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Inserita in Politica il 09/05/2019 da Direttore

Giudici onorari: l’avevamo promesso e lo stiamo facendo.

Giudici
SUBITO LE MODIFICHE ALLA RIFORMA ORLANDO


“Giudici onorari: l’avevamo promesso e lo stiamo facendo. Oggi il Ministero della Giustizia ha trasmesso agli uffici di Palazzo Chigi il provvedimento che riforma, in senso migliorativo, la disciplina della magistratura onoraria in Italia, che sarà calendarizzato per uno dei prossimi consigli dei ministri. Nel farlo abbiamo scelto il metodo della condivisione: quanto previsto è infatti il risultato di un tavolo aperto al Ministero con i rappresentanti di categoria che, lo scorso 7 marzo, ha raggiunto il punto di sintesi su cui c’è stato l’assenso della stragrande maggioranza delle sigle che hanno partecipato. Per l’intera categoria dei magistrati onorari, abbiamo introdotto importanti novità sul piano fiscale, previdenziale ed organizzativo, in particolare: - modifica alla disciplina delle incompatibilità, equiparata a quella dei magistrati ordinari; - rideterminazione delle modalità di pagamento delle indennità: bimestrale anziché trimestrale; - trattamento fiscale e previdenziale di maggior favore; - possibilità di chiedere l’assegnazione ad altra sede per poter assistere un familiare con disabilità. Chi è già in servizio, poi, potrà rimanerci fino al compimento dei 68 anni mantenendo medesime funzioni e compiti per tutta la durata dell’incarico (non più per i soli primi 4 anni), incluse assegnazione e trattazione di nuovi procedimenti civili e penali. La liquidazione delle indennità continuerà a essere determinata, sino alla cessazione dell’incarico (e non più limitatamente ai primi 4 anni), secondo i criteri già operanti e in caso di esercizio dell’opzione per l’indennità fissa, viene rideterminato in aumento il relativo importo. La magistratura onoraria è una componente importante del sistema giustizia che garantisce un contributo fondamentale al concreto funzionamento del servizio offerto ai cittadini. Avevamo preso un impegno, nero su bianco nel contratto di governo, e lo stiamo portando a termine. Stiamo portando fuori la giustizia dal pantano della polemica politica dove è stata dimenticata per anni, agendo per migliorare il servizio ai cittadini e le condizioni di chi vi opera. Questo è un altro importante passo in questa direzione”

 

Apprendiamo dal post sopra trascritto, ripreso dalla pagina facebook del Ministro On. Bonafede del 7 maggio 2019, che, dopo ben due mesi dall’incontro sindacale del 7 marzo, il Ministero ha elaborato un articolato di riforma della legge Orlando - definito “migliorativo” e asseritamente adottato con il metodo della “condivisione” con le parti interessate - e lo ha trasmesso agli uffici di Palazzo Chigi.

Meglio tardi che mai.

Non possiamo fare a meno di sottolineare, però, che il generico consenso sindacale su di una larva progettuale espressa con slide e l’annunzio del Ministro On. Bonafede sulla sua pagina facebook se costituiscono un primo importante tassello verso un’azione di riforma latamente partecipata, non sono, però, sufficienti a rassicurare una categoria per decenni sfruttata, tradita, abbandonata anche nei momenti di lutto, di malattia, di minaccia ma sempre pronta ad essere richiamata ai doveri senza diritti, anche considerando che il testo non è stato comunicato ai componenti del tavolo tecnico né del tavolo politico.

Pertanto, come ogni operatore del diritto, attendiamo di apprendere i contenuti dettagliati dell’elaborato per verificarne l’effettiva conformità alle proposte da noi presentate, e sollecitiamo la sua discovery ad horas per evitare di aggravare il sistema giustizia di ulteriori ritardi derivanti dalla proclamata astensione.

Dunque, meglio tardi che mai, ma che sia prima possibile il momento in cui il Consiglio dei Ministri approvi l’annunciato provvedimento normativo di riforma della pessima legge Orlando, consentendo alle parti sindacali di valutare in concreto quanto delle misurate e dettagliate proposte offerte in sede di tavolo tecnico sia stato trasfuso in normativa.

Ricordiamo che, senza ulteriori sospensioni e modifiche, a giugno i ruoli dei giudici onorari di tribunale nel settore penale saranno integralmente riversati su quelli dei giudici professionali con evidente compromissione (in alcuni uffici, arresto) del funzionamento della giurisdizione e, pertanto, ribadiamo la necessità di procedere con decretazione d’urgenza.

Nei nostri precedenti comunicati avevamo illustrato alcune lacune e necessarie integrazioni nello schema governativo proposto dal sottosegretario On. Morrone che qui reiteriamo:

previsione del raggiungimento del limite di età in linea con quello previsto per la professione forense, che attualmente è di 70 anni;
previsione della volontarietà dell’inserimento nell’Ufficio per il processo e con ruoli autonomi;
possibilità di trasferimento su domanda al fine di garantire una più efficiente distribuzione dei magistrati onorari negli uffici;
rispetto dei criteri di distribuzione razionale ed oggettiva del lavoro, in funzione all’impegno scelto, precisando che per le attività di studio del fascicolo e di redazione dei provvedimenti non verrà richiesta la presenza in ufficio;
precisa individuazione del concetto di ‘impegno’ (ossia che tre impegni equivalgono ad una udienza settimanale ad una udienza straordinaria mensile);
disciplina e garanzia delle funzioni giurisdizionali autonome sia per i giudicanti sia per i requirenti anche e soprattutto con riguardo alla materia penale e dei collegi;
previsione di un trattamento previdenziale con una contribuzione percentuale dello Stato, in linea con i principi europei;
possibilità per tutti di optare, fin da ora, per il pagamento tramite giudici.net.
I livelli retributivi sono al limite della accettabilità. E’ ampiamente migliorabile l’offerta economica come, del resto, promesso dal sottosegretario On. Morrone all’esito del tavolo politico, a ciò potendo pervenirsi mediante: a) una diversa modulazione degli impegni; b) un diverso trattamento fiscale delle indennità e, soprattutto, c) mediante l’aumento degl’importi previsti per le indennità a cottimo (aumento da introdurre a partire da quest’anno).

 

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