Inserita in Politica il 26/05/2021
da Cinzia Testa
Sblocco dei licenziamenti nelle aziende. In Sicilia a rischio 57 mila posti di lavoro
La fine del blocco dei licenziamenti, la mancata riforma degli ammortizzatori sociali e l´assenza tutt’oggi di politiche per il lavoro determinerà a breve in Sicilia una catastrofe sociale con il venire meno di quasi 57 mila posti di lavoro nel commercio, nel turismo e nei servizi. Com´ è noto nonostante il protrarsi dell’emergenza pandemia, dal 30 giugno prossimo le imprese avranno il diritto di poter licenziare i loro dipendenti. Ancora una volta, dunque i lavoratori sembrano essere considerati “carne da macello” anche da questo governo in carica. L’ultimo decreto legge “Sostegni Bis”, emanato dall´esecutivo Draghi, parlava chiaro: non ci sarebbe stata alcuna proroga e il blocco dei licenziamenti sarebbe scaduto il 30 giugno. Tuttavia la notizia del tentativo di poter inserire nel decreto un’eventuale proroga al 28 agosto, ha scatenato le ire sia della Confindustria, che la reputa una forzatura non concordata, che dei Sindacati, che invece la reputano insufficiente. Stando così le cose sembra assodato che non ci sarà alcun prolungamento del divieto delle aziende di licenziare fino al 28 agosto, come si sperava in un primo momento ed è subito polemica. “Garantiamo la Cig anche dopo il primo luglio in cambio dell´impegno a licenziare.” – ha dichiarato il presidente del Consiglio dei Ministri. “Un´azienda che non vuole chiedere la cig è libera di licenziare, ma c´è un incentivo a non farlo. Il provvedimento è un passo avanti" ha sottolineato Draghi. Rimane quindi in atto, sino al 30 giugno, la “Cassa Integrazione Covid gratuita” e il divieto di licenziamento totale per tutte le aziende, sia quelle che usano Cig e sia quelle che non la usano. Ma dopo il primo luglio non ci sarà più in vigore il divieto assoluto di licenziamento, in quanto un´azienda che non ricorra alla Cig sarà libera di poter licenziare. In questo modo le aziende avrebbero un incentivo a rinunciare ai licenziamenti, e usufruire quindi della cig gratuita. I settori interessati sono l’industria e l’edilizia, mentre per il terziario viene mantenuto il divieto totale di licenziamento, sia che usufruiscano o meno della Cig, fino a fine ottobre, e con la cassa integrazione gratuita fino a fine anno. In Sicilia, come detto, la situazione è particolarmente grave. Tutto ciò è anche il risultato della mancanza di politiche attive di sviluppo e della riforma degli ammortizzatori sociali, tanta auspicata ma mai realizzata. Una catastrofe annunciata, quindi, che si somma ai danni che la pandemia aveva già creato, in una terra con la più alta percentuale di disoccupazione nel Paese. La tanto decantata rinascita di questo territorio per il dopo Covid con gli investimenti e le assunzioni, continua ad essere pertanto un’illusione, mostrando invece la prospettiva futura di licenziamenti e povertà assoluta per migliaia di lavoratori E’ ormai improcrastinabile e prioritario quindi, l’impegno di tutte le forze politiche per porre freno a questo declino occupazionale in concertazione con le forze sociali e datoriali per non abbandonare i lavoratori e il sistema produttivo. Le risorse ci sono, occorre investire ed assumere. Enza Maria Agrusa
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