura, da dove abbiamo voluto che partisse un segnale univoco di speranza e di crescita, che coinvolgendo tutti, ci consentisse di stringere idealmente in un solo grande abbraccio la popolazione dell’intera provincia, assetata di educazione, vivibilità, libertà e giustizia.
Quante volte, negli ultimi tempi, ciascuno di noi ha parlato di libertà e giustizia, legalità e sicurezza, responsabilità e senso civico ma quante volte, ciascuno di noi ha dato a queste parole un particolare valore, riempiendole di contenuto e significato? Non è sufficiente, infatti, riempire le piazze, esibire mani pulite o vantarsi di una profonda e trasparente moralità, non basta “predicare” la legalità, bisogna praticarla, bisogna saldare le parole ai fatti, le aspirazioni ai progetti, la memoria all’impegno, la conoscenza alla responsabilità, bisogna trasformare la denuncia dell’ingiustizia in impegno per costruire giustizia e legalità.
Qualche mese fa, quando ho assunto la direzione della Questura di Trapani, ero consapevole di essere stato chiamato a svolgere un compito difficile, che avrebbe richiesto grande impegno ed attenzione, in un territorio sicuramente tra i più delicati e sensibili e che, ancora oggi, continua a vedere le Istituzioni dello Stato fondate sulla forza della legalità, fronteggiarsi con organizzazioni criminali che tale forza traggono, invece, dall’intimidazione, dalla violenza, dall’omertà.
Ecco perché oggi siamo qui, perché alla ferocia ed alla tracotanza di alcuni individui, vogliamo tutti insieme rispondere gridando con forza che la legalità, lo sviluppo, l’ordinato vivere civile, la sicurezza, la libertà e la democrazia sono progetti realizzabili e non utopie ed illusioni sfuggenti ed irrinunciabili, siamo qui per unire ancora una volta la nostra voce a quella dei tanti cittadini onesti, di tutti quegli imprenditori sani e laboriosi, di tutti quei giusti che, scegliendo da che parte stare e denunciando, hanno voluto e saputo affermare e condividere i principi di legalità e libertà in una terra tenuta per troppo tempo sotto scacco da criminali efferati e sanguinari, in una terra che da qualche anno è riuscita, però, a rompere l’immobilismo, ha cercato alternative, si è indignata, ha partecipato a marce per la legalità, ha applaudito e ringraziato le forze dell’ordine.
E’ indubbio: Cosa Nostra, nel tempo, ha subito colpi mortali; dalla disarticolazione delle organizzazioni criminali alla aggressione dei suoi patrimoni ; la sua struttura si è lentamente sgretolata e tutt’oggi è alla ricerca di nuovi equilibri, disegna e ridisegna quella linea di comando che al momento registra l’avanzata delle seconde e terze linee, dopo la decapitazione di gran parte delle famiglie mafiose. Ma la mafia, purtroppo, è ancora viva, vitale, agguerrita: ha perso sicuramente tante battaglie, ma non è stata definitivamente sconfitta.
E in questo momento, il mio pensiero va ad alcune aree di Trapani e della Provincia, dove ancora l’unica lingua parlata continua ad essere il silenzio, un silenzio colpevole e assordante, dove ancora troppo pochi sono coloro che hanno compreso che l’unica arma vincente contro la mafia è la presa di coscienza della gente comune, che di fronte all’espansione criminale non può continuare a rimanere insensibile, ma deve ribellarsi, indignarsi, reagire con coraggio ma anche con la rabbia di chi ha la consapevolezza di essere vittima di un’enorme ingiustizia, perché tollerare il crimine significa far regredire la democrazia e la libertà, significa togliere speranza e futuro ai giovani.
I giovani… . loro che, si badi bene, sono il nostro presente e non solo il nostro futuro, perché è di loro che ci dobbiamo preoccupare, perché i giovani, e tra questi, quelli che organizzano vertici sulla legalità, quei ragazzi che, a decine, nei periodi autunnali accorrono per vendemmiare nei terreni confiscati alla mafia ed ancora quelli che, senza risparmio alcuno di energie, si spendono per dare una mano nei contesti segnati dalla fragilità e dal bisogno, proprio quei giovani hanno, invece, diritto a guardare con fiducia al domani, a concretizzare le loro aspirazioni, a sentirsi e ad essere effettivamente protagonisti.
E noi adulti abbiamo il dovere di intercettare i loro interessi, di comprendere il loro linguaggio, di interpretare perfino il loro silenzio, se vogliamo evitare che diventino invisibili, così invisibili da essere quasi inesistenti, se vogliamo soprattutto evitare che la crisi occupazionale e la mancanza di interventi di promozione dei diritti e delle opportunità finiscano con l’avere un peso enorme nell’avvicinarli alla criminalità.
E parlando di giovani, non posso non pensare a quei ragazzi, tanti, cresciuti troppo in fretta, schiacciati dal consumismo, costretti ogni giorno a fare i conti con una “cultura” che esalta una libertà slegata dalla responsabilità, una libertà degradata ad arbitrio, ad affermazione a scapito degli altri se non contro gli altri, dove ciò che conta è l’immagine, il potere, il possesso, la forza, il danaro.
E a tal proposito, dobbiamo ammettere che c’è una crisi dei modelli educativi e dei rapporti interpersonali, crisi aggravata dalle continue rinunce che gli adulti fanno proprio all’autorevolezza ed alle potestà educative: i ragazzi oggi chiedono solo di essere capiti ed amati ed i genitori anziché dare, dovrebbero più che altro darsi e donarsi, evitando, come spesso succede, di essere figure sempre più labili, sempre più indaffarate e prese da altri pensieri, sempre meno tese a contenere ed a controllare i figli, di cui si dichiarano amici, complici ma sempre meno.. genitori.
Ed alla podestà educativa non deve mai rinunciare la scuola, che, soprattutto di fronte ad episodi di violenza ed aggressività, prepotenze e “bullismo”, deve imparare a cooperare con la famiglia in un rapporto di reciproco ascolto e rispetto, un rapporto che non è improntato sulla semplice “comunicazione” ma sul dialogo, un dialogo vivo che porta genitori ed insegnanti a condividere le linee educative e le strategie di intervento, a comprendere che la cultura apre la mente non solo alla riflessione ma anche al coraggio, al rispetto degli altri ed alla tolleranza. Per questo, Caponnetto, grande magistrato, era solito affermare “La mafia teme la scuola più che la giustizia. L’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”.

