Inserita in Cultura il 03/05/2017
da Direttore
L´arte eccelsa, la forza e l´ecclettismo del pittore surrealista Giuseppe Ganga
Il maestro Giuseppe Ganga, conosciuto e assai apprezzato, negli anni, per via della sua inconfondibile e ineguagliabile matita (capace di dare vita alle meraviglie artistiche, architettoniche e ambientali della nostra isola, con un alternarsi di chiaro scuri che lo hanno reso unico e inimitabile), ritorna a far parlare di sé, nonostante l´incedere degli anni che l´hanno migliorato e perfezionato (oltre ciò che già era e già rappresentava) per essere riuscito a combinare la sua pittura sublime con la forza e l´elettrizzo artistico contagioso di chi ha ancora desiderio da un lato di elevarsi quasi con un processo catartico a Dio e dall´altro di elevare la sua anima e quella di coloro i quali guardano astatici lasciandosi trasportare, inebriati, della talentuosa pittura del Magister. Giuseppe Ganga, pittore alcamese, è senza dubbio un artista compiuto. Un artista in grado di contagiare un pubblico sempre più numeroso e vieppiù appassionato della sua arte.
Sempre accolto con grande entusiasmo, espone questa volta al Centro Congressi Marconi di Alcamo, nella sala espositiva Nicola Rubino, con una personale intitolata "Luce e colore", voluta dall´Associazione socio-culturale "Pedagogia olistica Siciliana" Alcamo, spinto ancora una volta dal desiderio di esplorare i significati più assoluti della limitazione umana e del rapporto di questa con le palpitazioni, talvolta prepotenti e forti, del nostro pianeta. Egli, quasi rivitalizzato dagli anni che passano e dalla sua lucida visione del mondo, piglia suggerimento, per i suoi dipinti, dalla di lui vita, dai suoi entusiasmi e da quelli dei suoi tanti illustri punti di riferimento, lavorando, soprattutto, con colori acrilici (talvolta a olio, in alcune tele) che amalgama sulla tavolozza, magistralmente, per creare stravolgenti lavori surrealistici, tanto straordinari da valutarlo, a priva vista, capaci di immortalare i momenti unici di questo, inarrestabile, divenire umano. Giuseppe Ganga che potrei definire un pittore neo-surrealista contemporaneo, muove la sua ispirazione dai suoi fantastici sogni, dai viaggi dell´anima e da vicende di esistenza, sia personale che, principalmente, artistica, che sono capaci di dar vita a climi unici e colori intensi che, a ben guardarli, ci rammentano il grande e insuperabile Salvador Dalì che tanto ha inciso, con la sua produzione artistica, nella crescita di molti di noi; di molti di quelli che sognano un mondo migliore pur essendo esso rappresentato nella sua lacerazione umana e esistenziale. Che splendido e meravigliosamente emblematico è quel monumento attaccato e divorato da formiche nere giganti. Che pathos!
Giuseppe Ganga sceglie come modelli delle sue rappresentazioni surrealistiche gli esseri umani (spesso ritratti, sebbene ne nega la cosa, da situazioni vicine a lui) e gli animali alle prese, questi, con catastrofismi umani e ambientali; tra intensi paesaggi onirici, scenografie marine e ritrattistica questa piegata alla sua nuova modellazione delle forme; di tutte le forme. Vi sono evidenti richiami al suo scontro personale con la mutazione, incontrollabile, della nostra società, della nostra cultura, del nostro territorio. L´universo, quello di Ganga, nella sua arte, presagisce e insegue due anime: una integrale ed eterna, l´altra autorevole e carica di robustezza demolitrice. I suoi lavori artistici sprigionano (attraverso ogni singola pennellata), energia. Incavando a fondo il suo pennello, egli esalta il requisito umano fondamentale e, attraverso i rapporti sociali di questo, ci induce e ci rimanda alla pochezza della nostra umanità che è costretta a soccombere al vigore primitivo della natura. Dote e bontà sono il basamento della sua fama artistica, similmente e parimenti alla sua tecnica, tanto completa da trasformare, con un alito artistico, la superficie delle tele lisce e sature di colori, in luci ed emozioni vivifiche e proiettate verso Dio. È grandioso abbandonarsi all´interno della sua arte. Quella che percorre i significati planetari (accanto al presupposto umano) attraverso racconti visivi e metaforici o, unicamente, attraverso una necessaria critica dell´uomo incapace di diventare "grande" e che gioca, purtroppo, ancora, a fare il grande. La mostra chiude i battenti il 3 di Maggio 2017.
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