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Inserita in Politica il 12/11/2014 da redazione

SEL - RIFIUTI LETERE

SEL
Alla Presidente della Commissione d´inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere
On. Rosy Bindi
Al Presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati
On. Alessandro Bratti
Roma, 11 novembre 2014
Onorevoli colleghi,
in un’intervista pubblicata l’11 novembre 2014 sul quotidiano La Sicilia e da un’altra sul quotidiano on online www.loraquotidiano.it l’ex assessore regionale in Sicilia del governo Crocetta, con delega ai rifiuti, all’acqua e all’energia, Nicolò Marino, dopo sette mesi dalla revoca del suo incarico, lancia pesanti accuse contro il governatore Rosario Crocetta, i vertici di Confindustria Sicilia e nella fattispecie contro il vice presidente Giuseppe Catanzaro, il presidente Antonello Montante e il vice presidente di Confindustria nazionale Ivan Lo Bello, contro il senatore del Pd Giuseppe Lumia e contro alcuni funzionari regionali che avrebbero, a suo dire, “firmato atti palesemente illegittimi”.
Le accuse mosse da Nicolò Marino sono tante e a mio avviso tutte meritevoli di essere approfondite e verificate perché qualora fossero vere dimostrerebbero un intreccio tra affaristi, politica e imprenditoria volta a fare, della gestione dei rifiuti, un affare economico di svariati milioni di euro non soltanto per i personaggi coinvolti ma anche per la criminalità organizzata.
Le accuse vanno dal rilascio delle autorizzazioni alle “manovre messe in atto per evitare la realizzazione delle piattaforme pubbliche per favorire le discariche private, specie quella di Siculiana (Agrigento), gestita dal vice presidente di Confindustria Sicilia”. E a tal proposito lo stesso Marino afferma come “una delle più grosse autorizzazioni rilasciate (3 milioni di metri cubi di volume) è stata concessa nel 2009 a favore della discarica del vice presidente di Confindustria Sicilia
Nicolò Marino, sempre nella già citata intervista spiega quelli che per lui rappresentano molti retroscena legati allo scandalo dei rifiuti in Sicilia e denuncia come in realtà noi non siamo a conoscenza di cosa ci sia nelle nostre discariche e nel nostro sottosuolo, denuncia l’inefficienza dell’Arpa e delle Province che non hanno mai provveduto ad effettuare i dovuti controlli e parla di un affare gigantesco come quello della gestione e dello smaltimento dei rifiuti che non avrebbe potuto lasciare indifferenti la criminalità organizzata che a Mazzarrà Sant’Andrea, per esempio, ha scaricato l’immondizia proveniente dalla Campania.
Proprio nei giorni in cui le inchieste della magistratura e della Commissione nazionale antimafia stanno facendo emergere alcuni nodi legati al sistema del ciclo dei rifiuti e hanno portato al sequestro preventivo della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea e di Motta Sant’Anastasia, le accuse di Nicolò Marino non possono essere sottovalutate e rimanere inascoltate.
Come non possono essere sottovalutate le dichiarazioni dei sindaci di Furnari Mario Foti e di Misterbianco Nino Di Guardo, che da anni lottano per la chiusura degli impianti di Mazzarrà e di Motta e accusano il governatore regionale Rosario Crocetta di aver rimosso dalla Giunta l’ex assessore Marino che, a detta dei due, stava portando avanti una seria azione di rinnovamento e di trasparenza.
Inoltre risulta interessante la ricostruzione che l’ex assessore fa dei rapporti tra il governatore Crocetta, il Senatore Lumia e i vertici regionali e nazionali di Confindustria. Secondo Marino infatti “Catanzaro scrive, in qualità di vice presidente di Confindustria Sicilia, al presidente della Commissione ambiente del Senato, Marinello, sostenendo che non bisognava convertire in legge la parte del decreto Monti che riguardava l’emergenza rifiuti e relativa all’impiantistica, cioè alle discariche, in quanto le esperienze del passato avevano dimostrato che l’emergenza era stata la breccia tramite la quale erano entrati gli interessi mafiosi. Il problema è che Catanzaro aveva avuto un’autorizzazione illegittima, e si era inserito nella gestione della discarica di Siculiana approfittando di quell’emergenza rifiuti che lui stesso aveva stigmatizzato. In pratica Catanzaro ha sferrato un attacco al Governo Crocetta, ma è stato protetto dallo stesso Crocetta con dichiarazioni pubbliche anche a mio danno”.

