Inserita in Nera il 04/05/2013
da redazione
I PM di Palermo sono certi: ´D´Alì vicino a Messina Denaro´
Il processo a carico del senatore Antonio D´Alì è entrato nel vivo, ieri, con la prima requisitoria del PM Paolo Guido a cui seguirà, il 24 maggio prossimo, la requisitoria del collega Andrea Tarondo. Secondo il giudice Guido, il senatore sarebbe stato vicino al boss Francesco Messina Denaro ed al figlio Matteo, tutt’ora latitante e riconosciuto a livello internazionale come il numero uno di Cosa Nostra siciliana.
D´Alì, nel processo che si celebra a Palermo, è chiamato a rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Pm, nella requisitoria, ha ripercorso diversi episodi che metterebbo in collegamento il senatore trapanese con la famiglia mafiosa di Castelvetrano e che ne determinerebbero, come dichiarato, la sua vicinanza. Il processo s’è celebrato a porte chiuse così come previsto dalle norme che regolano i riti abbreviati.
C’è stata, però, una richiesta di deroga prevenuta alla Corte da parte del giornalista trapanese Rino Giacalone che però è stata rifiutata dagli avvocati difensori di d’Alì, Gino Bosco e Stefano Pellegrino. I due legali hanno motivato alla nostra redazione il loro diniego adducendo come spiegazione il fatto che non hanno ritenuto opportuno concedere l’accesso all’aula solo a qualcuno.
Peccato, sarebbe stato interessante potere seguire per intero e senza frammentazioni le argomentazioni del PM, specialmente ieri che era la giornata dedicata alla libertà di stampa. Il processo proseguirà il prossimo 24 maggio con l´intervento dell´altro rappresentante della pubblica accusa e delle parti civili.
Per il 14 e 21 giugno sono invece previsti gli interventi dei difensori, gli avvocati Bosco e Pellegrino che, nel pomeriggio, hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “I due passaggi fondamentali della requisitoria riportati nel comunicato Ansa, sono assolutamente obbiettabili e non rappresentano una novità rispetto al compendio probatorio che aveva determinato gli stessi p.m. requirenti a richiedere precedentemente, e per ben due volte, l’archiviazione degli atti a carico del Sen. D’Alì.
Infatti, in relazione alla pretesa e immaginosa candidatura del D’Alì alle elezioni del 1994 nel partito Sicilia Libera, va ribadito che l’unica sollecitazione a candidarsi risulta provenire dal movimento Forza Italia. Quanto alla asserita cessione fittizia dei terreni di contrada Zangara in Castelvetrano - continuano i difensori Pellegrino e Bosco - è stato dimostrato documentalmente e testimonialmente che il trasferimento risulta essere stato vero e reale”.
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