Inserita in Cultura il 09/10/2019
da Cinzia Testa
Bagheria. La città e l’architettura fatimita egiziana e siciliana: seconda lezione del seminario sull’Arte di abitare organizzato da BCsicilia e Ordine degli architetti
Si terrà sabato 12 Ottobre 2019 alle ore 16,00 la seconda lezione del seminario su “L’Arte di abitare”, organizzato da BCsicilia, dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Palermo e con il patrocinio del Comune di Bagheria. La conferenza dal titolo “La città e l’architettura fatimita egiziana e siciliana”, sarà tenuta dall’architetto Susanna Bellafiore. L’incontro si terrà presso Villa Cattolica sulla SS.113 a Bagheria. La relazione sarà preceduta dalla presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia, Gabriella Pantalena, Responsabile della Formazione appcpa, Daniele Vella, Assessore alla Cultura del Comune di Bagheria e Maria Giammarresi, Presidente della Sede di Bagheria di BCsicilia. Il terzo incontro si terrà invece venerdì 18 ottobre e avrà per titolo “La città Europea prima e dopo l’anno 1000”, relatore sarà Ferdinando Maurici, Medievalista. Per informazioni Tel: 3356236293 – 3394121267 - Email: bagheria@bcsicilia.it. Agli architetti verranno accreditati, presso il CNAPPC 3 CFP, previa iscrizione on-line, tramite la piattaforma im@teria. A tutti gli iscritti verrà rilasciato attestato di partecipazione al corso. Dal X secolo tre diverse regioni mediterranee, quella magribina centro-orientale, la Sicilia e l’Egitto sono legate da una Koinè storica e culturale denominata fāṭimita, che diede luogo a grandi avvenimenti urbanistici ed artistici le cui fonti risiedono nell’Oriente mesopotamico e persiano. I Fāṭimiti ebbero il ruolo di intermediari tra l’Oriente e l’Occidente. Provenivano da Mahdiyya (Tunisia) e fondarono il Cairo nel 969, lungo la via che attraversavano i pellegrini nord-africani diretti alla Mecca. L’urbanistica e l’architettura, in specie palaziale, egiziana svelano piene ed esclusive le comuni caratteristiche tra la Sicilia islamizzata e la civiltà musulmana dell’Ifrīqiya. La presenza costante di sale nobili (qāʻa), di appartamenti indipendenti (bayt), di tutto un repertorio di forme decorative e principalmente di muqarnaṣ, di bacini d’acqua e di impianti di ventilazione, ci riporta ad una comune concezione del modo di costruire e di abitare i palazzi. La Cuba palermitana è certamente l’esempio emblematico dell’architettura palaziale siciliana delle età islamica e normanna che si avvicina di più come disposizione generale alla qāʻa egiziana. Susanna Bellafiore Una borsa di studio presso l’Università islamica ed americana del Cairo l’ha introdotta nel 1978-79 allo studio della Storia dell’Urbanistica e dell’Architettura islamica e della lingua araba, approfondendo la correlazione tra l’architettura palaziale cairota e palermitana dal XII al XIV secolo, che pubblica nel 1979. Frequenta la Scuola di specializzazione per lo Studio ed il Restauro dei monumenti dell’Università di Roma (ICRROM), conseguendone il relativo diploma con una tesi sulla Cuba di Palermo. Dirigente tecnico presso la Soprintendenza di Palermo segue numerosi interventi di restauro di monumenti. Dal 1996 si dedica alla libera professione collaborando al progetto di restauro del Palazzo Celestri S. Croce. Nel 1984 pubblica un volume sulla “Cuba di Palermo” e un altro dal titolo “La casa islamica”. Dal 2013 avvia l´attività di editore per ripubblicare i testi di Giuseppe Bellafiore. Col suo ricordo affettivo e soprattutto professionale, vuole riproporne l’operato ed i libri, affinché la sua figura di uomo e di studioso venga ricordata nel tempo.
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