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Inserita in Un caffè con... il 09/04/2015 da REDAZIONE REGIONALE

Roberto Tumbarello

Roberto
Quant’è quotato Grillo for president?
Grazie alla stoltezza della politica italiana, affidata a intrusi senza formazione né cultura, senza neppure un’identità, ce la potrebbe fare. La colpa di tutti gli inconvenienti che accadono in un paese democratico è dell’elettore. Questa volta non fa eccezione, seppure con l’attenuante di essere fuorviato da comportamenti così incomprensibili da creare confusione anche tra i più saggi. La cosiddetta coalizione di centro destra, in realtà, è formata da qualche moderato e da tanti estremisti a vario livello di integralismo. Si ricompattano automaticamente in vista di elezioni, essendo la sola ambizione vincere per governare. Il centro sinistra, invece, è sempre in lotta intestina¸ essendo costituito da componenti completamente diverse tra loro. E ognuna rivendica il diritto di applicare la propria politica. Non c’è mai un tentativo di accordo – i Patti, per di più, segreti, da un po’ di tempo si fanno solo con l’avversario – né di compromesso. Detto in parole povere, non sanno fare politica, che è l’arte della mediazione. È vero che i leccapiedi sono i più numerosi, ma non bastano per vincere. In formazione sparsa, come l’autoritarismo del leader fa prevedere, è probabile, quindi, che al ballottaggio vadano la destra e i 5 stelle. Accadde in Francia alle presidenziali del 2002. Jospin, allora primo ministro, arrivò terzo, dopo Le Pen. Al ballottaggio, anche i socialisti, pensando alle sorti della Francia, votarono, saggiamente, per Chirac. In Italia, invece, la sinistra preferirebbe Grillo. Come del resto farebbe la destra nel caso opposto. Però, a pensarci bene, peggio di ora non potrà essere.
Fare il pilota al giorno d’oggi
C’è un vento di follia che soffia in Italia e non solo tra i piloti. Durante un’animata discussione familiare, il pilota, che, al comando di un aereo di linea, portò il Presidente da Roma a Palermo, ha sparato tre colpi in aria, contro nessuno, solo per sfogare la rabbia. Come nel Far West. Probabilmente per divergenze su un’eredità o altre banali divergenze. Un brivido ha percorso l’Italia pensando che, solo qualche giorno fa, Mattarella….. Per carità, ricominciare d’accapo con la scelta di un nome che stia bene a tutti. Poi, con Grasso che si trasferisce al Quirinale. E di nuovo la cerimonia delle due poltrone e della poltroncina. Al prossimo viaggio del capo dello stato, alla guida del tram ci sia un corazziere.

Meglio dimenticare i problemi che risolverli
Se si ammalasse anche Salvatore Girone sarebbe la Provvidenza a risolvere finalmente una questione in cui è in ballo la dignità nazionale, se ce n’è rimasto un briciolo. Non che alla politica non interessi. È che non sanno come fare. È l’Italia, non solo i due marò, a essere prigioniera dell’India. Si vendica, così, delle mancate tangenti sugli elicotteri. Che gli è venuto in mente alla nostra magistratura di bloccarle! L’unico vantaggio è che i pirati sono improvvisamente scomparsi. Dopo l’uccisione dei pescatori indiani, girano al largo. Le navi mercantili italiane, che avevano bisogno di protezione militare, ora viaggiano senza scorta. E nessuno le aggredisce. Abbiamo risolto il problema dei marò, dimenticandoli. Ne hanno sollecitato la soluzione per qualche anno Salvini e Meloni, prima di scoprire che è più redditizio per il loro populismo il costo dei migranti, che, pare si aggiri attorno ai 50 euro ciascuno al giorno. Omettono di specificare che l’80% è la speculazione della cosca. Per di più, in un momento di crisi, tolgono a noi il lavoro. Quello di dodici ore, nei campi, retribuito da 8 a 10 euro. C’è la fila di italiani. Gli africani ci superano a gomitate. La fatica bestiale gli è congeniale e li eccita. Prima li deportavamo, oggi ci vengono da soli – anche se a migliaia muoiono in mare durante il tragitto – pur di fare gli schiavi.

E se Obama si dimettesse?
La criminalità organizzata, ignorante ma intelligente, comunica a voce o attraverso i pezzini. I colletti bianchi, invece – delinquenti della pubblica amministrazione o politici – parlano al telefono e raccontano tutti i particolari dei loro malaffari a chi è in ascolto. Non hanno ancora capito che le telefonate sono intercettate. La stessa disinvoltura usano i poliziotti bianchi nello sparare alle spalle a ragazzi neri. Non sanno che c’è sempre qualcuno che riprende la scena col cellulare. Meglio i gangster che, almeno, uccidono pe denaro, non per antipatia. Eppure questo vengono condannati, mentre gli agenti, chissà come, trovano un giudice che li assolve. Sentendosi impotente come Benedetto XVI, magari, per evitare una guerra civile, Obama dovrebbe pensare a dimettersi. Allora, sì, che passerebbe alla storia come un grande Presidente. Gli USA potrebbero eleggerne un altro in quattr’e quattr’otto come se nulla fosse accaduto? Dopo l’abdicazione dell’anziano Papa tedesco, la Chiesa è cambiata, e come.

Soluzioni in tempo di crisi
Jean-Marie Le Pen ha recentemente definito le famigerate camere a gas un dettaglio della storia. Il razzismo di Salvini non arriva a tanto. Vuole solo radere al suolo i campi Rom. Dopo la sentenza della Corte europea che ci descrive come torturatori – per il crudele pestaggio di studenti da parte della polizia durante il G8 di Genova nel 2001 – non possiamo neppure redarguirlo. Noi siamo peggiori. Il capo della polizia di allora fu, poi, innalzato addirittura all’apice della produttività italiana. Questo è un paese che procede al contrario. È vero che risultò estraneo all’accaduto, ma era a capo della struttura. Che bisogno c’era di dargli una promozione dopo l’altra? Monti lo mette al governo, Letta lo nomina presidente di Finmeccanica e Renzi lo conferma. Nessuno si stupirebbe se la tappa successiva fosse il Quirinale. Solo Orfini ne chiede le dimissioni. In Francia, invece, è la stessa figlia a biasimare l’anziano genitore, per il demenziale intervento, e destituirlo dalla carica di presidente onorario del partito. Non è detto che non si profili anche per i Rom una soluzione finale, visto che la politica non è in grado di trovarne altre. Tutti auspicheremmo l’abolizione dei campi. Ma non come Salvini. Per una soluzione abitativa più decente. Purtroppo non ci sono soldi. Se quel popolo votasse, si potrebbe anche pensare a come sistemare i Rom più confortevolmente. Meglio, però, destinare quei 10 miliardi al ceto medio non bisognoso, che, senza incentivi, potrebbe non votare per il PD, ma secondo coscienza.


 

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