Presunti appoggi di Confindustria a Crocetta come Sindaco di Gela, come parlamentare europeo e poi come Presidente della Regione, sarebbero alla base quindi del suo atteggiamento di difesa nei confronti di Giuseppe Catanzaro. Un altro episodio grave e degno di nota riportato da Marino nell’intervista è quello relativo ad un incontro avvenuto a Catania mentre Marino era ancora assessore con il Senatore Beppe Lumia, Antonello Montante e Ivan lo Bello. L’incontro avvenne all’hotel Excelsior di Catania e nel corso della riunione sembrerebbe che Montante abbia esordito intimando all’assessore Marino di smetterla di acquisire informazioni sul suo conto. Tutto ciò nel silenzio di Lo Bello e il ruolo di mediatore svolto dal senatore Lumia, che ha sempre sponsorizzato Catanzaro, tanto da far pensare a Marino che il senatore, Catanzaro e Montante fossero la stessa persona. Secondo Marino, Montante in quel momento stava difendendo Catanzaro e attaccando lui perché aveva scritto una nota nei confronti dello stesso Catanzaro sull’emergenza rifiuti. Il Presidente Crocetta, informato di tutto, non avrebbe né commentato l’accaduto né preso provvedimento alcuno.
In Tale circostanza risulta evidente e grave il ruolo ricoperto dal Senatore Lumia, componente tra l’altro della Commissione Antimafia, che, qualora risultassero confermate le circostanze sopra descritte, sarebbe artefice di una indebita pressione finalizzata a condizionare l’operato dell’Assessorato all’Energia e Rifiuti in favore di interessi privati legati ai vertici di Confindustria ed in particolare all’Impresa del Dott. Catanzaro e della discarica di Siculiana.
L’inchiesta avviata dall’ex assessore Marino si concluse con il direttore generale del dipartimento Territorio e Ambiente, dott. Gaetano Gullo, che scrisse che la situazione di Siculiana e di Motta era regolare. Anche questo è un fatto anomalo visto che oggi una di quelle discariche è stata sequestrata e per quanto riguarda Siculiana risulta, sempre dalle parole di Marino, che la regolarizzazione sia avvenuta successivamente senza che nessuno abbia esercitato nei suoi confronti l’azione di risarcimento per i danni subiti. Anche Marino trovò questa cosa assurda e non mancò di sollecitare al Presidente Crocetta la rimozione dello stesso dall’incarico poiché ritenuto assolutamente incapace e inadeguato a svolgere le funzioni conferitegli. Anche in questo caso il Presidente Crocetta non fece nulla e il dott. Gaetano Gullo si trova ancora al suo posto.
Gentili colleghi, come potete notare, la vicenda sopra descritta merita tutta la nostra attenzione e, nei limiti delle prerogative di ciascuno, un tempestivo intervento per fare chiarezza su quanto ha affermato l’ex Assessore regionale Nicolò Marino alla stampa nelle due interviste distinte sopra citate e sui rapporti tra i vertici di Confindustria, il Senatore Lumia ed il Presidente Crocetta rispetto alla gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia.
Credo sia opportuno come primo atto chiedere all’ex assessore Marino di essere audito presso le vostre commissioni e in seguito mettere in campo tutti gli atti di vostra competenza affinché si faccia piena luce su quanto denunciato nella presente lettera.

