Inserita in Sport il 05/10/2015
da Gabriele Li Mandri
MILAN-NAPOLI 0-4: PAURA E DELIRIO A SAN SIRO
Troppo facile prendere il copione del capolavoro di Terry Gilliam e farne uno strofinaccio per coprire la vergogna del posticipo della 7° giornata di Serie A. Milan-Napoli è stata più un´allucinazione che una partita di calcio, frutto di deliri che partono da lontano in casa rossonera e di perle che finalmente stanno maturando in quel di Napoli.
Assistere allo 0-4 di San Siro è stato come partire per Las Vegas con una decappottabile ed una valigia piena di sostanze proibite. Almeno per i tifosi napoletani, che a San Siro hanno davvero scoperto l´ebbrezza di una città calcisticamente terra di conquista per stranieri. Merito della forza della squadra di Sarri, padrona assoluta di Milano per 90 minuti e trascinata dai suoi campioni, applauditi dalle tribune milaniste orfane da tempo immemore di propri pupilli. Campioni veri, non come quelli che questa estate sono stati pagati decine e decine di milioni dalla dirigenza rossonera, e che stanno dimostrando partita dopo partita di essere solo un bluff. Niente droga, comunque: a Milano si spacciano solo false speranze. Di pessima qualità, fra l´altro.
E allora c´è poco da sorprendersi se Allan, pagato la metà di Bertolacci, si permette di fare le scarpe al centrocampista italiano. E se Insigne, sfortunato folletto partenopeo, fa sembrare il pagatissimo Bacca un vecchietto che impara ad usare il computer da un giovane nerd. Non si salva nessuno in una serata che distrugge letteralmente le illusioni europee rossonere, e che lancia il Napoli nelle zone interessanti della classifica: 3 punti di distacco che non rendono l´idea della differenza fra modo di giocare e, soprattutto, di pensare.
E allora che Napoli saluti pure la Las Vegas del calcio, dall´alto della sua imbarazzante superiorità. Tornano a casa con la testa alta, ma che gira un po´ per la sbornia di gol e di gioco. È sempre un piacere, per San Siro, regalare facile divertimento ai propri ospiti.
(Foto: Yahoo!)
Gabriele Li Mandri
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