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Inserita in Nera il 20/03/2013 da redazione

Poste sequestrate anche in provincia di Trapani

Poste

Settantadue agenzie di poste private, che in violazione del Testo unico delle leggi bancarie praticavano servizi abusivi di pagamento, sono state sequestrate sul territorio nazionale nell'operazione denominata «Lost pay», condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura di Palermo. Contestati i reati di truffa e appropriazione indebita. I titolari di due network sono stati denunciati. Le agenzie sequestrate si trovano nelle province di Palermo, Messina, Catania, Trapani, Agrigento, Roma, Macerata, Lecce, Reggio Calabria, Modena e L'Aquila.

 

 

La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato su tutto il territorio nazionale 72 poste private accusate di abusivi servizi di pagamento, truffae appropriazione indebita in danno dei cittadini. Il provvedimento è stato dissposto in via d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Palermo per violazione al Testo Unico delle Leggi Bancarie. L’indagine trae origine da una serie di denunce presentate in questi ultimi mesi presso il Gruppo della Guardia di Finanza di Palermo da parte di numerosi cittadini che hanno lamentato il mancato riconoscimento, da parte di enti fornitori di servizi pubblici, dei pagamenti delle utenze effettuati attraverso il canale alternativo dei servizi postali privati, con la conseguenza, in alcuni casi, della sospensione della fornitura di servizi essenziali, quali luce, gas e telefono.

 

La disamina delle diverse denunce querele, presentate in tutta la provincia di Palermo, oltre ad evidenziare la diffusione del fenomeno, ha indotto gli investigatori ad approfondire l’effettiva legittimazione della diffusa rete di franchising ad esercitare l’attività raccolta di denaro e conseguenti servizi di pagamento, compresi quelli dei bollettini postali, che sono dalla legge affidati, in via esclusiva, agli operatori iscritti in uno speciale albo istituito presso la Banca d’Italia. In particolare, la legislazione nazionale emanata per attuare la “liberalizzazione dei servizi postali” imposta dalla Comunità Europea, ha previsto una doppia regolamentazione di tutti gli usuali servizi del settore, basata sulla distinzione fra servizi postali propriamente detti e quelli prettamente finanziari.

 

Per cui, se per la prestazione dei servizi postali in senso stretto il Legislatore ha previsto un’autorizzazione ministeriale il cui rilascio non richiede, comunque, particolari presupposti oggettivi e soggettivi del richiedente, per le prestazioni di servizi che contemplino movimentazione di denaro (anche elettronico), le regole sono ben altre e molto più stringenti e prevedono, come stabilito dal Testo Unico delle Leggi Bancarie, l’istituzione di un “Albo degli Istituti di Pagamento” per la cui iscrizione occorre apposita autorizzazione rilasciata dalla Banca d’Italia, previa valutazione di precisi e prescritti requisiti oggettivi (tra i quali il più importante è quello relativo all’esistenza di un capitale minimo versato di almeno € 50.000,00) e soggettivi (quali l’adozione della forma di società di capitali, il possesso di requisiti professionali e soprattutto morali sia dei soci che degli organi sociali).

 

Nel corso dell’intera operazione, per i reati di truffa, appropriazione indebita e abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Palermo i titolari dei due network e quindi sottoposte a sequestro preventivo 72 agenzie con sede nelle provincie di Palermo, Messina, Catania, Trapani, Agrigento, Roma, Macerata, Lecce, Reggio Calabria, Modena e L’Aquila. Contestualmente sono state sottoposte a sequestro tutte le apparecchiature utilizzate per le operazioni finanziarie presso i franchisee, oltre ai server centrali, e, soprattutto, si è data esecuzione al sequestro probatorio dei quasi 180 conti correnti utilizzati per il deposito delle somme illegittimamente introitate tramite i pagamenti dei bollettini.

 

«Stante la natura degli illeciti e dei riscontri operati, si è delineato un quadro assolutamente allarmante anche sotto il profilo della tutela dell’utenza, laddove si consideri che solo uno dei network sottoposti a sequestro ha movimentato, in soli 18 mesi, diversi milioni di euro (circa 30), riferiti, per lo più, ad operazioni effettuate da ignari cittadini – soprattutto liberi professionisti, impiegati, pensionati, utenti impossibilitati ad effettuare lunghe code presso i normali uffici postali - che hanno “subìto”, poi, la sospensione di servizi di primaria importanza (acqua, energia elettrica, riscaldamento, fino ad arrivare alla riscossione di tributi e/o delle sanzioni irrogate dagli enti deputati), a causa di bollettini risultati non pagati», spiegano le Fiamme gialle.

 

Interessati alle indagini parecchi siciliani ma anche soggetti residenti in altre regioni, titolari delle 72 agenzie agganciate ai due network, autorizzati dal Dipartimento delle Telecomunicazioni ad offrire soltanto servizi postali di base, quali la spedizioni di plichi, l’effettuazione di raccomandate, ecc. e non anche ad effettuare servizi di pagamento di bollettini e/o transazioni finanziarie per il cui espletamento occorrono i requisiti previsti dalla legge. Inoltre, sono al vaglio della Procura della Repubblica di Palermo numerosissime transazioni finanziarie effettuate per il tramite di alcune delle agenzie sottoposte ad indagini che avrebbero, nel tempo, favorito la movimentazione di cospicue somme di denaro in violazione degli obblighi previsti dalla normativa antiriciclaggio in materia di segnalazione di operazioni sospette.

 

Alle operazioni di sequestro hanno partecipato anche i finanzieri dei Comandi Provinciali di Roma, Trapani, Agrigento, Modena, Lecce, Catania, Messina, Macerata, Reggio Calabria e L’ Aquila.

 

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