Certo di un vostro urgente riscontro colgo l’occasione per porgerVi

Distinti Saluti

On. Erasmo Palazzotto


Al Presidente del Senato della Repubblica
Sen. Pietro grasso
Epc Alla Presidente della Camera dei deputati
On. Laura Boldrini

Roma, 11 novembre 2014
Gentile Presidente,
Le scrivo per renderLe noto che ho provveduto ad informare con lettera datata 11 novembre 2014, la Presidente della Commissione d´inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere e il Presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati su quanto ha affermato oggi alla stampa l’ex Assessore regionale in Sicilia con delega ai rifiuti, all’acqua e all’energia, Nicolò Marino, in due interviste distinte, al quotidiano online loraquotidiano.it e al quotidiano La Sicilia. Nicolò Marino, dopo sette mesi dalla revoca del suo incarico, lancia infatti pesanti accuse contro il governatore Rosario Crocetta, i vertici di Confindustria Sicilia e nella fattispecie contro il vice presidente Giuseppe Catanzaro, il presidente Antonello Montante e il vice presidente di Confindustria nazionale Ivan Lo Bello, contro il senatore del Pd Giuseppe Lumia e contro alcuni funzionari regionali che avrebbero, a suo dire, “firmato atti palesemente illegittimi”.
Le accuse mosse da Nicolò Marino sono tante e a mio avviso tutte meritevoli di essere approfondite e verificate perché qualora fossero vere dimostrerebbero un intreccio tra affaristi, politica e imprenditoria volta a fare, della gestione dei rifiuti, un affare economico di svariati milioni di euro non soltanto per i personaggi coinvolti ma anche per la criminalità organizzata.
Le accuse vanno dal rilascio delle autorizzazioni alle “manovre messe in atto per evitare la realizzazione delle piattaforme pubbliche per favorire le discariche private, specie quella di Siculiana (Agrigento), gestita dal vice presidente di Confindustria Sicilia”. E a tal proposito lo stesso Marino afferma come “una delle più grosse autorizzazioni rilasciate (3 milioni di metri cubi di volume) è stata concessa nel 2009 a favore della discarica del vice presidente di Confindustria Sicilia
Nicolò Marino, sempre nelle già citate interviste spiega quelli che per lui rappresentano molti retroscena legati allo scandalo dei rifiuti in Sicilia e denuncia come in realtà noi non siamo a conoscenza di cosa ci sia nelle nostre discariche e nel nostro sottosuolo, denuncia l’inefficienza dell’Arpa e delle Province che non hanno mai provveduto ad effettuare i dovuti controlli e parla di un affare gigantesco come quello della gestione e dello smaltimento dei rifiuti che non avrebbe potuto lasciare indifferenti la criminalità organizzata che a Mazzarrà Sant’Andrea, per esempio, ha scaricato l’immondizia proveniente dalla Campania.
Proprio nei giorni in cui le inchieste della magistratura e della Commissione nazionale antimafia stanno facendo emergere alcuni nodi legati al sistema del ciclo dei rifiuti e hanno portato al sequestro preventivo della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea e di Motta Sant’Anastasia, le accuse di Nicolò Marino non possono essere sottovalutate e rimanere inascoltate.
Come non possono essere sottovalutate le dichiarazioni dei sindaci di Furnari Mario Foti e di Misterbianco Nino Di Guardo, che da anni lottano per la chiusura degli impianti di Mazzarrà e di Motta e accusano il governatore regionale Rosario Crocetta di aver rimosso dalla Giunta l’ex assessore Marino che, a detta dei due, stava portando avanti una seria azione di rinnovamento e di trasparenza.