Assistiamo, in generale, ad una deriva valoriale che non ha precedenti e che abbiamo contrastato con arresti e sequestri, convinti che rabbia, emotività e paura non valgono certo a sanarla.
C’è dunque l’urgenza di un grande recupero di moralità, personale e sociale, ma anche di legalità. E quando dico questo, penso non solo al crimine organizzato, ma anche a quelle forme di illegalità verso le quali non c’è sufficiente attenzione e condanna, piccoli e grandi reati diventati espressioni di un’illegalità che è stata depenalizzata nelle coscienze e si è insediata nelle pieghe della vita sociale, innescando l’imitazione in forza del principio “così fanno tutti”.
Occorre, perciò, predisporre risposte concrete ed adeguate, consapevoli e positive, prevedere norme procedurali agili che rendano celere, immediata e certa l’applicazione della pena, rivedere i criteri di concessione dei benefici carcerari che spesso giungono anche per responsabili di reati che hanno scosso la sensibilità della gente; ma occorre, che tutti, e sottolineo tutti, alzino la testa e, mossi da un forte senso di appartenenza allo Stato, facciano veramente fronte comune nella lotta ad ogni forma di criminalità, anche quella diffusa che spesso vede, di fatto, un suo declassamento quando invece bisognerebbe annettergli priorità nel suo perseguimento e con risposte concrete ed immediate e non lontane nel tempo, generando, a contrario, una giustificabile incomprensione e una perdita di “affectio” a certi valori da parte della cittadinanza.
Noi continueremo, instancabili, nella nostra opera tesa al ripristino della legalità e lo facciamo nell’unico modo che conosciamo ma che è anche l’unico che vale a tranquillizzare la gente: individuare i colpevoli ed assicurarli alla giustizia e lo faremo sempre, con l’abituale attenzione ed il consueto impegno.
E non a caso, il tema della giornata odierna è “Esserci Sempre”, perché noi che siamo stati sempre presenti tra i cittadini, in mezzo alla gente, lo saremo ancora di più, ci saremo sempre, nei momenti gravi di sofferenza, rabbia, tensione, sconforto, disagio, ma anche per prevenire ogni forma di criminalità, per contrastarla, per garantire il rispetto delle regole, per diffondere la legalità, per vigilare e prestare soccorso a chiunque ne faccia richiesta… Sempre, non sottraendoci mai e non invocando mai giustificazioni per abbassare la guardia!
E questo perché siamo ben consci che nessuna tregua, nessun risparmio di energie può essere concesso alla delinquenza, perché sappiamo che produrre sicurezza oggi vuol dire non solo intervenire sulla sicurezza reale, aggredendo la criminalità con sempre rinnovato spirito costruttivo ma significa anche realizzare effettive forme di rassicurazione che sono fondamentali per i cittadini, significa prosciugare tante sacche di fattori criminogeni che creano degrado e disagio sociale, un disagio fatto di crisi occupazionale, di atti di inciviltà, di prepotenza verbale, di forme di arroganza, di tanti comportamenti lesivi comunque della tranquillità della gente.
Ed ancora: nessun appagamento, nessun risparmio di forze e di risorse, ci concederemo nella lotta al traffico e allo spaccio degli stupefacenti, che è e resterà nostro costante impegno perché è innanzitutto lotta al cuore della criminalità contro la quale la mobilitazione non può che essere generale. Anche in questo settore le risposte devono essere certe e rapide, altrimenti correremo il rischio di vanificarle. Noi continueremo su questa strada! Siamo, infatti, ben consapevoli che anche la più piccola dose di sostanza stupefacente sequestrata, è un soffio di vita in più per colui al quale era destinata.
Ma l’attività repressiva non può esser disgiunta da una strategia di prevenzione e controllo del territorio, caposaldo ed importante strumento di contrasto alla recrudescenza dei reati c.d. predatori e di quelli che determinano particolare allarme sociale.
La Polizia di Stato, al pari delle altre Forze di Polizia a competenza generale, opera sul territorio garantendo un impegno costante che consente un monitoraggio capillare, anche grazie alla sinergia raggiunta con il Piano Coordinato di Controllo del territorio.
La trasformazione degli stili di vita della collettività, unita alle mutevoli esigenze di “sicurezza percepita”, comportano la necessità di individuare dispositivi di intervento sempre più efficaci ed efficienti che siano in grado di realizzare, in maniera comune e condivisa, “sistemi operativi” in grado di rispondere alla duplice esigenza di garantire i due profili integrati di “sicurezza pubblica” e “sicurezza urbana”, attraverso l’apporto di tutte le componenti del “sistema sicurezza”, evitando inutili sovrapposizioni o, cosa ancor più grave, lacune operative.
E’ apparso necessario, pertanto, innalzare il livello qualitativo del controllo del territorio realizzando, nel contempo, “forme corali di intervento”, modulate sulle esigenze delle diverse realtà territoriali, per fornire alla collettività una maggiore fiducia e tranquillità, attraverso un’attività di armonizzazione dei servizi, la creazione di un patrimonio informativo comune ed il rafforzamento della conoscenza dei diversi soggetti coinvolti, dando vita ad un reale ed efficace “sistema integrato di controllo del territorio”.

