Inserita in Un caffè con... il 23/06/2017
da Direttore
Legge elettorale: dialogo tra un elettore ed il buon senso
-Buongiorno professore, cosa ne pensa della sentenza della Corte Costituzionale, la quale come è noto a dichiarato incostituzionale una parte della legge elettorale 52/15?
Ritengo che la Corte abbia fatto un lavoro ineccepibile sotto tutti profili spingendosi anche oltre il petitum e senza interpretazioni additive o manipolative almeno per le parti che ha dichiarato incostituzionale.
Infatti, leggendo la sentenza che è stata pubblicata, si coglie il senso, che la Corte ha voluto dare all´intera censura, che è quello di offrire maggiore rappresentatività al popolo attraverso il c.d. voto diretto.
-Quindi ritiene che sia corretto, alla luce delle censure costituzionali, i capolista bloccati su 100 collegi?
Come è noto la Corte non puo andare oltre l´oggetto del "contendere", cioè non puo trattare aspetti non evidenziati dal giudice a quo. Nella fattispecie, ha trattato la questione e lo ha fatto con il massimo rispetto della costituzione e del legislatore.
La Corte, Infatti, ha illustrato come nel caso in cui le liste che concorrono al rinnovo del Parlamento siano piu di tre, si rischia di avere solo deputati eletti tra i capo lista, almeno per l´opposizione, facendo venir meno la rappresentatività del territorio.
Tal e circostanza, la Corte, lo ha giustificato sottolineando che, di converso, la maggioranza avrebbe una buona rappresentanza di deputati elette direttamente con la preferenza.
Sarebbe stato più saggio se fosse stata sollevata anche la questione di incostituzionalità in termini di rappresentatività diretta. La Corte, in fatti, ha piu volte trattato l´argomento ma non ha voluto fare ne un´interpretazione manipolativa ne additiva.
Nella fattispecie avrebbe potuto, proprio per il massimo rispetto della volontà popolare e della Costtituzione, specificare che sarebbero stati eletti soltanto 100 capolista tra tutti i partiti, uno per collegio. Di conseguenza il "seggio bloccato" sarebbe stato assegnato al partito che ha avrebbe ottenuto, nel collegio, il maggior numero di voti e, raggiunta, nello stesso tempo, la rappresentatività di almeno il 3 per cento a carattere nazionale.
Con detto sistema, da un lato sarebbe stato premiato il partito piu rappresentativo sul territorio, scegliendo il capo lista, dall´altro lato, sarebbero eletti 530 deputati con il sistema proporzionale e con preferenza, in ossequio ai principi costituzionali.
Non applicando detto correttivo, a titolo esemplificativo, se immaginiamo che 8 liste prendono il 10% ciascuno, si rischia di avere nel Parlamento solo ed esclusivamente i capolista bloccati e resterebbero fuori tutti gli altri candidati.
Ebbene, il paradosso sarebbe che, tra i banchi del Parlamento, andrebbero a sedere deputati che non godrebbero della fiducia del popolo ma solo quella dei partiti c.d. nominati.
Pertanto ci si augura che il Parlamento, dopo l´intervento della Corte, riprenda la legge 52/2015 ed apporta le modifiche aderendo alle indicazioni "nobili" che la Corte ha scritto tra le righe con riferimento ai collegi ed alla rappresentatività introducendo un comma all´art. 1 ove precisa che: "per ogni collegio viene eletto un solo capolista. Viene eletto il capolista del partito che ha preso piu voti nel collegio e che abbia superato il quorum del 3 per cento su base nazionale. Tutti gli altri seggi saranno assegnati con il sistema proporzionale i ragione delle preferenze".
Conseguentemente in ogni collegio avremmo un bilanciamento tra esigenze politiche e di rappresentanza, che la Corte Costituzionale ha più volte richiamato all´interno della sentenza, e che non avendo voluto manipolare con la sentenza la volontà del legislatore ha di fatto tracciato il percorso per il ritorno alla democrazia.
Ci si augura, pertanto, che nella famosa legge 52/15 sia recuperato il significato di rappresentatività diretta e valorizzato il concetto di rappresentanza/preferenza.
Per cui, con i 100 collegi complessivi si garantirebbe la rappresentanza politica e nello stesso tempo si riassegnerebbe il potere al popolo, il quale eleggerebbe "direttamente" i propri rappresentanti, recuperando i principi fondamentali della costituzione che statuisce che "il potere spetta al popolo" che lo esercita nei modi e nei termini stabiliti dalla legge.
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