Inoltre risulta interessante la ricostruzione che l’ex assessore fa dei rapporti tra il governatore Crocetta, il Senatore Lumia e i vertici regionali e nazionali di Confindustria. Secondo Marino infatti, Giuseppe Catanzaro, avrebbe avuto un’autorizzazione illegittima, e si era così inserito nella gestione della discarica di Siculiana approfittando del decreto legge varato dal governo Monti per l’emergenza rifiuti che lui stesso, dopo essere stato protetto dallo stesso Crocetta, aveva poi stigmatizzato attaccando il governo regionale, dopo aver chiesto, in qualità di vice presidente di Confindustria Sicilia, al momento della conversione in legge di non convertire in legge la parte di rifiuti relativa all’impiantistica, cioè alle discariche, in quanto le esperienze del passato avevano dimostrato che l’emergenza era stata la breccia tramite la quale erano entrati gli interessi mafiosi. Presunti appoggi di Confindustria a Crocetta come Sindaco di Gela, come parlamentare europeo e poi come Presidente della Regione, sarebbero alla base del suo atteggiamento di difesa nei confronti di Giuseppe Catanzaro. Un altro episodio grave e degno di nota riportato da Marino nell’intervista è quello relativo ad un incontro avvenuto a Catania mentre Marino era ancora assessore con il Senatore Beppe Lumia, Antonello Montante e Ivan lo Bello. L’incontro avvenne all’hotel Excelsior di Catania e nel corso della riunione sembrerebbe che Montante abbia esordito intimando all’assessore Marino di smetterla di acquisire informazioni sul suo conto. Tutto ciò nel silenzio di Lo Bello e il ruolo di mediatore svolto dal senatore Lumia, che ha sempre sponsorizzato Catanzaro, tanto da far pensare a Marino che il senatore, Catanzaro e Montante fossero la stessa persona. Secondo Marino, Montante in quel momento stava difendendo Catanzaro e attaccando lui perché aveva scritto una nota nei confronti dello stesso Catanzaro sull’emergenza rifiuti. Il Presidente Crocetta, informato di tutto, non avrebbe né commentato l’accaduto né preso provvedimento alcuno.
L’inchiesta avviata dall’ex assessore Marino si concluse con il direttore generale del dipartimento Territorio e Ambiente, dott. Gaetano Gullo, che scrisse che la situazione di Siculiana e di Motta era regolare. Anche questo è un fatto anomalo visto che oggi le due discariche sono state sequestrate. Anche Marino trovò questa cosa assurda e non mancò di sollecitare al Presidente Crocetta la rimozione dello stesso dall’incarico poiché ritenuto assolutamente incapace e inadeguato a svolgere le funzioni conferitegli. Anche in questo caso il Presidente Crocetta non fece nulla e il dott. Gaetano Gullo si trova ancora al suo posto.
Gentile Presidente, come può notare, la vicenda sopra descritta merita tutta la nostra attenzione e, nei limiti delle prerogative di ciascuno, un tempestivo intervento per fare chiarezza sulla gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia, su quanto ha affermato l’ex Assessore regionale Nicolò Marino alla stampa e sui rapporti tra politica, imprenditoria e affari legati al ciclo dei rifiuti in Sicilia.
Essendo stato chiamato in causa, tra gli altri, anche il senatore Beppe Lumia, componente della Commissione Antimafia, indicato dallo stesso Marino come il mediatore politico tra gli interessi particolari della Confindustria siciliana nella gestione dei rifiuti e la Regione Sicilia e addirittura “sponsor” di Giuseppe Catanzaro che in questo settore ha degli interessi diretti e personali Le chiedo se non ritenga utile prendere i dovuti provvedimenti, valutando la possibilità di sospendere il senatore Beppe Lumia dalla Commissione Antimafia finché non verrà fatta piena luce sui fatti sopra esposti e non si sia chiarito quale sia stato il suo ruolo all’interno dell’intera vicenda denunciata dall’ex Assessore Nicolò Marino. Tutto ciò ritenendo in questa fase la sua presenza ostativa al lavoro di inchiesta che dovrebbe riguardare anche il suo operato”.

Distinti Saluti
On. Erasmo Palazzotto

 

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