E parlando di sicurezza a 360°, non posso non affrontare il tema dell’immigrazione che vede la provincia di Trapani costituire un front office senza precedenti in tema di accoglienza. Può parlarsi, infatti, di un fenomeno ormai strutturale, che impone a tutti i soggetti coinvolti una presa d’atto, atteso che tale materia non può esser più inquadrata in un contesto riconducibile ad uno fenomeno emergenziale. Su tale tematica è necessario intervenire in modo complesso e coordinato, con azioni sociali prima ancora che di polizia ma soprattutto con quella serenità e lucidità richieste perché i processi di integrazione possano svolgersi liberamente e senza ostacoli, perché si possa dimostrare che siamo in grado di garantire il rispetto rigoroso delle regole della convivenza civile, regole che valgono e devono valere per tutti, immigrati ed extracomunitari compresi, senza eccezione alcuna.
Una riflessione a parte merita, infine, la gestione dell’ordine pubblico, ove, nonostante il clima caratterizzato da forte tensione per la grave crisi occupazionale, siamo riusciti a gestire le criticità con grande equilibrio e notevole capacità dialogica. Privilegiando, infatti, il dialogo, ampliando tale fronte e mostrando ove necessario, fermezza e determinazione, abbiamo garantito a tutti la possibilità di manifestare liberamente le proprie idee secondo le regole di un ordinato vivere civile.

