Inserita in Nera il 15/07/2013
da redazione
Marsala:scoperto giro di prostituzione intorno al ´Cupido´,oltre agli arresti, sequestrato il locale
Dopo l’operazione “Bocca di Rosa” per il contrasto della prostituzione nel territorio marsalese, è stata portata a termine a dai Carabinieri della Compagnia di Marsala l’operazione “Cupido” Nel corso della notte di domenica 14 luglio, infatti, i militari dell’Arma hanno dato esecuzione a 5 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti marsalesi, ritenuti responsabili, in concorso, di esercizio di una casa di prostituzione, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale lilybetano: 3 sono le misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 2 gli obblighi di dimora nel comune di residenza. Nel dettaglio i soggetti colpiti dalle misure sono: Francesco Bianco, marsalese 70enne, a cui sono stati applicati gli arresti domiciliari; Giovanni Candela, ericino 41enne, a cui sono stati applicati gli arresti domiciliari; Andrea Figuccia, marsalese 59enne, a cui sono stati applicati gli arresti domiciliari; Vincenzo Figuccia, marsalese 29enne, sottoposto all’obbligo di dimora nel Comune di residenza e Diego Marino, marsalese 33enne, sottoposto all’obbligo di dimora nel Comune di residenza.
L’indagine “Cupido” si sviluppa nell’ambito dell’attività di prevenzione e contrasto ai reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e prende il nome dall’omonimo locale di Marsala, sito in Contrada Berbarello nr. 593/A, dove secondo quanto accertato dalle indagini, vi era una vera e propria attività di meretricio a pagamento, sottoposto a sequestro al termine delle operazioni di riscontro.
L’attività investigativa ha inizio da un danneggiamento a mezzo incendio ai danni di un’attività commerciale la notte dell’8 dicembre 2011: l’obiettivo iniziale delle investigazioni, infatti, è stato quello di individuare gli autori dell’incendio doloso con chiare finalità intimidatorie, seguito da ulteriori due danneggiamenti nel febbraio 2012.
Attraverso un’attività di indagine effettuata dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, mediante l’integrazione di servizi di osservazione sul territorio ed attività tecniche di intercettazione telefoniche e ambientali nonch´ riscontri diretti registrati sul posto da un ausiliario di P.G. che - dietro autorizzazione del G.I.P. di Marsala - si fingeva avventore del club, non solo si riuscivano a identificare gli autori ed i relativi mandanti di tali danneggiamenti, ma anche a delineare una vera e propria organizzazione, con ruoli ben definiti, che dietro un’associazione celava una vera e propria casa di prostituzione.
Francesco Bianco proprietario dell’immobile dove è sito il locale notturno “CUPIDO CLUB”, il quale era stato concesso in locazione a Giovanni Candela in qualità di primo socio del “CUPIDO CLUB” e successivamente legale rappresentante della società cooperativa “CUPIDO ONE”, in quanto lo scorso agosto veniva cambiata la denominazione e la struttura societaria.
Andrea Figuccia rivestiva, invece, la carica di vice presidente dell’associazione e con la collaborazione del figlio Vincenzo, prima barista e poi vice amministratore dell’associazione, e Diego Marino - socio del Club - controllava, dirigeva ed amministrava tutta l’attività di meretricio. Giovanni Candela, inoltre, aveva il compito di contattare e reclutare le ragazze per la maggioranza straniere con lo scopo di favorirne la prostituzione all’interno del locale notturno, acquisendo informazioni relative all’età, caratteristiche fisiche ed impieghi nel settore, illustrando le modalità di pagamento e la sistemazione abitativa. In quest’ultimo fattore logistico, Candela veniva coadiuvato soprattutto da Figuccia Andrea: le donne destinate all’attività del meretricio venivano alloggiate presso le proprie abitazioni, in appartamenti con contratto di locazione oppure in alcuni Bed & Breakfast dislocati a Marsala ed in Provincia di Trapani. Per la loro opera i membri del sodalizio trattenevano il 50% dei proventi derivanti dall’attività di prostituzione, quantificabili in 50 euro per ogni prestazione sessuale con una durata di 10 minuti che veniva consumata all’interno dei privè del locale. Il tutto avveniva sotto il controllo e la supervisione di Vincenzo Figuccia e Diego Marino, che oltre a curare gli spostamenti logistici delle ragazze dal loro arrivo a Marsala, contabilizzavano il tempo trascorso con il cliente e riscuotevano il dovuto alla cassa. Importanti i guadagni accertati: ad esempio, se in una serata una ragazza guadagnava 160 euro per 7 consumazioni e 5 privè, avrebbe fatto incassare 320 euro ai gestori del locale, ricevendone la metà; per tale motivo le ragazze, anche con toni molto spinti, invogliavano gli uomini ad appartarsi con loro nei privè al fine di aumentare i loro ricavi.
Tra l’altro il locale era anche molto frequentato: nel corso del controllo di domenica notte, infatti, erano presenti circa 20 avventori, intrattenuti da 21 ragazze per la maggior parte dell’Est Europa e nordafricane, tutte controllate e sottoposte a perquisizione. All’esito dell’attività, infine, anche il night è stato perquisito, rinvenendo 0,5 gr. di cocaina suddividi in due dosi, sottoposti a sequestro unitamente all’intero locale.
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