Inserita in Economia il 07/05/2013
da redazione
Confindustria: se si continua a spremere il limone, imprese a rischio
«La legge finanziaria certamente non è lo strumento adeguato per contenere interventi di ampio respiro per lo sviluppo del settore produttivo, ma non è nemmeno l´occasione per spremere un limone che non ha più succo. E le imprese di questa regione stanno sparendo se si continua a spremere il limone, con l´Irap ai massimi livelli e le addizionali Irpef regionale e comunale ed, infine, adesso con l´introduzione di canoni che finiranno per far perdere entrate sul bilancio della regione, piuttosto che aumentarle, oltre alla perdita di migliaia di posti di lavoro».
Il duro atto d´accusa arriva da Confindustria Sicilia, il cui consiglio direttivo, presieduto da Antonello Montante, si è riunito oggi a Palermo per esaminare il contenuto della finanziaria regionale, approvata dall´Ars al termine di una lunga maratona notturna nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio.
Il documento contabile è adesso al vaglio del commissario dello Stato, il prefetto, Carmelo Aronica, il cui giudizio è atteso nei prossimi giorni.
La legge di stabilità regionale spiega Confindustria avrebbe dovuto «solo mettere a posto i conti della Regione, che registravano un fabbisogno finanziario di oltre 2 mld e 300 mln di euro».
Un compito «non semplice» far quadrare i conti, secondo gli industriali siciliani, considerato che «ci si ritrovava a farlo nel corso di una grave fase recessiva che ha colpito le imprese e che si traduce in un preoccupante calo delle entrate fiscali, dei trasferimenti statali a causa delle misure di risanamento della finanza pubblica adottate dal governo nazionale»
Insomma una situazione pesante che per Confindustria Sicilia esigeva «interventi rigorosi e calibrati nello stesso tempo per evitare tagli orizzontali e non compromettere la funzionalità di presidi fondamentali al sostegno ed allo sviluppo delle attività economiche».
Per Antonello Montante, invece, il risultato che è scaturito dalla finanziaria varata dal parlamento siciliano è «una serie di emendamenti notturni, che da una parte hanno indebolito il governo impegnato nella tenuta dei conti, e dall´altra hanno portato all´introduzione di una serie di interventi mirati a colpire alcuni comparti produttivi con l´introduzione di balzelli francamente inopportuni e spropositati nella misura, instaurando un clima di avversione verso il sistema delle imprese che preoccupa anche in prospettiva».
I presidenti delle varie Confindustrie provinciali e delle categorie hanno valutato, in particolare, l´impatto sulle imprese dei provvedimenti, contenuti in Finanziaria, che hanno visto colpire il comparto delle acque minerali, delle attività di estrazione dei minerari da cava e degli idrocarburi.
L´associazione degli industriali sta già lavorando alla predisposizione di un documento di proposte di dettaglio, che nel breve dovranno portare a fornire al Governo ed alle Commissioni legislative dell´Ars dati e numeri sull´impatto economico ed occupazionale nei comparti colpiti dall´aumento dei canoni.
Nel medio termine il pacchetto contiene proposte per arrivare alla costruzione di strumenti concreti in direzione della sburocratizzazione degli iter autorizzativi degli investimenti privati, della valorizzazione delle aree industriali, della portualità e della logistica, delle infrastrutture indispensabili per la mobilità sostenibile delle merci e delle persone, della liberalizzazione dei servizi pubblici locali a rilevanza industriale, che «potrà portare all´assorbimento di parte dei precari rendendoli produttivi, e di ricollocarne altri con interventi formativi mirati per impiegarli nei musei, nei parchi e nella manutenzione del verde pubblico».
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