Fin qui il bilancio consuntivo, ma è necessario farne anche uno programmatico: perché se è vero che molto è stato fatto, è altrettanto vero che ancora molto è da fare. Una cosa è certa: continueremo con la stessa determinazione e con lo stesso entusiasmo nella lotta alla mafia e nella ricerca dei latitanti, nel contrasto ad ogni forma di criminalità e nell’attività preventiva e di soccorso, ci adopereremo perché il tema scelto quest’anno non sia un semplice slogan ma un impegno costante da concretizzare con i fatti ed ogni costo. Molti capitoli li abbiamo già chiusi, ma vi posso garantire che stiamo contestualmente operando su altri fronti, sicuri di conseguire a breve altri importanti successi.
Per questo, ora, mi rivolgo a voi, donne e uomini della Polizia di Trapani, della Questura, dei Commissariati, delle specialità, di tutti gli uffici e Reparti, a voi che mi state affianco in ogni momento nell’esercizio di questa difficile ma esaltante professione, non posso che dire: grazie! Grazie per la fermezza e l’equilibrio dimostrati ogni giorno tra la gente, grazie per i sacrifici che affrontate per difendere la legalità e contribuire al benessere della collettività, grazie per l’ umanità e la sensibilità con cui portate avanti la vostra missione. Sono orgoglioso di voi, silenziosi eroi del quotidiano, e grazie anche ai vostri familiari a cui va tutta la mia gratitudine, il mio affetto e, perché no, le mie scuse per avervi spesso loro sottratto.
Un grazie di cuore va anche al personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno, a tutte le OO.SS. e della Polizia di Stato e dell’Amministrazione Civile dell’Interno, per la collaborazione serena, sincera, intelligente e soprattutto costruttiva costantemente offertami.
All’ANPS, qui presente con una folta rappresentanza, rivolgo un affettuoso pensiero ed un ringraziamento per essere riuscita a mantenere vivi i valori e le tradizioni della Polizia di Stato.
All’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza, alla Polizia Penitenziaria, al Corpo Forestale, ai Vigili del Fuoco, a tutte le Forze Armate presenti, con cui quotidianamente condividiamo una feconda cooperazione, desidero far arrivare un simbolico abbraccio, come si conviene tra coloro che vivono esperienze di vita comuni, nel nome dei medesimi valori e dei medesimi ideali.
Alla Magistratura tutta ed ai singoli Magistrati, cui ci lega un convinto spirito di servizio, vanno anche i miei più sinceri sentimenti di gratitudine e stima, per la straordinaria competenza, la continua attenzione e l’indiscutibile equidistanza con cui svolgono la loro missione di custodi della legge;.. un sentito ringraziamento ai rappresentanti della stampa, per la professionalità, correttezza e schietta amicizia con cui seguono il nostro lavoro.
Riconoscenza esprimo al Sig. Sindaco di Trapani, al Sig Sindaco di Erice per l’attenzione mostrata e la consueta collaborazione
A S. Eccellenza il Vescovo Fragnelli, qui rappresentato da monsignore Adragna, rivolgo un devoto ringraziamento per la delicata, preziosa opera di assistenza spirituale.
A Lei, Signor Prefetto, cui rinnoviamo il nostro impegno a rendere questo splendido territorio sempre più libero, più progredito e solidale, vanno i miei più sinceri sentimenti di riconoscenza, gratitudine, stima e, se me lo consente, amicizia, perché la Sua sapiente ed impareggiabile opera di coordinamento delle Forze di Polizia, svolta con riserbo, misura e stile, è un valore aggiunto che consente di realizzare, nell’intera Provincia e in maniera esemplare, quel momento di cooperazione istituzionale, indispensabile per garantire sicurezza.
Grazie, grazie a tutti voi presenti perché la vostra partecipazione è la più significativa gratificazione per i poliziotti di Trapani.
Infine il mio pensiero grato e commosso va a tutti quei colleghi, a quei servitori dello Stato, e sono tanti, che hanno visto la propria vita segnata in modo indelebile nell’assolvimento del loro dovere, a tutti coloro che hanno sacrificato il bene supremo della vita in nome degli ideali e dei valori di democrazia, pace e legalità. Il loro coraggio, la loro estrema generosità e il loro altissimo senso dello Stato siano per noi di sostegno, di guida e di forza in questo difficile cammino lungo la strada della legalità. A loro, nostri indimenticabili compagni di lavoro, in cui tutta la Polizia di Stato si riconosce, devota, in uno spazio unico e senza confini, ai loro familiari che abbracciamo tutti, doverosamente dedichiamo questo filmato, perché il loro esempio ci stimoli e rinvigorisca, perché il ricordo sia memoria collettiva, perché il loro sacrificio non è stato vano e perché noi vogliamo ricordarli così.

Elenco dei premiati:

Vice Questore Aggiunto dr. Giovanni Leuci;
Vice Questore Aggiunto dr.ssa Antonella Vivona;
Commissario Capo dr. Stefano Maniscalco;
Sostituto Commissario Vincenzo Marino;
Ispettore Superiore Ignazio Coraci;
Ispettore Capo Francesco Pace;
Ispettore Marianna Adamo;
Sovrintendente Alessio Russo;
Assistente Capo Giuseppe Mazzara;
Assistente Capo Riccardo Genna;
Assistente Capo Antonino Giacalone;
Assistente Capo Antonino Dazzio;
Assistente Eugenio Toscano;
Assistente Simone Ventimiglia.

 

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