Inserita in Cronaca il 17/02/2016
da REDAZIONE REGIONALE
METTI QUATTRO CHEF A CENA
Che succede se quattro chef, quattro amici “malati” (leggasi innamorati) per la loro terra decidono di cenare assieme? Sicuramente mangiano e bevono bene: incominciando con un’insalata di manzo con verdure croccanti e capperi caramellati su vellutata di lattuga, per poi continuare con un risotto ai carciofi e Pata Negra ed un cous cous di carne e verdure, e terminare con il purceddru al forno, tutto uscito dalle mani sante di Peppe Buffa. E questo potrebbe essere scontato, visto chi sono i quattro amici e chi ha cucinato. Non è invece scontato che quattro professionisti di questo calibro, innamorati del proprio lavoro, si mettano a parlare di cucina, di progetti, di problemi e magari anche di proposte, partendo da due certezze: il nostro territorio – loro lo sanno benissimo e, così, intendono ribadirlo - ha potenzialità enormi nel turismo enogastronomico e non solo, e l’unione fa la forza. “Ma chi se ne accorge di queste potenzialità, chi opera perché queste potenzialità diventino reali?”, si chiedono gli chef. Quando scommettiamo su queste potenzialità portando la nostra cultura gastronomica fuori dai nostri confini, come nei mesi scorsi è stato ad EXPO e pochi giorni fa alla BIT, o quando “inventiamo” dal quasi-nulla una manifestazione come il Cous Cous Fest che tutta Europa ci invidia e prende ad esempio di turismo intelligente, allora e solo allora tutti ne sono consapevoli e si autocomplimentano, salvo poi dimenticarsene il giorno dopo o peggio ancora creare “cloni” impresentabili. Perché non possono che essere una dimenticanza le condizioni della “strada” che collega Trapani – e quindi aeroporto e porto - a San Vito lo Capo. “Come sicuramente è una dimenticanza non fare assolutamente nulla per snellire la burocrazia che affligge, al punto di far desistere i più deboli di nervi, quando decidiamo di aprire un ristorante, o avere regole certe uguali per tutti, sempre e comunque”. Nessuno si è accorto che le festività pasquali, quindi l’inizio della stagione turistica, sono cominciate da una settimana con la prima scinnuta dei misteri. Abbiamo questa fortuna – riflettono - un mese che dovrebbe portare, in un crescendo rossiniano di “momenti” di interesse turistico – (mostre-concerti-video proiezioni-eventi gastronomici) alla Settimana Santa. Sfruttiamola e sfruttiamola tutti. Sembra banale, eppure questo non succede. Le festività pasquali invece si riducono ad una settimana: una settimana di posti letto esauriti e di qualche pienone nei ristoranti. E magari fosse così per tutti. Ed invece no. Per un motivo o per un altro i ristoranti del Corso non solo non si avvantaggiano dell’inizio della stagione turistica, ma subiscono la Settimana Santa come una “punizione” già che debbono smontare le strutture esterne, per poi rimontarle il giorno dopo la processione. Costo, euro più euro meno, 5000 euro. Se dal Corso ci passa un’autoambulanza, perché non ci può passare la processione, facendo obbligo ovviamente a bar e ristoranti di sospendere la somministrazione? Quei locali non guadagnano, ma almeno non ci perdono. Possibile che non sia evidente che le manifestazioni gastronomiche estive, soprattutto ad agosto, non aiutino l’economia del territorio, anzi danneggiano chi tiene i battenti aperti 365 giorni l’anno. Questo tipo di manifestazioni, il Cous Cous Fest insegna, debbono servire a prolungare e/o anticipare la stagione turistica, non bruciarla. Questo territorio, Trapani in particolare, ha sicuramente bisogno di una manifestazione gastronomica importante, un “evento” che esalti le nostre eccellenze culturali, dal paesaggio, all’architettura, all’arte usando come “scusa” la cultura gastronomica. Una manifestazione che si svolga ad inizio o a fine stagione, non in concorrenza, ma in sintonia con le altre manifestazioni già radicate nel territorio. Nino Allegra, allora al comando dell’ APT, diceva: rimproveriamoci se i Misteri non sono promossi a Londra, non se non ci sono abbastanza manifesti a Trapani che li pubblicizzano. Chi, imprenditore o associazione, vuole promuovere ad agosto la nostra cultura alimentare, che sia cuscusu o pasta cull’agghia, lo faccia all’estero, lo faccia nel Nord Europa, in Giappone dove serve davvero, non alla Chiazza. E poi ci sono tanti modi di fare turismo enogastronomico. Possibile che nessuno percepisca come opportunità la mancanza di pendenze della nostra fascia costiera? Il cicloturismo, come la vela su cui è meglio stendere un velo pietoso, offrirebbe enormi potenzialità, invece… In ogni caso, i quattro chef, i quattro amici “malati” per la loro terra, si sono salutati, sazi e contenti di essere stati insieme e si sono detti: che ne dite se ci vediamo fra una ventina di giorni e ci facciamo un’altra cenetta così parliamo ancora che ci fa bene, e magari lo diciamo a qualche altro collega?
Gli chef - che vedete in foto - sono Angelo Benivegna, Peppe Giuffrè, Peppe Buffa e Gianni Zichichi.
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